GROSSETO. L’iconica “C” simbolo di Chanel. Il brodo Knorr, nella sua confezione degli anni Settanta, ma anche le Big Babol, il Campari, le Havainas, la Chicco e chi più ne ha più ne metta. Marchi comuni, entrati in tutte le case. Che oggi fanno da sfondo al vocabolario maremmano, vera e propria lingua già tradotta da Mario Barberini, che continua a vivere grazie alle t-shirt realizzate da Davide Ferrari e Maurizio Mainetti, i titolari della gloriosa agenzia fotografica Bf in via del Vinzaglio.
Un laboratorio dove la memoria e la tradizione sono elementi imprescindibili del lavoro dei due fotografi.
Galeotto fu “A me mi garba!”
Il primo, a Grosseto, a prendersi la briga di tradurre per i non maremmani i vocaboli del dialetto è stato Mario Barberini, che nel 1994 diede alle stampe il “Vocabolario maremmano”, vera e propria indagine linguistica sulle parole utilizzate, da nord a sud, nella provincia di Grosseto.
Un volume importante, quello di Barberini, che una decina di anni fa è stato seguito da “A me mi garba!” dove le parole più comuni dello slang maremmano sono state accompagnate dalle immagini che le raccontano. Un progetto firmato dall’Agenzia fotografica Bf che aveva già all’attivo un grande archivio fotografico, memoria storica della nostra città e provincia, mirato alla preservazione e valorizzazione della nostra storia dei maremmani.
L’agenzia BF, nata nel 1962, è una delle testimoni dirette della storia del capoluogo e della sua provincia. «Lo spunto per realizzare il nostro piccolo vocabolario maremmano – spiega Mainetti – ce lo dettero i grossetani che si erano trasferiti in altre parti d’Italia, spesso per lavoro».
Quando in ufficio, esclamavano la parola “uscio” o “bercio”, molti loro colleghi non ne capivano il significato. E quindi dovevano tradurle. «Realizzammo il vocabolarietto proprio con questo scopo – spiega ancora uno dei soci dell’Agenzia Bf – in modo tale che lo potessero regalare ai loro amici e colleghi, che finalmente li avrebbero potuti comprendere senza bisogno di traduzioni».
Magliette fashion che parlano maremmano
Da una parte ci sono i marchi, quelli noti, come quello della Coca Cola o quello della Legea. Dall’altra c’è la fantasia di Davide Ferrari e Maurizio Mainetti, che, poco prima della pandemia del Covid, provarono a trasferire quelle parole sulle t-shirt.
Il progetto ha cominciato piano piano a prendere forma. E oggi, dal laboratorio dell’Agenzia fotografica Bf escono magliette di tutte le taglie con i loghi più noti, sì, ma declinati in maremmano. Il logo delle Big Babol si vede subito: ma leggendo bene, si scopre che c’è scritto “Oh, bogliolo”, che tradotto (affidandosi al Barbieri), significa “uovo marcio o stantìo”. E ancora, il logo dell’Ikea diventa la mèria, quello della Knorr, appunto, “Oh brodo”.
Magliette che sono andate a ruba tra i grossetani ma che hanno incuriosito molto anche i turisti. «Nella bacheca di fronte al negozio ci sono tutte le immagini delle magliette, con le parole stampate – spiegano Maurizio e Davide – e spesso vediamo turisti stranieri che si fermano a leggerle, una per una. E ridono, anche se probabilmente non ne comprendono del tutto il significato».
Un progetto per preservare la tradizione
Un progetto, quello dell’Agenzia fotografica Bf che proprio la prossima settimana inaugura “La settimana della Proda” (altro gioco di parole realizzato ispirandosi al marchio Prada, ndr) realizzato non soltanto per strappare un sorriso a maremmani e turisti, ma anche per preservare un’identità che i giovani oggi faticano a conoscere.
«I ragazzi queste parole dialettali non le comprendono e non le usano più – dice Mainetti – ma fanno parte della nostra identità: sono quelle che ci distinguono, come i tortelli. Fanno parte di noi, della nostra storia. Tant’è che ci sono stati anche diversi clienti che hanno suggerito vocaboli da abbinare ai marchi. È un lavoro collettivo e ci piace pensare che in qualche modo serva anche a preservare le nostre tradizioni, strappando un sorriso a chi le guarda o a chi le indossa».
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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