GROSSETO. Aggrediti, rapinati e rimasti anche senza stipendio: è stato un fine giornata da cancellare quello di due operai agricoli nordafricani che lunedì pomeriggio si sono trovati costretti a chiamare la polizia. Avevano finito il loro turno di lavoro in un’azienda agricola di Rispescia e avrebbero dovuto riscuotere lo stipendio prima di andare a casa. Ma la situazione è precipitata e due loro colleghi sono finiti in carcere.
Arrestati, entrambi, con l’accusa di rapina aggravata in concorso.
«Non firmi il documento e io non ti pago»
I due operai avevano finito il loro turno di lavoro quando sarebbe arrivato il padre del proprietario dell’azienda, un italiano di 87 anni, con una busta in mano e i contanti per pagare i due uomini. Con sé, però, aveva anche un documento che i due avrebbero dovuto firmare.
Gli operai però, entrambi di origini nordafricane, non conoscendo la lingua italiana hanno chiesto la possibilità di tradurre quel foglio prima di firmarlo. Per tutta risposta, si sono sentiti mandare via dall’azienda, senza soldi e senza alcuna spiegazione.
Uno dei due ha quindi preso in mano il cellulare per chiamare la polizia, ma in quel momento sarebbero arrivati gli altri due dipendenti, uno dei quali avrebbe colpito l’uomo alla testa con un sasso per prendergli il cellulare mentre l’altro lo teneva fermo.
A dare l’allarme è stata una passante che ha notato un gruppo di persone discutere animatamente davanti all’azienda agricola: quando gli agenti delle volanti sono arrivati, hanno trovato uno dei due operai con una vistosa ferita alla testa e i due aggressori a bordo di un furgone che si stavano allontanando.
Li hanno fermati e li hanno arrestati.
Due operai in carcere: volevano cancellare le prove del lavoro dei colleghi
Avvisato il sostituto procuratore Giovanni De Marco, i due operai, Mustapha Himdi, 43 anni e Abdelhadi Himdi, 51 anni, due fratelli di origini marocchine, sono stati portati nel carcere di via Saffi.
I due uomini sono accusati di rapina: avrebbero aggredito uno dei loro colleghi per strappargli il telefonino di mano, impedendogli così di dare l’allarme alle forze dell’ordine. Ma soprattutto, lo avrebbero fatto per cancellare le prove del lavoro svolto nell’azienda.
Sarebbe stata questa la molla che avrebbe fatto scattare la rapina, quando il padre del titolare dell’azienda si è allontanato con i soldi che doveva dare ai dipendenti. Dipendenti che non avrebbero avuto un contratto di lavoro regolare.
Tredici ore al giorno di lavoro a pane e olio
L’uomo aggredito, che è stato portato all’ospedale per essere medicato insieme al suo collega, quando è stato colpito alla testa con il sasso, sarebbe stato trascinato verso un capannone.
Ai poliziotti ha raccontato di essere stato minacciato di morte: «Ti ammazziamo, ti nascondiamo e ti facciamo sparire», gli dicevano.
I due operai hanno anche spiegato il contesto nel quale sarebbe maturata la rapina: sarebbero stati costretti a lavorare al nero 13 ore al giorno per sei euro all’ora, mangiando solo pane e olio e indicando i due fratelli Himdi come il braccio destro del padrone.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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