CASTEL DEL PIANO. Travolto e ucciso, a soli 31 anni, mentre stava viaggiando in sella alla sua moto. Per questo l’automobilista sarà processato, su richiesta del sostituto procuratore Giampaolo Melchionna. L’automobilista dovrà rispondere del reato di omicidio stradale.
Sorpasso azzardato sul Cipressino
Era il 6 giugno 2022 quando Leonardo Lorenzoni, 31 anni di Abbadia San Salvatore, stava viaggiando sulla strada provinciale del Cipressino. I familiari del 31enne si sono affidati allo Studio3A: non avranno indietro loro figlio, ma potranno soltanto pretendere che per la morte dell’uomo, sia fatta giustizia.
Milvo Lanti, il 51enne che era alla guida del Suv, difeso dagli avvocati Fabio e Giulio Pisillo, dovrà rispondere, davanti al giudice per l’udienza preliminare Marco Mezzaluna, del reato di omicidio stradale.
Lanti, quel giorno, ha superato un’auto che lo precedeva. Viaggiava ad alta velocità e non aveva visto arrivare, dall’altra parte, il trentunenne in sella alla sua moto. Lo schianto fu micidiale.
La ricostruzione dell’incidente
L’incidente è stato ricostruito dall’ingegner Andrea Guidetti, consulente della Procura, che ha affidato una perizia cinematica per stabilirne dinamica, cause e responsabilità: alle operazioni peritali ha partecipato e dato il suo contributo anche l’ingegner Gianluca Penta come consulente tecnico di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini cui si sono affidati i congiunti di Lorenzoni, attraverso il consulente Massimiliano Bartolacci.
Lanti stava percorrendo la strada provinciale 64 verso Grosseto. Era al volante di una Jeep Compass, quando, arrivato al bivio per Sant’Angelo Scalo e Montalcino, alle 16.40, aveva cominciato la manovra di sorpasso. In curva, con una visibilità limitata.
Dai rilievi del perito della Procura, nel punto in cui la Jeep aveva cominciato la manovra di sorpasso, viaggiava a una velocità di 87 chilometri all’ora, in un tratto in cui il limite era di 30. Mentre nel momento in cui è avvenuto l’urto, c’era un limite di 70 km/h. L’urto sarebbe avvenuto a quella velocità: Lanti, che viaggiava secondo il perito della procura a una velocità di 57 Km/h superiore al limite (il 300% in più), quando si è accorto della presenza della moto, ha cominciato a frenare senza però riuscire ad evitare l’impatto.
La tragedia dopo la giornata al mare
Una frazione di secondi. Un urto violentissimo, che ha sbalzato a terra il 31enne. Lorenzoni aveva trascorso la giornata al mare a Castiglione della Pescaia, con la fidanzata. Stava tornando verso Abbadia San Salvatore, dove lavorava in un ristorante, per cominciare la serata lavorativa.
Era in sella alla sua Yamaha Fazer 600, e procedeva regolarmente all’interno della sua corsia di marcia e «mantenendo la destra», specifica il consulente tecnico. Che però, non ha potuto stabilire con esattezza la velocità tenuta dal motociclista, che però con ogni probabilità si attestava sul limite prescritto di 70 km/h e in ogni caso, puntualizza il Ctu, «anche una velocità più ridotta avrebbe potuto variare ben poco le drammatiche conseguenze dell’impatto».
Lorenzoni è finito per terra: ha riportato politraumi gravissimi, soprattutto al torace, che lo hanno ucciso. Si è ritrovato davanti la macchina all’improvviso e non ha potuto fare nulla, secondo il perito, per evitare l’impatto.
«L’urto sarebbe comunque stato inevitabile – scrive il perito – data la velocità con cui l’auto piombò sulla moto e visto che essa impegnava pressoché completamente tutta la corsia di marcia della motocicletta».
Una tragedia evitabile
Le violazioni commesse da Lanti «sono tutte in nesso di causa con la genesi del sinistro e risultano tanto enormi e tanto gravi che non necessitano di altri commenti: l’indagato avrebbe potuto e dovuto evitare il sinistro non commettendo le dette infrazioni», conclude eloquentemente il consulente tecnico, che al contrario non ha ravvisato «alcuna violazione di norme del C.d.S. che possa essere stata commessa da parte del motociclista nelle fasi precedenti all’impatto e significative per la ricostruzione dinamica del sinistro»: per i suoi cari almeno la consolazione che la condotta di guida del giovane è stata ineccepibile e che non ha avuto colpa alcuna sul suo tragico destino.
Di qui la richiesta di processo per il cinquantunenne che ha causato la morte del trentunenne.
I genitori Alberto e Marinella, che hanno perso il loro unico figlio, la compagna Alice e il nonno materno Enio, attraverso Studio3A, sono già stati integralmente risarciti dalla compagnia di assicurazione del veicolo, ma adesso, tanto più a fronte dell’estrema gravità della condotta di guida tenuta dall’imputato, si aspettano una risposta anche in sede penale.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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