FOLLONICA. Con la nomina del consiglio di amministrazione delle farmacie comunali di Follonica arriva anche il commento da parte dell’opposizione in consiglio di Francesca Stella e Francesco Ciompi che parlano senza mezzi termini di «poltronificio».
Giovedì scorso, 6 febbraio, il sindaco Matteo Buoncristiani ha comunicato la scelta fatta: la nuova presidente delle farmacie comunali è Marika Saracco, vicepresidente Giacomo Di Giacinto e consigliera Maddalena Colicci.
«Lega, Forza Italia e Prima Follonica sono stati accontentati»
I consiglieri di opposizione sostengono però che ognuno dei nomi scelti per il nuovo Cda ha stretti legami con la destra: «L’equilibrismo per non scontentare nessuno ha richiesto molto, troppo tempo ed ha portato ad accontentate Lega, Forza Italia e Prima Follonica – dicono Stella e Ciompi – mentre restano a secco Fratelli d’Italia e lista Buoncristiani. Grave il fatto che Buoncristiani abbia scelto di non percorrere la buona pratica introdotta con l’amministrazione Benini, quella cioè di dare rappresenta anche alle minoranze per confermare che le farmacie sono patrimonio di tutta la città. La strada scelta è invece quella del manuale Cencelli, basta scorrere i nomi dei e delle prescelte per rendersene conto».
«La montagna ha partorito il topolino – proseguono i due consiglieri di opposizione – Il sindaco ha infatti impiegato 12 settimane e 83 giorni dalla chiusura della manifestazione d’interesse per decidere chi debba guidare l’azienda farmaceutica municipalizzata, fiore all’occhiello della città per la gestione fin qui messa in campo. Un’eternità se paragonata ai tre giorni per la nomina del suo capo di gabinetto o della sua portavoce, ma evidentemente per questa Amministrazione è più importante riempire le scrivanie di persone che si occupino dell’immagine del sindaco, piuttosto che investire sulle eccellenze della città».
Le nomine gestite dalla maggioranza
I consiglieri di opposizione sostengono che la volontà della maggioranza e del sindaco era quella di «procedere a nomine che accontentassero tutti gli appetiti dei partiti che sostengono Matteo Buoncristiani». Questo per loro era stato chiaro da quando «il capo di gabinetto Ferretti, aveva chiarito dopo un consiglio comunale, che non c’era possibilità di condividere il percorso delle nomine con la minoranza, colpevole di produrre troppe interrogazioni, domande di attualità ed esposti».
Le nomine hanno comportato spostamenti all’interno della maggioranza
In merito alle nomine del cda il consigliere comunale di maggioranza Riccardo D’Ambra era stato molto critico: «Le decisioni sono state prese con logiche di spartizione tra i partiti – aveva commentato – Io sono un civico e non vado d’accordo con chi porta avanti le logiche di partito: questa è una maggioranza civica e lo deve dimostrare nei fatti».
«Forse c’è voluto tutto questo tempo perché in troppi ambivano ad avere un posto – sostengono oggi Ciompi e Stella – e questa non è una nostra opinione, ma è suffragata anche dalle recenti dichiarazioni della lista Prima Follonica che ammette che “un membro di Prima Follonica ha ricevuto la nomina di consigliere del CdA delle farmacie” e del consigliere D’Ambra che ha dichiarato che le persone per il cda sono state scelte solo secondo la logica di spartizione fra partiti».
Per Ciompi e Stella se sono arrivate le nomine è merito della richiesta di convocazione della commissione 1, che ha acceso l’attenzione «su un tema che rischiava di impantanarsi nel poltronificio made in Buoncristiani».
«Oggi il sindaco – concludono i consiglieri di opposizione –in commissione, ha provato a giustificare il ritardo dicendo che anche la precedente amministrazione aveva impiegato più tempo di lui. Peccato che non sia così: oQuel bando era scaduto ad inizio maggio e il cda era stato nominato ad inizio giugno, un mese dopo. Il sindaco ha poi dimenticato che allora il CdA aveva continuato a fare il suo lavoro in proroga mentre in questo caso, il CdA ha cessato di svolgere la sua funzione ad aprile ovvero da quando Matteo Buoncristiani si è dimesso per candidarsi a sindaco. Situazioni molto diverse quindi».
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