Morì nell'incidente con lo scooter: «Non fu colpa sua» Skip to content

Morì nell’incidente con lo scooter: «Non fu colpa sua»

Riccardo Rossini finì contro il guard rail sulla strada delle Collacchie: l’Ente di previdenza non voleva pagare l’indennità ai due bambini del quarantenne, il giudice l’ha condannata
Riccardo Rossini @maremmaoggi
Riccardo Rossini

GROSSETO. La tragedia si consumò nell’arco di pochi secondi: lo scooter non seguì la corretta traiettoria della curva a sinistra e finì contro il guard rail. L’impatto fu devastante: Riccardo Rossini, 40 anni, la sera del 31 luglio 2020 intorno alle 18 stava tornando a casa, a Marina di Grosseto, dove l’aspettavano la compagna e i due figli piccoli. 

Ex campione di baseball, la morte di Rossini ha provocato un’ondata di dolore in città: il quarantenne aveva studiato all’Agrario e lavorava da sempre alla cooperativa Raspollino, al Casotto Pescatori. 

Condannato l’Ente di previdenza

Rossini era appena uscito dal lavoro, quando ebbe il terribile incidente ma la Fondazione Enpaia, l’Ente nazionale di previdenza e di assistenza per gli impiegati agricoli alla quale era iscritto, non aveva voluto pagare l’indennità che spettava ai figli dell’uomo: 10 volte la retribuzione annuale aumentata del 25% per l’età di Rossini. 

Assistiti dall’avvocata Giada Manciulli, i familiari dell’uomo hanno fatto ricorso al Tribunale del lavoro di Grosseto. L’Ente di previdenza infatti, sosteneva che i familiari di Rossini non avrebbe avuto diritto a quell’indennità perché l’incidente era stato causato proprio da Riccardo. Uno schiaffo, questo, per i suoi familiari, che la sera del 31 luglio 2020 non lo hanno visto tornare a casa, scoprendo, poco dopo, che gli avrebbero soltanto potuto dire addio. 

L’avvocata Manciulli ha invece sostenuto che la morte dell’ex campione di baseball è avvenuta proprio per «diretta ed esclusiva conseguenza di causa imprevista, esterna e violenta», requisito questo, indispensabile, per ottenere l’indennizzo. 

La domanda presentata è stata ritenuta fondata dal giudice Giuseppe Grosso, che ha condannato l’Enpaia a pagare. 

Tradito dalla strada nonostante la bassa velocità

Rossini è finito sul guard rail lungo la strada delle Collacchie e «non può dirsi – scrive il giudice  – che l’evento sia dovuto a comportamento gravemente colposo dell’infortunato stesso».

Il perito della Procura che ha svolto gli accertamenti dell’incidente, ha rilevato che Rossini viaggiava a una velocità di poco superiore ai 50 chilometri orari, limite che c’è su quel tratto di strada. Secondo il perito, l’incidente è avvenuto per motivi impossibili da stabilire: un malore improvviso, una distrazione, un abbagliamento, il passaggio di un animale, ad esempio. E anche la velocità alla quale viaggiava «non è tale da giustificare – si legge nella perizia del consulente della procura – la mancata percorrenza della curva che, per esperienza personale, oltre che professionale, può essere percorsa con quel mezzo a velocità intorno a 90 km all’ora senza incontrare particolari problemi. Il limite a 50, in tutta evidenza, è imposto per problematiche differenti dalla presenza della curva». 

Il quarantenne non è morto per una negligenza alla guida dello scooter. E l’Enpaia è stata condannata a versare l’indennizzo ai due bambini del quarantenne perché quell’incidente avvenuto sulla strada di ritorno a casa, dopo il lavoro, è stato a tutti gli effetti un infortunio. L’Ente previdenziale è stato anche condannato a pagare le spese di lite

Autore

  • Francesca Gori

    Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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