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Medici e infermieri in fuga dagli ospedali

È il rischio che si corre, se passerà la modifica per le pensioni nel pubblico impiego, contenuta nella bozza di bilancio. In Maremma potrebbero lasciare il lavoro prima 50 infermieri e circa 20 medici
Infermieri al lavoro
Medici e infermieri al lavoro

GROSSETO. Fa discutere la misura, contenuta nella bozza di bilancio in fase di approvazione, che riduce la rata della pensione per chi lascia il lavoro nel 2024, di una percentuale stimata tra il 5 e il 25%. E che riguarda circa 700mila dipendenti pubblici. 

La revisione prevista dall’articolo 33 della bozza, infatti, modifica il rendimento della quota retributiva precedente al 1996, per diverse categorie di lavoratori che oggi sono per lo più over60. Di fatto alle porte del pensionamento. 

Andando sul comparto sanitario, già sofferente per mancanza personale, potrebbe portare, in Italia, 13mila infermieri e 8mila medici alla fuga dalla sanità pubblica. Con questa norma, per loro, continuare a lavorare fino all’età della pensione sarebbe controproducente e chi può e ha i requisiti se ne va prima.

In Maremma, dunque, potrebbero uscire anticipatamente dal lavoro negli ospedali e nell’assistenza sanitaria territoriale  oltre 50 infermieri e circa 20 medici

Draoli: «Si rischia la fuga dalla sanità pubblica» 

A lanciare l’allarme in ambito sanitario è la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche, ripresa dall’Opi di Grosseto: «Anche la provincia di Grosseto segue l’andamento nazionale e, se non interveniamo subito, rischiamo davvero di peggiorare una situazione già delicata. Gli iscritti interessati per età dalla riforma, nel nostro territorio, sono circa 170, dei quali si ipotizza che la maggior parte lavori nel settore pubblico», spiega il presidente di Opi Grosseto, Nicola Draoli.

«Il taglio sostanzioso ai futuri assegni – continua – apre le porte a un effetto fuga importante da ospedali e territorio. Chi potrà, a queste condizioni, correrà inevitabilmente al pre-pensionamento entro l’anno. Sarebbe un colpo mortale per il sistema sanitario nazionale, già aggravato dalla carenza di infermieri. Rivolgiamo un appello a tutte le forze politiche del territorio affinché venga modificata la norma, evitando lo svuotamento delle strutture, non tradendo patti siglati anni orsono con i professionisti del pubblico impiego e garantendo al contempo la salute dei cittadini».

Pasqualini: «Chi ci curerà nei prossimi mesi?»

Stessa situazione per quanto riguarda i medici che lavorano negli ospedali e negli ambulatori pubblici della Maremma. «Questa è una proposta di legge iniqua, che va a toccare diritti acquisiti, per di più retroattiva. Un’azione di cui non abbiamo memoria, mai accaduta prima. E questo svuoterebbe gli ospedali: in Italia sarebbero 8.000 i posti vacanti, la domanda è chi ci curerà nei prossimi mesi?», scrive la presidente dell’Ordine dei Medici di Grosseto, Paola Pasqualini.

«Se venisse applicata questa legge, ci troveremo in gravi difficoltà, perché ancora una volta si colpisce un settore fondamentale per il nostro Paese: la sanità pubblica. Come potranno andare avanti i nostri ospedali? Quali garanzie diamo agli italiani? Mi sembra veramente una proposta assurda che appunto, lo ribadisco, va a danneggiare un ambito già fortemente in crisi che dovrebbe invece essere tutelato e sostenuto. Parliamo della salute delle persone, parliamo di cure essenziali per la vita», conclude.

 

 

Autore

  • Lina Senserini

    Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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