GROSSETO. Rafforzare la collaborazione tra le istituzioni del territorio, per fornire assistenza e progettare attività specifiche per i migranti che vivono in provincia di Grosseto. Questo è l’obiettivo del “Tavolo di progettazione e coordinamento immigrazione con specifica attenzione alle condizioni di vulnerabilità”, costituito nella mattina di oggi, venerdì 28 luglio.
Il tavolo nasce da un protocollo d’intesa firmato dalla Prefettura di Grosseto, dall’azienda Usl Toscana sud est e dal Coeso società della salute.
L’accordo mira a rafforzare, ancora di più, la collaborazione tra le istituzioni firmatarie, le altre presenti sul territorio e con il privato sociale, per intercettare e dare risposte ai bisogni dei cittadini stranieri in condizione di vulnerabilità, con un’attenzione particolare alle problematiche di salute mentale. «Con questo protocollo si vuole consolidare una rete istituzionale e sociale che miri a implementare una serie di interventi per prevenire e affrontare tempestivamente i bisogni dei cittadini stranieri in condizione di vulnerabilità – dice la prefetta Paola Berardino – Di fronte ai movimenti migratori, che hanno una natura strutturale, occorre che la nostra società si dimostri capace non solo di accogliere le persone bisognose, ma anche di creare le condizioni per una loro piena integrazione nel tessuto sociale ed economico. Sono certa – conclude – che il protocollo, per la cui definizione ringrazio Azienda Usl Toscana e il Coeso società della salute, rappresenti un modello importante che potrà stimolare l’adozione di nuove progettualità».
Il tavolo è aperto alla partecipazione
Spetterà alla Prefettura convocare il Tavolo, che è costituito per tre anni ed è aperto, in base anche alle necessità che saranno riscontrate, alla partecipazione di altri soggetti, pubblici e privati. Si occuperà dei cittadini stranieri, indipendentemente dal loro status giuridico. Potranno essere progettate, quindi, azioni per i richiedenti asilo, titolari di protezione internazionale, di protezione umanitaria, persone con permesso di lavoro o in Italia per motivi legati al ricongiungimento familiare.
«Riuscire a comprendere e, quando possibile, prevenire i bisogni dei cittadini stranieri vulnerabili è molto importante – dice il presidente del Coeso Società della Salute Marcello Giuntini – perché permette di intervenire prima che le problematiche si acuiscano e di dare risposte nell’interesse dell’intera comunità. Questo è fondamentale quando si parla di salute, mentale e non solo: dobbiamo tenere conto, infatti, che sono molti cittadini stranieri raggiungono il nostro territorio in condizioni di vulnerabilità fisica e mentale e che necessitano di una presa in carico specifica».
Il Tavolo di lavoro è frutto di una collaborazione e di un confronto che è consueto, nel Grossetano, già da tempo. «Sono molti, infatti – aggiunge Tania Barbi, direttrice del Coeso SdS e della zona distretto Amiata grossetana, colline metallifere e grossetana – i servizi già attivi sul territorio, che costantemente si interfacciano e collaborano, come lo sportello info immigrati e i servizi di mediazione linguistica e culturale: con questa intesa, quindi, andiamo a rafforzare ulteriormente una serie di buone pratiche che, in questi anni, hanno consentito di fronteggiare rapidamente una serie di cambiamenti e dare risposte anche di fronte ad alcune ondate migratorie».
Un accordo per crescere insieme
Il Tavolo interistituzionale, quindi, potrà proporre progetti di ampio raggio, ma anche discutere e analizzare le problematiche sociosanitarie di singole persone e condividere le valutazioni dei diversi servizi coinvolti nella presa in carico della persona. Potrà inoltre lavorare a progettualità particolari, anche con lo scopo di concorrere a bandi per ottenere finanziamenti, e dare vita a percorsi formativi e di aggiornamento professionale per operatori sociali e sanitari, pubblici, del privato sociale e del volontariato, promuovere iniziative pubbliche di confronto. Inoltre, riconosce e valorizza la collaborazione fra i sistemi di accoglienza per richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale o nazionale: come i centri di accoglienza straordinaria, e l’Ufsma, unità funzionale salute mentale adulti di Grosseto. Unità che con il suo centro di etnopsicologia clinica e di comunità, sostiene il lavoro degli operatori dell’accoglienza attraverso attività di formazione, aggiornamento e supporto.
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