PORTO ERCOLE. La questione del porto di Porto Ercole sta generando un acceso dibattito nella comunità locale. Nella querelle è entrato anche il capogruppo consiliare di Per l’Argentario, Marco Nieto dopo che il consiglio comunale ha adottato una delibera che prevede che tutte le concessioni del porto siano gestite direttamente dal Comune. «Una scelta che abbiamo ritenuto poco solida dal punto di vista giuridico e rischiosa per la sostenibilità economica – dice Nieto – Ci siamo opposti, sollevando dubbi e proponendo riflessioni approfondite, rimaste purtroppo inascoltate. La delibera, infatti, autorizza il Comune a inviare lettere di sfratto agli attuali concessionari entro il 31 dicembre. Una mossa che, oltre a generare incertezza e tensione tra gli operatori, tradisce una visione errata del ruolo del Comune: i beni del demanio marittimo non appartengono al Comune, ma allo Stato, e la loro gestione è soggetta a norme precise che non possono essere ignorate».
La retromarcia dell’amministrazione
«Come previsto – continua il capogruppo di minoranza di Per l’Argentario in consiglio comunale – tutti i concessionari hanno presentato ricorso al Tar, evidenziando le falle di un approccio approssimativo e privo di solide basi giuridiche. È bastato questo per costringere l’amministrazione a fare un passo indietro: il vicesindaco, infatti, ha recentemente annunciato che le concessioni verranno prolungate di un anno. Questa retromarcia, oltre a dimostrare l’impreparazione della maggioranza, ha comportato un costo rilevante per i cittadini: ben 48mila euro di fondi pubblici sono stati spesi per le parcelle legali necessarie a difendere il Comune davanti al Tar. Si tratta di una cifra importante, sottratta a interventi e progetti che avrebbero potuto migliorare la qualità della vita nel nostro territorio. Invece di rappresentare una risorsa, le concessioni demaniali si stanno trasformando in una spesa improduttiva per le casse comunali».
I pontili galleggianti e il nodo sociale
Marco Nieto è un fiume in piena sulla questione. «Oltre alla gestione diretta delle concessioni, l’amministrazione ha annunciato l’intenzione di occuparsi dei pontili galleggianti. Ma in tutto questo rimane inevasa una domanda cruciale: dove sarà inserita la componente sociale? – si chiede il capogruppo di Per l’Argentario – Porto Ercole non è solo un’infrastruttura economica, ma un luogo di incontro, lavoro e cultura. È indispensabile che il porto sia anche uno spazio aperto alla comunità, con servizi e opportunità che favoriscano il benessere collettivo e la crescita del territorio. Ad oggi, però, manca una visione strategica che integri queste istanze. Ci chiediamo quale sia il piano dell’amministrazione per garantire che il porto diventi un vero valore aggiunto per tutti i cittadini, non solo per pochi».
Un appello alla responsabilità e alla trasparenza
«Questa vicenda non è solo una questione di bilanci o di concessioni: è un banco di prova per la capacità dell’amministrazione di agire con responsabilità, competenza e rispetto delle regole – aggiunge Marco Nieto – Come gruppo consiliare Per l’Argentario, continueremo a monitorare la situazione, denunciando ogni decisione che possa mettere a rischio il futuro del nostro porto e del nostro territorio. Nel contempo, chiediamo un confronto aperto, un dialogo costruttivo con i cittadini e una pianificazione che tenga conto delle normative vigenti, delle esigenze locali e delle opportunità che il porto può offrire. Naturalmente aspettiamo risposte anche dal sindaco di Monte Argentario, Arturo Cerulli. È il momento – chiude Nieto – di agire con lungimiranza, per trasformare questa risorsa in un’occasione di sviluppo sostenibile e inclusivo».
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