CASTIGLIONE. «Il settore della pesca sta vivendo un momento congiunturale drammatico» – afferma Fabio Tavarelli, consigliere con delega all’economia e all’ambiente del comune di Castiglione della Pescaia.
«È improrogabile che Regione e Governo facciano uno sforzo per sostenere una categoria che con enormi sacrifici ha continuato a caratterizzare Castiglione e a favorire i flussi turistici».
«La pesca locale – prosegue Tavarelli – ha consentito la presenza sulle nostre tavole di un prodotto di alta qualità, a chilometri zero, sostenibile e sano. Questo ha rappresentato un sostegno per i settori della somministrazione e dell’accoglienza turistica, che hanno potuto esibire la straordinaria qualità dei prodotti del mercato locale. A ciò si affianca una offerta occupazionale per dodici mesi e un indotto nel settore della cantieristica e delle lavorazioni navali».
«Tutto ciò è stato possibile solo grazie a enormi sacrifici, orari di lavoro massacranti, incertezze legislative, un sistema regolamentare che penalizza i piccoli a favore dei grandi pescherecci, oltre al confronto quotidiano con le avversità metereologiche. Oggi si aggiunge il caro gasolio, insostenibile dal punto di vista economico, che segue un sistema del fermo biologico che non tiene adeguatamente conto dei cicli riproduttivi dei prodotti locali e delle dimensioni della flotta da pesca, costringendola a sospendere l’attività ancora in piena estate».
«A fare il pieno – incalza il consigliere delegato Tavarelli – contribuisce infine un sistema amministrativo inefficiente e spesso ridondante».
A Castiglione grosso impegno per i fondali del porto
«A livello locale il sindaco Elena Nappi ha portato avanti il progetto generale di sistemazione dei fondali del porto, anticipando con mezzi propri del comune un intervento di escavo proprio in corrispondenza delle banchine di ormeggio dei pescherecci, che avverrà prima dell’estate».
Serve un intervento della Regione e del Governo
«Serve però adesso un intervento della Regione, a tutela della pesca locale, che prenda atto e sostenga la straordinarietà del pescato nei nostri mari, e permetta a questa categoria di continuare nella propria attività che riveste rilevanza di natura generale».
«Allo stesso modo, il Governo deve intervenire; da un lato per semplificare la burocrazia che schiaccia il settore, lasciando alle Capitaneria il controllo e trasferendo alla Regione la gestione amministrativa. Basti pensare che oggi tutte le pratiche di trasferimento dei natanti, gli imbarchi quotidiani degli equipaggi e ogni altro onere amministrativo che riguardano i pescherecci, sono gestiti dai militari della Capitaneria di Porto, così da una parte distraendo risorse dai compiti primari demandati alla Guardia Costiera e dall’altra mantenendo un sistema che non si è mai adeguato ai criteri di semplificazione amministrativa e di informatizzazione dei processi».
«Con il risultato che ogni volta che viene trasferito un natante occorrono mesi per riprendere la pesca e che i premi del fermo biologico vengono pagati dopo anni».
«È improrogabile che la Regione porti la voce dei pescatori al Governo e promuova la riforma del sistema, avviando da subito un percorso di tutela – conclude Tavarelli -. Altrimenti l’immagine serale della flotta da pesca che rientra la sera nel porto, che caratterizza Castiglione da centinaia di anni, diventerà un ricordo».
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