GROSSETO. Era rimasta appesa a un filo fatto di carte e decreti e non le era stato permesso di tornare in cattedra neppure dopo essere guarita dal Covid e quindi con il green pass rafforzato. Un’insegnante di sostegno di una scuola elementare di Grosseto si è rivolta al giudice del lavoro Giuseppe Grosso, che ha accolto il ricorso dell’insegnante. La maestra aveva infatti impugnato il provvedimento del dirigente scolastico, che non le aveva permesso, dopo essere guarita dal Covid, di tornare in classe.
Spostata in biblioteca
La maestra non aveva fatto in tempo a completare il ciclo vaccinale, come imposto dal ministero per poter insegnare, ma aveva un green pass rafforzato valido fino a giugno. Ad aprile però, la scuola, di fronte al fatto che l’insegnante non aveva la certificazione di avvenuta vaccinazione, l’ha spostata in biblioteca e le ha assegnato mansioni amministrative, impedendole di stare vicina agli studenti.
La donna inoltre, che lavorava 24 ore settimanali in classe, è stata costretta a lavorarne 36 in amministrazione. Così è arrivata la decisione di presentare ricorso: la maestra si è rivolta al giudice che ha accolto il ricorso. Il provvedimento è stato ritenuto illegittimo perché il termine entro il quale l’insegnante avrebbe dovuto terminare il ciclo vaccinale non era ancora scaduto.
L’amministrazione scolastica infatti, aveva deciso di spostare l’insegnante sulla base di una circolare del Ministero dell’istruzione che discrimina l’adempimento dell’obbligo vaccinale a prescindere dalla validità del Green pass, facendolo scattare a 90 giorni dalla guarigione oppure a 120 giorni dalla somministrazione del vaccino. Invece chi guarisce dal Covid, come nel caso dell’insegnante, ha il green pass rafforzato per 180 giorni.
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