GROSSETO. Fu realizzata con l’intenzione di essere una piazza da vivere, un agorà dove fare manifestazioni, giocare, passare il tempo sotto alle Mura: in realtà piazza Nassiriya non è mai stata, se non in pochissime, occasioni, tutto questo. È un “non luogo”, più il semplice tetto di un parcheggio (poco) utilizzato che un’area vissuta dalla gente.
Non la amano neppure gli spacciatori, troppa luce. Molto meglio i luoghi appartati sulle Mura.
Qualcuno ha anche ipotizzato, più volte, di portarci parte del mercato. Ma certe modifiche alle abitudini sono molto complicate da attuare.
Nonostante questo, 20 anni dopo la sua realizzazione, piazza Nassiriya si sta sbriciolando. Cade letteralmente a pezzi.
La copertura è spaccata in più punti, montagnole di sassi sono ammucchiate qua e là, al centro ci sono due vaste aree completamente scoperte. Orribile da vedere, di fronte alle Mura, e anche pericoloso.
Peraltro sono rotte anche le recinzioni in legno, in più punti.
Il Comune, per ora, ha messo delle transenne, nei punti messi peggio. Servirà un intervento importante, per rimettere anche le lastre rotte.
Una piazza dedicata ai carabinieri caduti
La piazza è dedicata ai caduti di Nassiriya, l’attentato del 12 novembre 2003.
Morirono 19 italiani:12 carabinieri, più 5 militari dell’esercito e 2 civili. Questi i loro nomi: sott. Enzo Fregosi, sott. Giovanni Cavallaro, sott. Alfonso Trincone, sott. Filippo Merlino, masups Alfio Ragazzi, masups Massimiliano Bruno, mar. capo Daniele Ghione, ìbrig. Giuseppe Coletta, brig. Ivan Ghitti, vice brig. Domenico Intravaia, app. Horacio Majoranae, app. Andrea Filippa. Questi i caduti dell’esercito: cap. Massimo Ficuciello, mar. capo Silvio Olla, capmag capo scelto Emanuele Ferraro, 1° capmag Alessandro Carrisi e capmag Pietro Petrucci. I civili deceduti sono Stefano Rolla, regista, e Marco Beci, addetto alla cooperazione internazionale.
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