GROSSETO. A cosa serve costruire “muri”, quindi ospedali, se poi non ci sono i professionisti da impiegarci? Bisogna investire sui professionisti e sui sistemi sanitari pubblici di qualità e incentrati sulla persona.
È questo il messaggio lanciato dalla presidente dell’ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Grosseto, Paola Pasqualini, nel corso del convegno organizzato lunedì 17 aprile all’ospedale Misericordia dall’Anaao Assomed, il sindacato dei medici e dei dirigenti sanitari italiani, sul tema “Sanità pubblica crisi reversibile?”.
All’assemblea ha preso parte anche il sottosegretario al ministero della Salute, l’onorevole Marcello Gemmato.
Gli investimenti non bastano
«Il prossimo 27 aprile il presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegnerà la medaglia d’oro al merito della sanità pubblica alla federazione nazionale dell’Ordine dei medici, quindi a tutti i professionisti sanitari – dichiara la presidente Paola Pasqualini – per l’impegno dimostrato durante il Covid-19. Un segnale importante che dovrebbe portare ad un cambiamento culturale nei confronti di una professione che merita di essere riqualificata. Purtroppo nonostante gli aumenti al fondo sanitario nazionale voluti dal ministro alla Salute, Orazio Schillaci, non sono stati stanziati investimenti economici sufficienti a risolvere la crisi della sanità pubblica, infatti rimangono i tetti di spesa e il concetto di azienda per un lavoro che non si dovrebbe basare su un risultato economico ma su un risultato in termini di salute».
La carenza di medici
Il sindacato chiede anche più comunicazione con chi governa lo Stato, «i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza verranno utilizzati sostanzialmente per la realizzazione di strutture dove poi non sappiamo se arriveranno mai dei medici – dice Paola Pasqualini – È evidente che tra chi governa e la categoria ci sia un distacco considerevole, un divario che storicamente non ha mai portato a risultati positivi. Per questo sono importanti incontri come quello di oggi, perché è fondamentale ascoltare chi questo ambito lo vive tutti i giorni e chi ne affronta le criticità».
«Anche oggi abbiamo sentito che uno dei problemi maggiori della sanità pubblica è la carenza di medici. – continua Paola – Non c’è una corretta valutazione della necessità dei medici nel prossimo futuro, utile per poter regolare il numero di iscrizioni alla facoltà di medicina, e di conseguenza il numero di specialisti in base ai bisogni. Una stima di questo tipo è stata fatta dall’Anaao ma deve essere presa in considerazione e soprattutto devono essere messi in atto i cambiamenti opportuni».
Gli stipendi non adeguati
Anche lo stipendio incide sul passaggio da pubblico a privato per i medici. «Altro fattore da tenere presente è quello economico: la fuga dei medici dal pubblico al privato è dovuta alla non adeguata corrispondenza tra il lavoro svolto e il compenso effettivo – continua la presidente – Un esempio? Un emodinamista che viene chiamato di notte per operare d’urgenza viene pagato 45 euro l’ora, al netto 25 euro. Una cifra veramente ingiusta se paragonata ai compensi di altri professionisti di settori differenti al nostro. Quindi siamo favorevoli all’aumento degli incentivi economici per chi opera nell’emergenza, un settore in grande sofferenza, ma questa manovra deve essere solo il punto di partenza per il riconoscimento del valore economico della professione medica nella sua totalità».
Altre criticità della sanità
Anche altri ambiti incidono sul settore medico che rischia il collasso. «Ridurre il carico della burocrazia e aggiornare i sistemi informatici che usa la sanità pubblica – conclude Paola Pasqualini – sono altri due punti su cui concentrare le attenzioni. Queste sono solo alcune delle criticità di un settore che purtroppo rischia il collasso, nonostante sia stato da sempre valutato come uno dei migliori al mondo perché si fonda sull’equità al diritto alla salute».
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