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Porto di Talamone, un progetto misto fra pubblico e privato

Il Comune sta lavorando ad un progetto che porterà ad una concessione. Berardi: «Chi lo gestirà dovrà rendere qualcosa al territorio». L’attacco del Comitato: «È solo speculazione»
Talamone e il suo porto in una splendida immagine di Andrea Sapienza
Talamone e il suo porto in una splendida immagine di Andrea Sapienza

TALAMONE.  Nei giorni scorsi si era sparsa la voce in laguna dell’apertura dell’amministrazione comunale di Orbetello alla concessione a privati per il piano di rifacimento del porto di Talamone, dando il via ad una concessione volta alla trasformazione dell’approdo di Talamone in porto turistico

Sembrava che la concessione fosse cosa già fatta e qualcuno ha pensato, anche di “nascosto”, scatenando non poche polemiche che di questi tempi in laguna non mancano.

A tale proposito abbiamo voluto sentire Roberto Berardi, amministratore del Comune di Orbetello. L’ex senatore è tra l’altro il politico di riferimento di quella zona.

Un percorso che porterà a una concessione

Roberto Berardi ripercorre le tappe di un progetto ambizioso che punta a trasformare il porto di Talamone in un volano per lo sviluppo economico e turistico della zona.

L’ex senatore tocca temi legati alla gestione delle risorse locali, alle collaborazioni pubblico-private e alle sfide amministrative che il progetto ha affrontato. 

«All’inizio – attacca Roberto Berardi – ci siamo trovati con gli operatori, cercando di creare una collaborazione che mettesse insieme tutti, senza esclusioni. Però, come spesso accade in Italia, alla fine ognuno ha preso la propria strada».

«Nonostante questo – aggiunge – come Comune di Orbetello, ci siamo messi al lavoro con esperti e avvocati per portare avanti il progetto».

La proposta di riqualificazione del porto: opportunità per Talamone

«A questo punto arriviamo a dicembre 2023 – continua Berardi – quando ci viene presentata una proposta per la gestione del porto. Il progetto non si limitava al solo porto, ma coinvolgeva anche la Rocca di Talamone, il vecchio campo sportivo e altre strutture locali».

«Abbiamo insistito perché la gestione del porto includesse anche la valorizzazione di questi luoghi, integrandoli nel contesto cittadino, io avrei voluto inserire anche le terme – dice ancora – perché la riqualificazione del porto di Talamone deve andare di pari passo con la valorizzazione di tutta l’area. Questo vorrebbe dire dare una svolta epocale al territorio, proiettarlo nel futuro». 

Un'altra immagine del porto di Talamone (foto di Andrea Sapienza)
Un’altra immagine del porto di Talamone (foto di Andrea Sapienza)

Investimenti e collaborazione con il settore privato 

«Un gruppo di investitori si è fatto avanti, – spiega Berardi – proponendo un piano in cui si impegnano a finanziare non solo la riqualificazione del porto, ma anche il restauro della Rocca di Talamone».

Si tratta della Società Porto Turistico di Talamone, presieduta da Ferdinando Berni. Ha presentato un progetto, ora ci sono 90 giorni di tempo per altre eventuali società per presentare progetti alternativi.

Al momento la Società Porto Turistico di Talamone ha un capitale esiguo, 50 mila euro, ma i soci sono chiamati a corposi aumenti di capitale visto che il piano finanziario del Comune prevede investimenti per 42 milioni di euro. Staremo a vedere.

«Noi, come Comune, avevamo già stanziato circa 2 milioni di euro per questi lavori, ma grazie a questa collaborazione pubblico-privata potremo realizzare molto di più».

Berardi è un fiume in piena e tiene a spiegare come stanno le cose: «Per noi è importante – dice – che chi gestirà il porto restituisca qualcosa alla comunità: nuovi parcheggi, il recupero delle terme, e la valorizzazione di altri spazi pubblici».

«L’obiettivo è creare un sistema integrato che porti benefici reali a Talamone e al suo territorio. Detto questo, in questo momento non è stato dato nulla a nessuno -, ribadisce l’ex senatore -. Altro è il fatto che stiamo andando avanti con un iter che apre alla concessione ai privati».

Una sfida ambiziosa

«Il progetto per il porto di Talamone – chiude Berardi – rappresenta  una sfida ambiziosa, ma con potenziali ricadute positive per l’intera comunità. Se realizzato con il giusto equilibrio tra pubblico e privato, potrà diventare un modello di sviluppo territoriale sostenibile e inclusivo».

L’attacco del comitato: «Vogliono speculare»

Di visione opposta il Comitato Salviamo Talamone che accusa: «Vogliono solo speculare sul porto».

Sono i tempi della concessione a non convincere il Comitato. «L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Andrea Casamenti, eletto col centrodestra, ha avuto il tempo, a cavallo di Ferragosto, per deliberare una istanza di concessione volta alla trasformazione dell’approdo di Talamone in porto turistico – scrivono –  L’avviso di pubblicazione dell’istanza di concessione per il porticciolo è stata firmata il 16 agosto, appena tre giorni dopo, la determinazione dell’ufficio gare che assegna l’affare a una piccolissima azienda costituita da un gruppetto di imprenditori locali, Società Porto Turistico di Talamone».

Il documento è pubblico dal 20 agosto. All’imminente pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale seguiranno 90 giorni di tempo entro i quali potranno essere presentate proposte alternative da parte di concorrenti oppure sarà possibile contestare il progetto presentato dalla società.

L’accusa: «Scappatoia per mettere le mani sulle concessioni»

Secondo il Comitato, la concessione sarebbe «una scappatoia per mettere le mani sulle 18 concessioni oggi rilasciate a vari soggetti, tra cui piccole imprese private e associazioni sportive dilettantistiche, da decenni protagoniste per il buon funzionamento e lo sviluppo del porto – scrivono –  Quelle concessioni scadono il prossimo 31 dicembre e il sindaco di Orbetello, da gennaio 2025, potrebbe dirottarle in blocco sulla srl. Sarebbe la gallina dalle uova d’oro, perché le “licenze” demaniali marittime potrebbero essere riaffittate dalla nuova srl, magari agli attuali titolari, a prezzi pari un multiplo di quelli odierni».

600 posti barca a rischio

 Un piano così ampio, inoltre, «corre il rischio di dare il via a un cantiere che verrebbe completato non prima di 7-8 anni, mettendo a repentaglio 600 posti barca esistenti, usati da villeggianti e residenti – aggiungono dal Comitato – con consequenziali danni economici a tutto il paese. C’è poi chi si interroga sulle reali ragioni che spingono il Comune di Orbetello ad avventurarsi in questo ambito, tenuto conto che, a distanza di pochi chilometri, sono sotto gli occhi di tutti ci sono due clamorosi “flop”: uno è quello del porto di Cala Galera (a Sud di Talamone, nel Comune di Monte Argentario); l’altro, a Nord, è quello di Marina di Grosseto. Due precedenti non positivi che suggerirebbero prudenza e non improvvise fughe in avanti».

Autore

  • Vittorio Patanè

    Redattore di MaremmaOggi. Per me scrivere è uno strumento di verità, di bellezza, è di liberta, un mezzo per esprimere ciò che altrimenti rimarrebbe inespresso. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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