Non le fanno dire addio alla mamma. L'Opi: «Solidarietà alla famiglia» | MaremmaOggi Skip to content

Non le fanno dire addio alla mamma. L’Opi: «Solidarietà alla famiglia»

Una figlia è stata aggredita da un’infermiera, che non le avrebbe permesso di vedere e salutare l’anziana ricoverata. La posizione dell’Opi
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L’ospedale della Misericordia di Grosseto

GROSSETO. Una storia tragica è quella accaduta lo scorso 6 aprile all’ospedale Misericordia di Grosseto: una figlia non ha potuto salutare per l’ultima volta sua madre, che era stata ricoverata in ospedale. Un’infermiera l’ha aggredita verbalmente e le ha strappato la borsa con i vestiti per l’anziana dalle mani della figlia, che provava a spiegarle la situazione. 

L’Asl sud-est ha avviato i procedimenti per gli accertamenti della vicenda, ma l’Ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto, Opi, nonostante l’infermiera non sia iscritta all’ordine di Grosseto, ci tiene a esprimere vicinanza alla famiglia

L’Opi: «Dobbiamo stigmatizzare e condannare queste azioni»

La figlia non ha avuto l’occasione di dare un’ultima carezza alla madre, che è morta poche ore dopo il ricovero. L’infermiera l’ha aggredita verbalmente, urlandole contro. Un comportamento che ha causato molto dolore alla donna, alla quale avevano detto che poteva saluitare sua mamma e portarle i vestiti puliti.

«In merito alla vicenda esprimiamo piena solidarietà e vicinanza alla famiglia che ha vissuto questa situazione – dicono dall’Opi – Vogliamo anche esprimere solidarietà a tutti i colleghi che ogni giorno si adoperano con convinzione nelle prese in carico attente da ogni punto di vista, anche umano e relazionale, i cui sforzi sono indeboliti da storie come questa».

«Episodi come questo rischiano di vanificare tutto l’impegno in questo senso e che continuiamo a mettere in atto, nonostante situazioni lavorative molto complicate – continuano – Chiediamo, spesso pubblicamente, coesione e aiuto anche da parte dei cittadini per mitigare il fenomeno delle aggressioni nei nostri confronti, ed è evidente che fatti come questo non fanno bene a questo percorso condiviso».

Fortunatamente questi casi sono isolati. «È doveroso che l’ordine stigmatizzi questi aspetti e li condanni pubblicamente, sia per rispetto dei nostri assistiti che per rispetto nei confronti dei colleghi che quotidianamente si impegnano per migliorare le condizioni delle persone e della categoria professionale – concludono dall’Opi – Infine, ma solo per doverosa puntualizzazione, dalle nostre verifiche interne ci risulta che la collega non è iscritta all’ordine di Grosseto e che quindi, al momento, l’ordine non può agire in nessun modo». 

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