GROSSETO. I gruppi consiliari del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e di Grosseto Città Aperta insieme alle forze politiche che fanno parte di quest’ultimo – Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista e Sinistra Civica Ecologista – chiedono le immediate dimissioni del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna dalla carica di sindaco, «non essendoci più le condizioni minime – scrivono – per le quali possa continuare a ricoprire il più alto ruolo istituzionale del nostro Comune».
Il caso Schlein, quindi, non è ancora chiuso: non sono bastate le scuse le primo cittadino, arrivate quando ormai il danno era fatto.
Il caso Schlein non è ancora chiuso
«La recente vicenda dei pesantissimi insulti sessisti rivolti dal sindaco contro la neo segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, costituisce un punto di non ritorno – scrivono Davide Bartolini, Carlo De Martis e Giacomo Gori, capigruppo dell’opposizione per Pd, Gca e 5 stelle – la violenza verbale usata contro una donna, il ricorso a quelle forme di bullismo, di body shaming che tanta sofferenza provocano specie nei più giovani, vanno oltre la legittima critica politica. Una condotta che pone dubbi sulle capacità di autocontrollo di Vivarelli Colonna e ne manifesta tutta l’inadeguatezza a rivestire la carica di sindaco, tanto più intollerabile per il gravissimo danno che ha arrecato all’immagine della comunità grossetana».
Per l’opposizione, il sindaco deve rappresentare l’intera comunità che amministra, e per questo «non possiamo accettare che la nostra comunità sia associata ad una figura che ormai è identificata, in tutta Italia, per la misoginia e per la violenza verbale di cui fa uso sui social media».
Compromesso il prestigio e l’onorabilità di Grosseto
Secondo i consiglieri d’opposizione, il discredito provocato nella pubblica opinione dalle azioni di Vivarelli Colonna «ha compromesso inoltre il prestigio, l’onorabilità e la rispettabilità dello stesso Comune di Grosseto quale istituzione. Dov’è il confine tra la vita privata e la vita pubblica di un rappresentante delle istituzioni? Noi crediamo che questo confine sia oltrepassato – spiegano – quando le azioni dell’uomo producono un danno al soggetto istituzionale, ed in questi anni di mandato i comportamenti di Vivarelli Colonna hanno più volte messo in difficoltà l’istituzione che rappresenta. Il nostro ruolo pubblico di consiglieri comunali ci impone di intervenire fermamente per evitare che si ripetano azioni come quelle di cui Vivarelli Colonna già si è reso protagonista».
È sulla figura del sindaco, sul suo essere rappresentante delle istituzioni, che l’opposizione torna a mettere l’accento. «Grosseto troppe volte è andata tristemente alla ribalta delle cronache nazionali in conseguenza degli atteggiamenti indecorosi di Vivarelli Colonna. Non perché sia una celebrità, ma solo ed esclusivamente perché ricopre un importante incarico istituzionale, perché rappresenta una comunità. Noi non ci sentiamo rappresentati e per questo assumiamo una posizione forte quale una richiesta di dimissioni che deriva, oltre che dal fatto in sé, da una rigorosa analisi dell’ordinamento istituzionale e dall’amore e dal forte legame che tutti noi riserviamo alla nostra terra».
«Considerazioni condivise dalla maggioranza»
Le offese alla segretaria Schlein quindi, avrebbero rappresentato per l’opposizione, il punto di rottura anche nella stessa maggioranza. «Siamo convinti che queste considerazioni siano condivise trasversalmente, al di là delle collocazioni politiche di ciascuno. In particolare non possiamo pensare che le condotte di Vivarelli Colonna siano apprezzate da coloro che rivestono incarichi istituzionali nel nostro Comune, a cominciare dal presidente del consiglio comunale così come dai componenti della giunta e dai colleghi consiglieri comunali di maggioranza – scrivono – Nessuno, dinanzi a simili fatti, può trincerarsi dietro l’indifferenza».
Scuse «farlocche»: nessuna ironia nelle offese
C’è quindi l’aspetto che riguarda l’ordinamento istituzionale, e ci sono anche i riflessi etici e morali del comportamento assunto dal sindaco. «La nostra preoccupazione sta nell’assenza di consapevolezza della gravità del gesto – spiegano – La superficialità con cui è stata affrontata la seconda fase di questa vicenda, quella delle cosiddette “scuse”, è se possibile ancora più indecente della prima. Perché se è intollerabile che il rappresentante di un’istituzione comunale possa essersi lasciato andare ad un simile comportamento, è del tutto inaccettabile che abbia accampato delle scuse farlocche, pretendendo di giustificarsi con l’arroganza di chi accusa gli altri di averlo male interpretato, di non aver compreso che la sua era solo ironia. Ed è qui il problema, perché non c’era alcuna ironia nelle sue offese. Non c’è un punto di vista alternativo, non c’è contesto in cui la derisione gratuita e violenta dell’altro possa trovare collocazione. C’è un solo tema da affrontare: umiliare qualcuno, in qualunque forma, modalità, parole equivale a diffamarne l’immagine volontariamente, con l’aggravante di aver consapevolmente fatto ricorso ad uno strumento di comunicazione massivo, capace di moltiplicarne la diffusione in modo straordinario».
Una vicenda, della quale l’opposizione si è dovuta occupare, benché considerata «tanto misera quanto rilevante». «”Ora basta”, ha affermato il sindaco – dicono ancora – No, caro sindaco, non basta, e questa vicenda la porteremo in discussione nel prossimo consiglio comunale con la speranza che lei, in un sussulto di dignità, rassegni volontariamente le dimissioni».
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