MANCIANO. Ha detto di essere stato aggredito a causa di un diverbio con la titolare di un’attività commerciale. Diceva di aver visto due furgoni andare verso di lui e che 4 uomini stavano urlando «S**onzo di m**da», «Ora ti investo», «Handicappato di m**da», mentre sgommavano. Diceva che gli uomini usciti dalle vetture, lo avevano colpito e che avevano provato ad immobilizzarlo con delle corde. Tutte bugie, che gli sono costate 2 anni, 2 mesi e 20 giorni di carcere.
Il 56enne aveva sostenuto di essere stato aggredito alle cascatelle di Saturnia. Menzogne, visto che è stato lui a dare inizio alla lite, lanciando una bottiglia di vetro verso il furgone dell’altro.
La falsa lite per uno zaino
Davide Di Cesare, 56enne originario di Palermo, il 9 giugno 2022, poco prima di mezzanotte, era vicino al parcheggio delle cascate del Mulino quando, dal bordo strada, aveva lanciato una bottiglia di vetro verso il furgone di un 48enne mancianese che si era fermato per chiedere spiegazioni. A questo punto il 56enne aveva strappato dal terreno un palo di legno e si era scagliato verso l’altro, che fortunatamente aveva parato il colpo con la mano. Poi a di Cesare era cascato il bastone, mentre provava a colpirlo. L’uomo aggredito, non aveva potuto fare altro che fermare il 56enne immobilizzandolo a terra.
Nella denuncia sporta dal 56enne risultava che qualche giorno prima dell’aggressione lui avesse discusso con la moglie del conducente del furgone, titolare di un’attività commerciale. La donna, aveva fatto mettere a verbale Di Cesare, lo aveva accusato di essere un ladro: lui aveva lasciato lo zaino nel bagno del negozio ed era andato a prenderlo.
Una versione che la donna non ha confermato, anzi. Sarebbe stato Di Cesare, ha spiegato la donna, a minacciarla dentro la sua attività. Poi, a lanciare la bottiglia contro il furgone sul quale viaggiavano la donna e il marito.
Smascherato dai pezzi di vetro
Il 56enne, inoltre, sosteneva che il marito della donna, dopo aver puntato contro di lui con il furgone, lo avesse immobilizzato a terra, mentre provava a legarlo con delle corde. Non sarebbe stato solo, ma insieme ad altri due uomini. In realtà, quella sera nel parcheggio delle Cascatelle c’erano loro e due uomini che avevano chiamato i carabinieri di Saturnia per chiedere aiuto.
Sul posto i militari non hanno trovato prove che potessero sostenere l’accusa di di Cesare: non c’erano corde, di Cesare non era legato al loro arrivo sul posto. C’era però il palo usato dall’imputato. Nel parcheggio e per strada, però, c’erano prove che davano credito alla versione dei testimoni e del conducente del furgone: un’ ammaccatura sulla carrozzeria e i pezzi di vetro sulla strada.
La condanna
Accusato di calunnia, Davide di Cesare è stato processato in tribunale. Difeso dall’avvocata Lucilla Nannetti, in sostituzione della collega Caterina Ficiarà, il 56enne è stato giudicato con il rito abbreviato.
Il giudice Giuseppe Coniglio lo ha condannato a 2 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione, oltre alle spese di giustizia. L’uomo, che ha dei precedenti penali, non potrà beneficiare della sospensione condizionale della pena.
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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