di Vanna Bertoncelli
GROSSETO. «Questo è un abbraccio di ringraziamento che, unitamente alla preghiera per loro, do alle persone che, nell’investimento stradale del settembre 2022, mi sono state vicine. A chi, mentre giacevo sull’asfalto, mi si è fatto prossimo; a chi ha chiamato i soccorsi; agli operatori della polizia municipale che hanno fatto i rilievi e seguito il caso».
È padre Giuseppe Bertelli, don Nello, a raccontare quello che gli è successo ormai più di un anno fa, quando, come ogni mattina da vent’anni a questa parte, è uscito da casa per andare a celebrare la messa in Duomo.
Travolto davanti alla Caritas
Don Nello, la mattina del 20 settembre, intorno alle 9, aveva parcheggiato la sua auto nel cortile del Seminario. «Me l’hanno rinnovata l’ultima volta il 24 giugno dell’anno scorso – spiega – e quella mattina, lungo il percorso pedonale di via Dandolo, ero arrivato all’innesto di via Circondaria Sud che avevo attraversato dopo essermi assicurato che fosse libera. Ero sul marciapiede di via Alfieri, in prossimità dell’attraversamento pedonale e mi stavo accingendo ad attraversare la strada. Ho guardato a sinistra e ho visto un’ auto in transito, in lontananza, quasi in fondo al viale, più o meno all’altezza della ex Caritas. Ho deciso quindi di attraversare e mentre lo faccio, ormai superata oltre la metà della strada, prossimo al marciapiede, nei pressi del posto auto disabili, sento come se fosse esplosa una bomba: questa l’impressione provata».
L’urto è violento, don Nello viene sbalzato a terra. «C’è qualcuno intorno a me. Non ricordo altro – dice – vengono chiamati 118 e polizia municipale. Questo è, pressappoco, quanto da me dichiarato agli agenti durante la loro visita domiciliare».
Il parroco è stato portato al pronto soccorso del Misericordia per trauma cranico e frattura sovra-intercondiloidea omero sinistro con prognosi di 30 giorni. La parte sinistra del suo corpo era tutta un ematoma.
«Da qui qualcuno avvisa casa. Ed è qui che mi raggiunge la persona presso la quale vivo – dice – Vengo sottoposto ad una serie di accertamenti e quindi riportato, con il braccio sinistro ingessato, al pronto soccorso. Nello stesso giorno, intorno alle 16,30 vengo trasferito in Ortopedia e Traumatologia e il giorno dopo vengo portato in sala operatoria e operato».
Una nuova vita a 95 anni
Il secondo ringraziamento riconoscente di don Giuseppe Bertelli è dedicato all’équipe chirurgica, sotto la direzione del dottor Pierfrancesco Perani, che un anno fa lo sottopose a un delicato intervento chirurgico. «Definito da colleghi ortopedici – dice – un’opera d’arte».
Dopo le dimissioni dal Misericordia, don Nello è stato seguito dall’Ambulatorio divisionale di Ortopedia del Misericordia dove il parroco avrebbe dovuto seguire le sedute di fisioterapia, che però ha deciso di sostituire con un trattamento domiciliare, praticamente autogestito, con il supporto specialistico di una cara conoscenza. «Decisione opportuna per le difficoltà a spostarsi – ricorda – Necessario mezzo attrezzato con seggiolina elettrica perché vivo al 2° piano di un palazzo storico senza ascensore. Quel 20 settembre mi è cambiata la vita perché dopo circa 60 giorni non ero ancora autosufficiente per le funzioni fisiologiche, per l’igiene personale e per la deambulazione».
Don Nello, a fine gennaio, ha compiuto 95 anni. «Quanto accaduto ha alterato un equilibrio psico-fisico delicato, difficile da ripristinare. È cosa risaputa che, in un grande vecchio, la fragilità è compagna fedele – dice – Da quel 20 settembre la signora che mi ospita mi segue giorno dopo giorno in tutto, vedendo sconvolta anche la propria vita, quella professionale compresa. Nella cura quotidiana è stata accompagnata dal medico di medicina generale e dal geriatra che, per molti anni, è stato il mio medico». Don Nello, però, è un uomo che non si arrende. «L’autosufficienza di oggi non è certo quella che avevo prima di essere investito – dice – Il cammino è in salita ed io ce la metto proprio tutta».
Un cuore colmo di gratitudine
È un cuore colmo di gratitudine, quello che ha spinto don Nello a raccontare quello che gli è successo da un anno a questa parte. «Professionalità diverse ed umanità differenti mi hanno accompagnato in questo percorso. Sono medici, paramedici, tecnici ed oss che si sono presi cura di me durante la sosta nella frenesia del pronto soccorso generale, durante la degenza in Ortopedia e traumatologia e nelle visite presso l’ambulatorio divisionale del Misericordia – dice – La professionalità, la presenza costante, a tratti premurosa, di queste figure hanno contribuito a rendere sostenibile un percorso di cura non breve e non facile».
Non solo in ospedale, non solo in ambulatorio. Don Nello ha trovato una rete di solidarietà che gli ha permesso di proseguire nel suo cammino di cura. «Un grazie al responsabile dei servizi sociali e ambulanze dell’Arciconfraternita della Misericordia di Grosseto per la tempestività degli interventi e agli operatori per l’attenta disponibilità al paziente – dice – al servizio taxi cittadino e al condomino che si sta prendendo cura del mio orticello urbano. Ringrazio di cuore il mio vescovo Giovanni per la vicinanza. Grazie ai colleghi sacerdoti, ai fratelli in Cristo e non solo. Concludo con un pensiero per Maria, la persona che mi ha investito e che suppongo un poco sofferente per questo. Ad oggi, non ho avuto modo di conoscerla».
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