SAN VINCENZO. Le recenti doppie dimissioni in Comune, di Marco Mantovani ed Alessio Landi, che seguono quelle di Cecilia Galligani di qualche tempo fa, fanno discutere San Vincenzo.
Al punto che i consiglieri di opposizione hanno presentato una mozione di sfiducia al sindaco. Protocollata il 15 febbraio, sarà discussa in consiglio il 15 marzo. La legge prevede, infatti, che la discussione avvenga non prima di 10 giorni dalla data della presentazione e non oltre 30.
La mozione di sfiducia, ai sensi dell’articolo 52 del Tuel (Testo Unico Enti Locali) è stata firmata da Elisa Cecchini, capogruppo della lista “Con Elisa Cecchini X San Vincenzo”, Davide Lera, capogruppo della lista “Con San Vincenzo- Davide Lera Sindaco”, Guido Cruschelli capogruppo della lista “San Vincenzo SI”, Luca Cosimi capogruppo della lista “Svoltiamo” e Cecilia Galligani capogruppo della lista “Valore San Vincenzo”.
La mozione di sfiducia, al primo punto le dimissioni
Nella loro lettera con cui presentano la mozione di sfiducia i consiglieri di opposizione elencano una serie di problemi.
«Il percorso di questi tre anni di governo è stato caratterizzato dalle dimissioni di due consiglieri che peraltro avevano ottenuto un ottimo consenso in termini di preferenze alle elezioni e cioè il capogruppo Caporioni ed il consigliere Mantovani. Parimenti sono usciti dalla giunta e dalla maggioranza sia l’ex assessore Cecilia Galligani, dimessasi nel 2023, ed Alessio Landi, in questi giorni, a cui erano state affidate deleghe di rilievo».
I consiglieri puntano il dito anche sulle dichiarazioni rese sia da chi si è dimesso da consigliere comunale sia da chi resta in consiglio comunale: «per i quali “gli attriti all’interno dell’esecutivo e altri esponenti che guidano il nostro comune, creati da continui cambi di posizione politica non concordati spesso e non in linea col mandato elettorale hanno innescato un clima ostile e non costruttivo che impedisce di lavorare con serenità e produttività”».
«In questi tre anni e quasi cinque mesi di governo la lista presieduta del sindaco Riccucci anziché promuovere lo sviluppo del Comune ha adottato atti amministrativi che hanno contribuito al suo sostanziale immobilismo che è ben evidenziato dalla desolazione del centro cittadino per otto mesi all’anno, anche nel giorni festivi e prefestivi».
«Appare ormai evidente che il gruppo di maggioranza è state contrassegnato da contrasti interni sempre più acuti anche per il fatto che il programma di mandato è per lo più disatteso, tutto ciò confermato dalle defezioni dal gruppo originario».
Il problema delle spiagge
«Atti importanti come, ad esempio, il piano spiaggia sono stati approvati quasi senza confronto non solo con le forze di opposizione, ma anche con le categorie produttive senza un’idea di sviluppo, e che ciò ha comportato una serie poderosa di ricorsi amministrativi a cui il Comune deve far fronte con sostanziale aggravio delle spese legali».
Inoltre: «Il Comune ha seguito la stessa mancanza di confronto pubblico anche per altri atti importanti quale l’accordo con la Solvay, In virtù del quale rimane mezzo Silos, si fanno nuove case (contro il loro programma), ci si accollano costi pesanti a San Carlo».
E ancora: «Si è fatta la scelta discutibile di istituire frettolosamente un’azienda speciale per gestire alcuni servizi che potevano continuare ad essere appaltati con il risparmio certo dei 70.000 euro stanziati per attivare l’azienda speciale e di cui peraltro ad oggi non si he ancora cognizione dei risultati conseguiti nel 2024, primo anno di funzionamento della stessa».
«C’è stato un rallentamento dell’attività amministrativa, in quanto la struttura comunale con poco più di cento dipendenti ha ben nove elevate qualifiche che non hanno riscontro in termini numerici altri comuni senza dirigenza».
Infine «Un’altra scelta discutibile à state quella del passaggio alla tariffa puntuale non tanto per l’attuazione della tessera per il conferimento dei rifiuti, ma per l’applicazione di penalità per il conferimento dei rifiuti indifferenziati che ha ben pochi esempi altrove».
Quindi per i consiglieri firmatari della mozione di sfiducia è dimostrata una scarsa capacità di coordinamento da parte del sindaco o, forse, il prevalere all’interno della giunta di alcuni assessori su altri.
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