GROSSETO. Un’esperienza in parte da dimenticare quella vissuta da una giovane donna incinta di due gemelle, nel reparto di ostetricia dell’ospedale Misericordia. Ma anche l’incontro con la professionalità di medici e operatori sanitari che Gloria, così si chiama, ha voluto ringraziare attraverso la redazione di MaremmaOggi.
Alla fine tutto è andato per il meglio, la gravidanza è stata portata a termine e le bambine sono nate in salute alle Scotte di Siena. Il suo è racconto di una sanità a due velocità e a due facce, dove la percezione del paziente si mescola al lavoro degli operatori, dove le risposte attese sono diverse da quelle che realmente arrivano. Almeno per una parte.
L’arrivo in ospedale e il ricovero in ostetricia
Gloria si è presentata al pronto soccorso ostetrico il pomeriggio del 26 ottobre, su consiglio del dottor Ugo Marrucci. È alla trentesima settimana di una gravidanza gemellare, ha edemi alle gambe e vomita. Racconta di essere stata visitata dal dottor Kenanidis, che già conosceva il caso e l’aveva indirizzata al percorso gravidanze difficili, dove è stata seguita dalla sala Tulipano e dalla dottoressa Filardi. Viene deciso il ricovero, gli accertamenti e la terapia da fare per il vomito. Arrivano i primi risultati degli esami.
«Quando il dottor Kenanidis termina il turno, mi rassicura che le analisi sono nei parametri – racconta la donna – ma devono essere fatti ulteriori esami che lascia indicati in agenda per la mattina successiva. Durante la notte è in turno la dottoressa Filosomi che viene più volte a controllare le mie condizioni. Dato che la situazione non accenna a migliorare, contatta Kenanidis e decidono di somministrarmi il Bentelan, nel dubbio che debba essere fatto un cesareo d’urgenza. Quando la dottoressa Fillosomi smonta – prosegue Gloria – mi informa che mi verranno fatti gli esami prescritti da Kenanidis».
Secondo il racconto della donna, è a questo punto che tutto cambia: Inizia la lunga giornata del 27 ottobre, durante la quale comincia a stare peggio, continua a vomitare, le gambe sono sempre più gonfie e non riesce a stare in piedi.
Il racconto: «12 ore in attesa in una stanza del reparto»
«L’unica persona che vedo è l’addetta alle pulizie – riprende il racconto di Gloria – malgrado che già alle 8 avessi chiesto all’ostetrica di chiamare un medico o di darmi qualcosa per il vomito. L’ostetrica torna verso le 13 quando io suono il campanello, ma tre ore dopo ancora non mi è stato fatto nulla e scopro che le indicazioni di Kenanidis non sono state lette. Lo faccio presente, qualcuno controlla e mi fanno un’ecografia. Alle 20, monta in turno di nuovo il dottor Kenanidis. Mi vede, si rende conto del peggioramento delle mie condizioni e mi fa mettere una flebo. Avevo vomitato tutto il giorno e le gambe si sono gonfiate fino a metà coscia».
Le dimissioni e il ricovero a Siena
La mattina dopo, siamo al 28 ottobre, Gloria chiede di essere dimessa e decide a quel punto di andare alle Scotte di Siena. «Qui vengo presa in carico dalla dottoressa Torricelli e dalla dottoressa Biliotti che mi sottopongono agli accertamenti richiesti dal dottor Kenanidis», racconta ancora Gloria.
La donna resta ricoverata alle Scotte per 14 giorni, infine dimessa. Poco più di un mese dopo, il 23 novembre, nascono le gemelline Arianna e Alessandra. «Durante tutto il periodo del ricovero a Siena, il dottor Kenanidis si è tenuto costantemente informato, è venuto a trovarmi, è stato in sala operatoria per il cesareo», racconta.
I ringraziamenti
«Non credo che esista un modo per ringraziare il dottor Kenanidis e gli altri medici che mi hanno assistito a Grosseto, ma anche il professor Severi e la dottoressa Torricelli del policlinico Le Scotte. Le parole giuste sono professionalità e umanità. Quella di un medico che in questa mia disavventura è stato costantemente presente e rassicurante. Al contempo resta la delusione per aver vissuto un ‘esperienza tanto negativa all’ospedale di Grosseto, dove lavorano molti professionisti in gamba»
L’Asl: «Pratiche cliniche corrette»
Secondo l’Asl le pratiche messe in atto sono corrette. Da una verifica interna, scrive l’azienda «emerge un quadro di azioni e pratiche cliniche corrette e coerenti da parte dei professionisti che si sono succeduti tra il 26 e il 27 ottobre scorsi.
La paziente, ricoverata per un problema non direttamente legato alla gravidanza, è stata presa in carico dal pronto soccorso ostetrico dove è stata visitata e ha eseguito tutti gli esami diagnostici necessari. Durante la degenza, anche nelle ore notturne, in reparto, è stata presa in carico dal personale infermieristico e dal medico di guardia», conclude una nota dell’Azienda sanitaria.
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