GROSSETO. È rimasto rinchiuso nel carcere di Prato per 7 mesi con l’accusa di lesioni personali, rapina, calunnia. Reati che un ventenne di origini tunisine avrebbe commesso, secondo le indagini della squadra mobile della polizia, nel corso di un faida scoppiata in città per il controllo delle piazze di spaccio da parte di gruppi contrapposti di nordafricani.
Faida che era sfociata nell’aggressione in via della Pace il 21 settembre 2023, quando un uomo era stato aggredito davanti a un bar. E colpito con due coltellate alla nuca. Era insieme al fratello. Una settimana prima, uno dei due uomini si era ritrovato con l’auto circondata da alcuni giovani tunisini, in via Damiano Chiesa. E in quell’occasione, aveva sporto querela, raccontando di essere stato rapinato di 400 euro, soldi che aveva sul sedile dell’auto sulla quale viaggiava con il finestrino abbassato. Il ventenne tunisino poi finito in carcere, avrebbe preso quei soldi, mentre un complice aveva forato lo pneumatico dell’auto con un oggetto appuntito.
Ma quella rapina, secondo i giudici del Tribunale del riesame di Firenze (Elisabetta Improta presidente, Franco Attinà e Paolo De Meo giudici) non sarebbe avvenuta.
Ventenne scarcerato, revocata l’ordinanza per un latitante
In quattro erano finiti nei guai: il ventenne tunisino, difeso dall’avvocato Giulio Parenti insieme a un ragazzo ancora minorenne e a un altro ventenne che però risultava già latinante. E nei confronti del quale, su richiesta del difensore, il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Coniglio ha disposto la revoca dell’ordinanza cautelare in carcere.
Con loro, era stato indagato per spaccio proprio l’uomo che aveva denunciato la rapina e che da allora risulta latitante.
Rapina che sarebbe avvenuta l’8 settembre 2023 in via Damiano Chiesa. Due settimane prima dell’aggressione con i coltelli in via della Pace.
«Mi ha rapinato di 400 euro» ma per i giudici non è vero
L’avvocato Parenti ha presentato appello per chiedere la scarcerazione del ventiduenne. Il ragazzo, incensurato, era stato accusato di aver fermato l’auto sulla quale viaggiava l’altro uomo, tutt’oggi latitante, permettendo così al suo complice di forare uno pneumatico per non fargli proseguire la sua corsa.
C’era una donna, quel giorno, nell’auto dietro a quella del tunisino che aveva visto i ragazzi circondare la vettura e battere con le mani sulla carrozzeria. Ma nessuno di loro infilare un braccio nel finestrino né tantomeno le banconote prelevate.
Banconote che l’uomo aveva detto di aver lasciato sul sedile dell’auto, in bella mostra. Soldi, aveva poi spiegato, che sarebbe serviti a pagare l’affitto. Anche questa circostanza però, sarebbe stata smentita: la cifra richiesta per la locazione dell’appartamento nel quale vive l’uomo era più alta e l’affitto, ogni mese, veniva pagato con un bonifico.
Semmai, scrivono i giudici fiorentini, il ventiduenne sarebbe dovuto essere accusato di furto aggravato dalla violenza sulle cose e non di rapina.
Scontro tra bande per il controllo dello spaccio
Che il ventiduenne finito in carcere fosse effettivamente in via Damiano Chiesa il giorno in cui sarebbe avvenuta la rapina lo confermerebbe solo l’uomo che ha sporto denuncia.
E che avrebbe tirato in ballo il nome del giovane solo in un secondo momento. In realtà, sostengono i giudici che hanno scarcerato il ragazzo, a Grosseto c’era in atto uno scontro tra due diverse fazioni delle quali facevano parte sia l’uomo che ha sporto denuncia che il giovane.
L’uomo che era al volante dell’auto era stato aggredito dai suoi rivali e per questo lo avrebbe accusato di una rapina della quale però, non ci sarebbero prove sufficienti.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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