Pista sarda per l'assalto al portavalori. Pianificato da mesi. Soldi per la coca | MaremmaOggi Skip to content

Pista sarda per l’assalto al portavalori. Pianificato da mesi. Soldi per la coca

Assalto al portavalori, si rafforza la pista sarda. Soldi destinati a comprare cocaina, ora nascosti in zona. Ricostruita la dinamica. Il video di Saviano
Si rafforza la pista sarda per l'assalto al portavalori a San Vincenzo
Si rafforza la pista sarda per l’assalto al portavalori a San Vincenzo

SAN VINCENZO. Si rafforza la pista sarda per l’assalto al portavalori a San Vincenzo. Gli inquirenti, da Livorno e in collaborazione con i colleghi dell’isola, sono sempre più convinti che a colpire sia stata una delle bande che, da anni, compie azioni di questo genere.

Un’azione pianificata da tempo, con mesi di osservazioni e soldi impiegati per mettere insieme tutti i tasselli. E con una dinamica fotocopia di colpi analoghi, dinamica che non ha lasciato niente al caso.

Del resto gli assalti ai portavalori, sempre più frequenti negli ultimi tempi, sono quasi tutti riconducibili o a bande sarde, più di una e scollegate fra loro, o all’organizzazione mafiosa della zona del foggiano, Cerignola in particolare.

Ma l’accento dei banditi che hanno colpito sull’Aurelia a san Vincenzo “Tutti siamo? Ajo! Andiamo“, non lascia molti dubbi sulla provenienza del commando armato di kalashnikov e in possesso di esplosivo militare, dosato alla perfezione per sventrare il blindato senza distruggere anche il denaro.

Niente lasciato al caso, appunto.

Soldi che al momento potrebbero essere nascosti in zona, ma che sono destinati ad essere portati in Sardegna, per essere investiti in cocaina da spacciare in estate ai turisti. Così quei 3 milioni o poco più diventeranno almeno 10

In parte potrebbero essere riciclati, acquistando attività commerciali, gioielli o orologi di valore.

La scelta del punto dove colpire, la dinamica

I soldi, sui mezzi blindati della Battistolli c’erano circa 4 milioni di euro, un quarto dei quali sono rimasti sul mezzo sventrato e sono stati recuperati da un altro mezzo della ditta, erano destinati alle pensioni in Maremma. Soldi assicurati, sia chiaro, i pensionati non perderanno nulla.

I banditi da mesi seguivano il percorso dei blindati sull’Aurelia, in partenza da San Pietro a Palazzi, vicino a Cecina, e diretti a Grosseto. Sapevano anche su quale dei due mezzi si trovava il denaro. Non si esclude che possano avere anche un basista.

E, per colpire, hanno scelto il punto, all’altezza di San Vincenzo, dove il restringimento della carreggiata per lavori creava un imbuto perfetto per intrappolare i blindati.

E qui hanno usato la tecnica già perfezionata in colpi analoghi. Avevano due furgoni, un camper e uno di quelli destinati al trasporto dei cavalli, e tre auto per l’assalto. Mezzi rubati in un piazzale in località Due Ponti, vicino a Siena, a un operatore nazionale che trasporta cavalli in tutta Italia e all’estero. Mondo dei cavalli, peraltro, molto ben conosciuto in ambienti sardi. 

Il sorpasso prima della galleria, poi l’assalto

L’operazione è partita prima della galleria di San Vincenzo.

Il camper ha sorpassato i mezzi blindati e, all’altezza del restringimento della carreggiata, ha frenato fino a fermarsi, costringendo le guardie giurate alla guida dei blindati a fare lo stesso. Il furgone per il trasporto dei cavalli ha chiuso l’uscita in retromarcia, mettendo in trappola i mezzi della Battistolli.

Qui sono entrati in azione gli uomini sulle tre auto che, con le armi a canna lunga, hanno sparato contro i parabrezza antiproiettile.

Le guardie a bordo sarebbero potute restare a bordo, ma i banditi in questo caso avrebbero cosparso i mezzi di benzina e appiccato il fuoco. I vigilantes, 5 in tutto, hanno così scelto di scendere e consegnare le armi.

A questo punto hanno piazzato le cariche, dosate alla perfezione, hanno preso le sacche e hanno dato fuoco ai mezzi rubati. Poi sono saliti sulle auto e sono scappati. Il tutto in meno di 10 minuti.

Alcune testimonianze hanno segnalato le tre auto in uscita a Venturina, ma potrebbero essere uscite anche subito, a San Vincenzo sud.

Certo è che avevano tre auto pulite, nascoste in zone sicure, lontano da telecamere, per fare in sicurezza il trasferimento del bottino. Una è stata trovata in un campo fra Castelnuovo Val di Cecina e Monterotondo Marittimo, una in un bosco a Suvereto. La terza non è stata ancora ritrovata, ma anche questa sarà in una zona isolata.

Il denaro nascosto in zona, ma andrà in Sardegna

Gli inquirenti sono convinti che il denaro sia stato parcheggiato in qualche posto in Maremma o in Val di Cornia. Resterà nascosto a lungo. Ma è destinato a essere poi portato in Sardegna, con più viaggi e nascondigli ingegnosi.

Sono soldi destinati, in gran parte, a essere investiti in cocaina, da spacciare sull’isola, ma anche da far arrivare ai ricchi mercati della Costa Azzurra e della Catalogna. 

Le bande sarde, più di una e tutte provenienti dalle zone di Nuoro e di Sassari, hanno nel narcotraffico uno dei propri business più importanti. Cocaina acquistata dalle mafie del sud, senza però avere legami stabili con le organizzazioni criminali. 

In parte i soldi potrebbero essere usati anche per acquistare attività commerciali, soprattutto nella ristorazione, ma anche gioielli e orologi di valore, da poi rivendere a prezzo maggiorato.

Sull’intera vicenda ha realizzato un video anche Roberto Saviano, sul suo canale ufficiale YouTube. 

Il lavoro degli inquirenti

Gli inquirenti sono al lavoro su più fronti. Stanno monitorando tutti i passaggi dalla Sardegna verso l’Italia fin dall’estate. E stanno incrociando i rilievi con quelli effettuati in Sardegna nei colpi analoghi.

Sono all’esame anche tutte le telecamere sui vari percorsi possibili per la fuga, anche se la banda, aveva scelto zone non coperte per nascondere le auto pulite.

Rilievi sono in corso anche sulle auto ritrovate, a caccia di tracce, anche di Dna, che possano far identificare i banditi. Manca ancora l’auto del medico di Orbetello, una Tiguan. Pare, ma manca la conferma, che su una delle auto ci fosse una pistola.

Intanto il prefetto di Livorno, Giancarlo Dionisi, ha convocato per mercoledì 2 una riunione con le forze di polizia, le agenzie di vigilanza privata e anche Anas, per pianificare un protocollo che possa prevenire altre azioni analoghe.

Autore

  • Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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