GROSSETO. Più di 2000 ricoveri all’anno pari ad un quarto di quelli che l’intero presidio ospedaliero Misericordia totalizza in 12 mesi. Sono i numeri della unità operativa complessa Medicina interna diretta dal dottor Andrea Montagnani.
La Uoc di Medicina Interna svolge prevalentemente attività di degenza e di tipo ambulatoriale rivolta in particolare al paziente complesso. La complessità può essere determinata dalla contemporanea presenza di più patologie che rendono complessa la gestione terapeutica oppure dalla presenza di una diagnosi complessa perché non immediata e meritevole di un iter diagnostico approfondito e articolato.
La Uoc di Medicina Interna rappresenta un riferimento ambulatoriale per il paziente cronico complesso in carico alla Medicina Territoriale.
Ambulatori per ogni tipo di problema
Le attività ambulatoriali effettuate dalla UOC di Medicina Interna di Grosseto sono numerose: un ambulatorio dedicato all’ecocolordoppler tronchisopraaortici; un altro ai pazienti affetti da scompenso cardiaco; ulteriori ambulatori dedicati alla diagnosi e cura dell’ipertensione, dislipidemie e rischio cardiovascolare; all’osteoporosi e malattie metaboliche ossee, oltre ad un importante attività del centro terapia anticoagulante orale e post dimissioni (Tao).
Sul fronte della ricerca, l’unità sta partecipando a numerosi trial clinici di cui i più recenti sono: il «Caravaggio Study» pubblicato nel 2021 su NEJM, sulla gestione della terapia anticoagulante nel paziente oncologico; il «Minder Study» relativo alla gestione del diabete nei reparti di Medicina Interna; «Includimi Study» sull’epidemiologia di patologie croniche in Medicina Interna e lo «Studio Contact» in collaborazione con Università Sant’Anna di Pisa.
Pazienti monitorati a distanza
Il personale della Medicina Interna è in continua formazione sugli aspetti maggiormente innovativi della specialistica quali: ecografia bedside, ecografia internistica, accessi vascolari, ventilazione non invasiva e innovazione in antibioticoterapia
«Fra le progettualità in corso – spiega il dottor Montagnani- c’è lo sviluppo di un’attività di degenza ad elevata intensità per pazienti maggiormente complessi, con la possibilità di un telemonitoraggio dei parametri vitali; la creazione di un’attività ambulatoriale dedicata specificatamente alle attività condivise tra ospedale e territorio e la creazione di un’attività di medicina perioperatoria, supportando la miglior gestione del paziente chirurgico che presenta complicanze mediche».
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