di Giovanni Poggiaroni
GROSSETO. È nato a Londra ma si chiama Lorenzo. Un nome che tradisce, se non un’origine, certamente un legame indissolubile: quello con Grosseto. Perché qui, nella città di Canapone vivono i nonni del bambino, ma soprattutto perché qui, lavora il ginecologo che lo ha fatto venire al mondo, il dottor Antonios Kenanidis. Nonostante le migliaia di chilometri di distanza e qualche difficoltà sorta durante la gestazione.
La diagnosi della malformazione
Simona Corapi è un’italiana che vive da anni a Londra. Romana d’origine, ad aprile rimane incinta del terzogenito Lorenzo. Al controllo del terzo mese i parametri sono tutti positivi. Al controllo successivo, quello del quinto mese, i medici londinesi riscontrano però un problema nel feto.
«Mi hanno detto che il setto nasale non era visibile e che era necessaria un’amniocentesi per capire meglio – racconta Simona – la notizia mia ha terrorizzata non solo per il problema in sé ,ma anche per la prospettiva di dovermi sottoporre all’amniocentesi in Inghilterra». Dove, il sistema sanitario, sta attraversando un momento di grave crisi ed è già tema caldo delle vicine elezioni.
Queste problematiche trovano conferma nell’esperienza di Simona. «Avendo già avuto due bambine, conosco le pratiche della ginecologia qui a Londra – dice – spesso utilizzano tecniche ormai superate, l’approccio dei dottori è molto freddo, i pediatri non ci sono perché è tutto demandato ai medici di base».
L’incontro con il ginecologo Kenanidis
Sapendo tutte queste cose e avendo già programmato di venire a trovare i genitori a Grosseto, Simona decide di proseguire gli accertamenti in Italia. «Non sono di Grosseto ma i miei genitori si sono trasferiti qui da ormai sei anni, quindi quando sono venuta a trovarli in agosto, non sapevo a chi a rivolgermi in città – prosegue – dopo un giro di telefonate, contatto il dottor Kenanidis. Gli ho spiegato la situazione, mi riceve immediatamente nel suo studio».
Dopo numerosi approfonditi accertamenti, Kenanidis giunge a due possibili spiegazioni: che sia presente un eccesso di pelle sul setto nasale o che sia presente qualcosa di più grave e pericoloso. «Il ginecologo propendeva per la prima spiegazione, ma per essere sicuri di escludere altro, era necessario il parere di un genetista e così mi ha messo in contatto con il dottor Domenico Bizzoco, genetista di Roma, dove ho fatto l’amniocentesi».
Dopo 10 giorni arrivano i risultati e finalmente abbiamo la conferma che quello presente sul setto nasale è un eccesso di pelle.
Partorisce a Londra per problemi burocratici
«Durante quei giorni di attesa, la presenza di Kenanidis è stata essenziale – dice ancora Simona – mi ha sostenuta e tranquillizzata, per ogni dubbio mi rispondeva al telefono anche a tarda sera». La gravidanza prosegue, con periodici controlli a Grosseto.
Arrivati a dicembre, il parto è stato programmato per il giorno 12 all’ospedale di Siena dove il dottor Kenanidis aveva già formato un’equipe apposita. A questo punto però, è saltato fuori un problema burocratico. «Non ci potevo credere – a distanza di mesi è ancora incredula Simona – viene fuori che è necessario per il bambino un passaporto emesso a Siena, ma essendo io di Roma non potevo richiederlo. Se anche avessi potuto, non avremmo fatto in tempo a farlo».
Simona non aveva scelta e ha dovuto partorire nel Regno Unito. «Ero sconfortata e amareggiata – aggiunge Simona – ma ancora una volta il dottor Kenanidis ha dimostrato la grande persona che è. Si è messo in contatto con dei colleghi britannici di sua conoscenza, i quali hanno organizzato il parto a Londra. Così finalmente il 6 dicembre, Lorenzo è nato». Da Grosseto, Kenanidis ha seguito a distanza tutti i passi che hanno portato al parto e ha visto per la prima volta Lorenzo in videochiamata.
Lorenzo è in ottima salute, verrà operato per rimuovere l’eccesso di pelle e successivamente gli verrà ricostruito il setto nasale, tutti e due interventi di natura estetica.
«Il primo incontro tra il medico e Lorenzo, ad aprile, è stato emozionantissimo. Ormai posso dire che Antonios è per me un vero e proprio amico a cui sarò per sempre grata – conclude poi Simona – vorrei approfittare della mia storia per lanciare un appello: il sistema sanitario italiano, con i suoi grandi professionisti come Kenanidis, è una grande eccellenza che deve essere tutelata e preservata».
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