GROSSETO. Ormai l’allarme sulla mancanza del personale specializzato, infermieri e Oss negli ospedali è diventata cronica. Come una malattia irreversibile. Da più parti, soprattutto i sindacati, chiedono maggiore attenzione e soprattutto interventi decisivi per invertire una rotta che sta portando al collasso molti reparti.
Usb: «I lavoratori sono allo stremo»
«La situazione degli Oss, operatori socio sanitari, è ormai critica – scrive Corsini dell’Usb pubblico impiego sanità – e a proposito dei numeri le assunzioni, 6 per tutto il 2024 e per tutta la Asl, sono davvero una miseria. Inoltre gli Oss sono diventati una sorta di multiproprietà, e sono dirottati spesso in reparti dei quali non conoscono nemmeno dove si trova il normale materiale d’uso, e sono altrettanto spesso obbligati anche all’interno del solito turno lavorativo, a prestare servizio in più reparti».
Un’emergenza continua
Sempre Corsini spiega che l’emergenza è una costante giornaliera. «Nonostante la dirigenza dell’Asl Toscana sud est cerchi affannosamente di dimostrare con i numeri che il personale è sufficiente a garantire i servizi – scrive sempre Corsini – e che non c’è nessuna emergenza, la realtà quotidiana parla invece di una carenza di personale che ha raggiunto livelli allarmanti. Si è creato un ambiente lavorativo insostenibile per gli operatori sanitari, a causa delle pressioni alle quali sono continuamente sottoposti per le continue richieste di rientri lavorativi o cambi turno per compensare le assenze o, addirittura, per coprire il turno di chi è legittimamente, in ferie. I turni di lavoro infatti sono continuamente modificati e diventa praticamente impossibile conciliare i tempi di vita con il lavoro, ed è difficile programmare qualsiasi attività. Non bastano davvero le poche assunzioni “usa e getta” di infermieri interinali a migliorare la situazione».
Nelle stesse condizioni d’emergenza ci sono gli infermieri
Sempre secondo il sindacato, i problemi di organico riguardano anche gli infermieri specializzati.
«Per gli infermieri la situazione non è diversa – aggiunge Corsini – La mancanza degli Oss, spesso dirottati in altri reparti, comporta di lavorare sotto organico e di fatto implica il demansionamento dell’infermiere che si trova a svolgere compiti, normalmente, non di sua pertinenza. Questa situazione non solo sminuisce le competenze e la professionalità degli infermieri, ma ne aumenta e peggiora ulteriormente il lavoro. In aggiunta ai soliti rientri lavorativi e riposi saltati, il carico e le condizioni di lavoro aumenta lo stress».
Negati i progetti
«In aggiunta agli Oss è stata negata, a differenza in simili situazioni di quanto accade in altre aziende sanitarie in Toscana – scrive sempre Corsini – la possibilità di istituire progetti a carico del bilancio aziendale e retribuiti con la tariffa prevista per l’attività aggiuntiva. Si è preferito attivare, per l’emergenza, l’istituto della pronta disponibilità, sulle modalità della quale Usb vigilerà attentamente per evitare che venga usata per supplire alla carenza di personale, con costi a carico dei fondi aziendali di tutti i dipendenti. Un occhio di riguardo al bilancio è anche cosa buona e giusta. Invece l’Asl continua a sfornare nuovi dirigenti evidenziando così la totale disconnessione dalle reali esigenze degli operatori, e che si fa cassa e si risparmia sempre e solamente sul personale del comparto».
«La salute, la sicurezza e il benessere degli operatori, gli standard qualitativi dell’assistenza offerta ai pazienti – conclude l’Usb – dovrebbero essere le priorità assolute, ma l’evidente mancanza di personale le sta mettendo a repentaglio. Usb sta valutando un percorso di iniziative e mobilitazioni, fino alla possibilità di dichiarare lo stato di agitazione a tutela del personale, per assunzioni immediate, per il miglioramento delle condizioni di lavoro e sicurezza e a tutela della qualità della prestazione al paziente e dei servizi erogati alla cittadinanza».
Protesta l’Ordine degli infermieri: «Gli Oss devono essere il 33%»
Anche l’Ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto interviene sulla richiesta di accelerare i tempi di ingresso in servizio degli operatori sociosanitari (Oss), all’interno dell’Azienda Usl Toscana sud est.
«Sarebbe molto importante – spiega Nicola Draoli, presidente Opi Grosseto – poter contare sulla presa in servizio di nuovi Oss, anche attraverso l’attuale graduatoria in essere, che si sta avvicinando alla sua conclusione. È tema noto la penuria di professionisti della sanità e come sia complicato reperire personale. In questi mesi qualcosa si è mosso, limitatamente all’assunzione di nuovi infermieri, ma per gli Oss la situazione è ferma da un pò, con conseguenze negative non solo per i servizi ma anche per gli stessi infermieri».
La presenza degli Oss è funzionale infatti, anche al buon funzionamento della professione infermieristica. L’obiettivo è quello di portare il rapporto tra Oss e personale infermieristico al 33%.
«Gli Oss sono personale assistenziale di supporto soprattutto infermieristico e sono fondamentali in questo senso, occupandosi di attività assistenziale a bassa complessità – scrive ancora Draoli – per svolgere al meglio il nostro lavoro. Dalle testimonianze che raccogliamo sappiamo che in molti reparti questa figura è in grave carenza. A nostro parere ci sono reparti a più bassa complessità assistenziale dove questa percentuale potrebbe essere anche aumentata nell’ottica di ottimizzare le presenze infermieristiche e rendere più funzionale la distribuzione del personale e dei professionisti a disposizione. Il bacino degli Oss formati è, in questo momento, ben più ampio di quello di altre professioni sanitarie e nuovi ingressi possono permettere d’impiegare al meglio i professionisti infermieri presenti, oltre a garantire una maggiore risposta assistenziale e domestico alberghiera ai nostri cittadini».
L’allarme della Uil: «Mancano i posti letto»
Ogni anno, durante il periodo estivo, la musica è la stessa e non si prevedono interventi strutturali in grado di superare le difficoltà che si scaricano irrimediabilmente su professionisti e utenti con il personale sanitario, infermieri e Oss in grave carenza.
«Una situazione che si ripete e che ogni anno si aggrava nonostante gli sforzi dell’azienda che attiva molteplici meccanismi – scrivono Fedeli e Lunghi – che però non possono dare risposte adeguate e sollevare il personale sanitario, tutto, dalle difficoltà nelle quali viene a trovarsi. Una situazione che si riverbera poi sui cittadini con rinvii delle prestazioni, prolungamento delle liste di attesa e riduzione di servizi e posti letto. Comprendiamo tutte le difficoltà di reperire personale per ospedali e territorio, a causa della carenza di risorse ed investimenti che nel corso degli anni hanno penalizzato il comparto sanitario pubblico, ma non si può e non si deve continuare e persistere in soluzioni che sono palliative senza affrontare in modo strutturale i problemi, ne va della tenuta della tenuta dell’intero sistema».
L’appello alla Regione Toscana
«Programmando a medio e lungo termine ed investendo risorse finanziare e umane nuove per rafforzare la sanità ospedaliera e territoriale – aggiungono Fedeli e Lunghi – c’è da rilevare come l’area sud est sia fortemente penalizzata e rimanga nella sua condizione marginale rispetto al resto della Regione Toscana. Basti pensare solo alle ultime assegnazioni di personale infermieristico che hanno previsto per Arezzo–Grosseto–Siena solo 6 unità, tra l’altro già in servizio, rispetto alle 54 dell’area Centro o per le Oss di sole 2 unità sempre sugli stessi territori. Le soluzioni adottate sono le stesse: pronta disponibilità che sta diventando sempre di più piena disponibilità, aggiuntive, assunzioni temporanee da agenzie interinali e contratti di varia natura. A tutto questo si sommano le riduzioni di servizi e posti letto che provocano disagi agli utenti».
«Come Uil Fpl – chiude il comunicato – affronteremo con responsabilità questa situazione per tutelare lavoratori e utenti nel tentativo di aprire una strada con la Regione Toscana che consenta all’Azienda di uscire dalle difficoltà presenti e poter dare risposte strutturate in grado di far fronte ai bisogni dei professionisti e dei cittadini e a sostegno di una sanità pubblica che deve restare il riferimento cardine di tutto il sistema sanitario».
La situazione di sintesi convalida le preoccupazioni per quanto riguarda le sole attività chirurgiche.
Area | RIDUZIONE PPLL
PERIODO ESTIVO |
descrizione |
AREZZO | 22 | Riduzione di posti letto ordinari, di week surgey e day surgey durante il periodo estivo. Alla riduzione di posti letto si affiancano riduzioni di prestazioni per chirurgia ordinaria e ambulatoriale. |
SIENA | 24 | |
GROSSETO | 28 |
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