GROSSETO. Approda questa mattina, 4 agosto, in consiglio comunale, ma ha già sollevato polemiche tra gli addetti ai lavori del mondo della scuola. L’ordine del giorno dei consiglieri Andrea Vasellini e Amedeo Gabbrielli (lista Vivarelli Colonna sindaco) a sostegno del ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, arriva con un certo tempismo a poco più di un mese dalla prima campanella.
E a mettere (involontariamente) il dito nella piaga.
Ignorando un intero anno di discussioni e polemiche sullo stato premorte della scuola pubblica, cui le scelte dell’attuale governo rischiano di dare il colpo grazia, «viste le importanti e coraggiose decisioni del ministro per il riconoscimento del merito degli studenti e dei docenti», Vasellini e Gabbrielli chiedono «al sindaco e alla giunta di esprimere il sostegno del Comune di Grosseto» al ministro.
Artefice, secondo loro, «di una nuova politica sulla scuola volta a ripristinare la cultura del rispetto, a riaffermare l’autorevolezza dei docenti e riportare serenità nelle nostre scuole».
Russo (Flc-Cgil): «Classi pollaio, pochi insegnanti e personale Ata insufficiente»
Il primo a saltare sulla sedia quando gli è capitato tra le mani l’ordine del giorno è stato Cristoforo Russo, segretario provinciale del sindacato scuola della Cgil (Flc).
«Mi chiedo a quali scelte coraggiose si riferiscano i consiglieri e quale riconoscimento sia dovuto al ministro», dice Russo. «Forse non sono a conoscenza dello stato in cui versa la scuola pubblica anche in virtù delle scelte di Valditara. Mi riferisco al dimensionamento che, alzando il numero medio degli iscritti per istituzione scolastica, avrà effetti disastrosi in un territorio fragile come la Maremma, in termini di posti di lavoro e numero di scuole. Se malauguratamente dovesse andare avanti il percorso dell’autonomia differenziata su cui tanto punta il governo Meloni, sarà ancora peggio», prosegue.
«Intanto il ministero dovrebbe cominciare a rivedere i parametri del numero di alunni per classe, per evitare le classi pollaio, se davvero si vuole ridare dignità alla scuola», riprende Russo.
A Grosseto, assegnata meno di 1 cattedra su 2
Ma è sul piano delle assunzioni e delle immissioni in ruolo che il terreno si fa ancora più accidentato. Per il prossimo anno, il ministero ha annunciato un piano di assunzioni di personale ATA che a stento riesce a coprire i posti di chi andrà in pensione da settembre. In Italia mancano 1895 unità ma solo 707 (il 37%) saranno effettivamente assegnate in ruolo. In Toscana su 425 posti per assistenti amministrativi ne verranno coperti solo 159, per i collaboratori scolastici su 1268 posti le immissioni in ruolo saranno solo 503, mentre per gli assistenti tecnici su 202 posti, le assunzioni saranno solo 45 (il il 22%).
Non va meglio per gli insegnanti: al momento attuale, in Toscana, su 5051 cattedre libere per i ruoli sono state assegnate 2181. Meno della metà.
Stessa percentuale per la Maremma, dove su 272 cattedre vacanti ne sono state assegnate 104. Solo per fare qualche esempio, di 10 posti disponibili per matematica, ne sono stati coperti 5, mentre per italiano 9 cattedre su 36 sono vacanti. Una risposta parziale potrebbe arrivare dal sostegno, ma anche in questo caso è tutto da vedere.
Insomma, l’apertura dell’anno scolastico si annuncia con il solito caos.
«Questi dati – riprende il sindacalista – benché ancora provvisori delineano come sarà l’inizio dell’anno scolastico. I posti vacanti saranno coperti con i precari, la maggior parte dei quali aspetta da anni la stabilizzazione, le lezioni partiranno senza l’organico al completo, con grave danno per gli alunni e gli studenti. Ai quali, peraltro, la mancanza di insegnanti in ruolo non garantisce la continuità didattica, auspicabile se non necessaria per la qualità dell’insegnamento».
La “contro-proposta” di Russo
«Faccio fatica a capire il senso di questo ordine del giorno e soprattutto la sua utilità. Davvero il consiglio comunale, con tutti i problemi che ha questa città, perde tempo a discutere questo documento?», incalza Russo. E conclude con una contro-proposta.
«Perché il consiglio comunale non si occupa dei problemi concreti della scuola? A partire dal dimensionamento. Grosseto è il capoluogo di una provincia che rischia di perdere, nei prossimi, anni 10 scuole e il 20% di posti di lavoro. Questo sarà il risultato dell’aumento della media degli iscritti per istituto, su base regionale, a 900-1.000 a partire dal prossimo anno scolastico».
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