GROSSETO. Esplode la polemica sul “Polo della conoscenza“, a tre anni dall’istituzione. Un polo che non c’è mai stato, anche se fu inaugurato in una sede accanto alle Clarisse.
Fu istituito dall’Amministrazione provinciale a guida Vivarelli Colonna, con tanto di presidente, l’avvocato Davide Lera. Ma da allora, era il 2021, non ha fatto praticamente nulla, non è praticamente esistita.
Ora, cambiata la guida alla presidenza della Provincia, è la coalizione di maggioranza del Comune a chiedere conto a Francesco Limatola, nuovo presidente di palazzo Aldobrandeschi.
A tre anni di distanza e a pochi mesi dalla consultazione elettorale per la guida dell’Amministrazione provinciale, a Grosseto si torna quindi a parlarne.
L’inaugurazione avvenne il 25 gennaio 2021. Le elezioni quasi un anno dopo, a dicembre 2021.
Il centrodestra in Comune: «Che fine ha fatto il Polo della conoscenza?»
La coalizione di centrodestra pone alcune questioni.
«L’inaugurazione della sede di quello che sarebbe dovuto diventare il Polo della conoscenza, ha rappresentato il completamento di un percorso culturale e amministrativo, teso a dare sostegno alle diverse attività imprenditoriali sul territorio – dicono dalla coalizione – Era l’avvio di una nuova era. La politica aveva dunque fatto la sua parte, e sia pure in un periodo di pandemia, erano state poste le condizioni per iniziare un nuovo cammino. La sede era stata ammodernata e dotata di tecnologie di ultima generazione da consegnare, chiavi in mano, al soggetto gestore. Da allora il buio totale. Sono trascorsi tre anni e curiosamente, pochi giorni or sono, l’Amministrazione provinciale ha pubblicato un avviso per la valutazione di proposte progettuali per la rigenerazione urbana dell’immobile in Chiasso delle Monache».
«Da qui una serie di domande: che ne è dell’ambizioso progetto intrapreso dall’Amministrazione Vivarelli Colonna che aveva già visto la nomina del presidente David Lera, presidente traghettatore tra la nuova e la vecchia amministrazione in continuità amministrativa e l’avvio del percorso di affidamento del gestore della struttura? – chiedono – Perché sono trascorsi tre anni senza che sia stato fatto alcunché e improvvisamente viene pubblicato un avviso per la rigenerazione urbana, azzerando in questo modo il laboratorio di imprese di alto livello? Perché è stata intrapresa una strada diversa rispetto al progetto teso a rafforzare la gestione delle “best practice” per potenziare la rete imprenditoriale nella nostra Maremma?»
Furono investiti 150mila euro
«Va ancora ricordato – proseguono – che il Polo della conoscenza era stato dotato di una sede con le migliori tecnologie per la connettività; furono addirittura investiti 150mila euro per offrire la migliore tecnologia disponibile e il gestore poteva finanziarsi anche attraverso l’organizzazione di corsi di formazione a distanza. Erano insomma state create le condizioni di base per offrire uno spazio di incontro anche internazionale tra innovazione e imprese. Invece viene tutto azzerato, tra l’altro con grandi dubbi di legittimità rispetto al nuovo percorso avviato dall’Amministrazione provinciale».
«Insomma tre anni di gestazione con tanto di sede inaugurata, per partorire poi un avviso per la valutazione di proposte progettuali sulla rigenerazione urbana – puntualizzano dal centrodestra – Un autentico controsenso, stante anche la perdurante inattività della Provincia che ha contribuito fortemente a fare di piazza Indipendenza, una delle aree urbane più difficili da rivalorizzare».
«Tre anni di nulla – concludono – fino a che oggi, a pochi mesi dalle nuove consultazioni elettorali per il rinnovo della giunta provinciale, la questione è tornata a galla. Ma perché è trascorso tutto questo tempo di autentico oblio? Cosa serve per ridare un vero e proprio impulso costruttivo a quanto seminato tre anni fa? Non certo un avviso sulla rigenerazione urbana. Ma forse i segnali premonitori hanno davvero un significato».
Il presidente della Provincia risponde
«Vorrei ricordare alcuni fatti utili per comprendere le caratteristiche di un modello di pessima politica» – esordisce Francesco Limatola, presidente della Provincia di Grosseto.
«La Provincia di Grosseto è proprietaria di alcuni importanti locali collocati nel centro storico di Grosseto – precisa – Per uno di questi, collocato tra Chiasso delle Monache e piazza San Francesco, nel marzo del 2018 con decreto n. 18 l’allora presidente della Provincia Antonfrancesco Vivarelli Colonna avviò una procedura di utilizzo individuandolo come sede di un progetto, il Polo della Conoscenza».
«Nello stesso decreto – ricorda Limatola – si stabilì che alla destinazione d’uso doveva seguire la costituzione di una Ats tra la stessa Provincia, il Comune di Grosseto e il Polo universitario grossetano. Alla costituenda ATS spettava il compito di attivare concretamente le attività del Polo.
Poi trascorrono anni, quasi tre. «Dal marzo 2018 si arriva al 25 gennaio del 2021 e Vivarelli Colonna, sempre presidente della Provincia, si esibisce in una delle performance in cui è specializzato: le inaugurazioni – dice Limatola – Viene inaugurata la rinnovata sede del Polo e con Comunicato stampa compare, nominato “a voce”, il presidente della Ats non ancora formalmente costituita. Si spendono, nel frattempo, 150mila euro di denaro pubblico per dotare la sede di Chiasso delle Monache di qualche tablet, un mega schermo e un sistema di videoconferenza già tecnologicamente arretrato perché prevedeva una call limitata a 24 persone. Un bluff. Sicuramente non uno strumento per sostenere lo sviluppo economico».
«Ricordo – dice LImatola – che le pubbliche amministrazioni agiscono nel rispetto della legge attraverso atti formali e in questo caso la Provincia ha prodotto soltanto un decreto presidenziale nel 2018. L’Ats è stata annunciata, il presidente indicato ma non esiste nulla formalmente e operativamente attivo, sono solo fantasmi creati dalla propaganda».
Limatola fa un’ultima puntualizzazione. «È in questo scenario che, oggi, la Provincia agisce e attiva un percorso di rivitalizzazione di una struttura e di un progetto mai realmente partorito. Nel frattempo, si assiste anche al degrado proprio di quella particolare area del centro storico di Grosseto, piazza San Francesco, che coincide con la zona in cui si affaccia la sede in questione. Rendere funzionale e viva la sede provinciale potrebbe contribuire a recuperare quella zona, ma di tutto questo poco interessa al centrodestra di Grosseto che invece si esercita a fare un’inutile polemica su ciò che Vivarelli ha abbandonato».
«Li invitiamo – conclude – a fare memoria e ad esercitarsi nella lettura degli atti della Provincia. Grazie».
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