PORTO SANTO STEFANO. Morto di stenti, probabilmente. Lasciato nella branda della cabina di una nave da crociera senza ricevere alcuna cura. Appena nato. È questa una delle ipotesi sulla causa della morte del piccolo, il cui corpo è stato prelevato dai carabinieri della compagnia di Orbetello, chiamati dal personale della nave sulla quale la mamma, una 28enne di origini filippine, lo avrebbe partorito.
La ragazza è membro dell’equipaggio della nave da crociera Silver Whisper: svolge mansioni di cucina e di pulizie. Si era imbarcata nonostante fosse avanti con la gravidanza. Una gravidanza che aveva nascosto.
Oltre alla mamma, accusata di omicidio volontario, sono state arrestate anche le due colleghe, una del Kenya, l’altra del Sud Africa, che dividevano la cabina con la donna.
Le tre donne, nel pomeriggio di lunedì 20 maggio, sono state portate nel carcere di Sollicciano. L’udienza di convalida del fermo non è ancora stata fissata.
Il corpicino avvolto tra le lenzuola
Domenica 19 maggio il comandante della nave da crociera ha dato l’allarme, chiedendo l’intervento dei militari che hanno raggiunto la Silver Whisper a bordo di una motovedetta.
Il bambino era nella cabina della nave da crociera, sulla branda assegnata alla donna, avvolto in alcune lenzuola. Ma in determinati momenti della giornata, sarebbe stato nascosto nell’armadietto per non farlo trovare agli altri membri dell’equipaggio e non far sentire i suoi vagiti.
La ventottenne, che lo ha partorito a bordo solo pochi giorni fa, avrebbe tenuta nascosta la gravidanza per paura di perdere il lavoro.
Una volta nato il piccolo, la madre aveva cominciato ad allattarlo. Le indagini dei carabinieri quindi, serviranno anche a capire se la donna abbia ucciso il piccolo volontariamente o se la morte sia sopraggiunta per altri motivi.
Sul corpo del bambino non ci sarebbero stati segni di violenza: questo fa pensare che il piccolo sia morto di stenti. Il direttore della medicina legale di Siena, Mario Gabbrielli, ha effettuato una prima ricognizione cadaverica.
La mamma del bambino, una donna filippina di 28 anni, difesa dall’avvocato Giovanni Di Meglio, è stata portata in carcere a Sollicciano. Con lei, sono state fermate anche le due donne con le quali condivideva la cabina.
L’orrore sulla nave da crociera di lusso
La nave da crociera era partita da Civitavecchia e si era fermata, durante il suo viaggio verso la Francia, di fronte a Porto Santo Stefano. Il comandante, quando ha saputo che nella cabina delle tre donne c’era il corpo del piccolo ormai senza vita, ha dato immediatamente l’allarme ai carabinieri.
I militari della compagnia di Orbetello hanno avviato le indagini, insieme ai colleghi del nucleo investigativo. La ventottenne, intorno all’una di lunedì 20 maggio è stata portata all’ospedale di Grosseto, in stato confusionale. I medici hanno dovuto sedarla. Fino a lunedì 20 è rimasta ricoverata in ospedale, poi è stata trasferita alla caserma dei carabinieri. E da qui, è stata portata nel pomeriggio al carcere di Firenze, insieme alle sue due colleghe.
Il sostituto procuratore Giovanni De Marco, che coordina il lavoro dei carabinieri, ha disposto il fermo delle tre donne. Le colleghe dovranno rispondere di concorso.
La mamma del piccolo, che parla solo la sua lingua d’origine e l’inglese, sarà sentita, così come le due donne fermate con lei, nei prossimi giorni, quando verrà fissata l’udienza di convalida del fermo.
Sulla salma del piccolo verrà fatta l’autopsia, per capire quale sia stata la causa della morte. Probabilmente l’incuria da parte della ragazza, che lo ha lasciato solo in cabina.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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