FOLLONICA. Sono passati tre giorni dal nubifragio che ha colpito Follonica, mercoledì 18 ottobre, e ancora la situazione non è tornata alla normalità. Prosegue la pulizia delle strade, dei garage e degli appartamenti a piano terra.
L’evento, che per una serie di concause ha colpito duramente la città, non è ancora stato tradotto in una cifra approssimativa dei danni, anche perché continuano ad arrivare le segnalazioni dai cittadini alla casella di posta elettronica messa a disposizione dal Comune.
La domanda che da giorni rimbalza sulla bocca di tutti è come sia stato possibile che un fenomeno di tale violenza e intensità non sia stato previsto, tanto che la Regione aveva emesso un codice giallo, che nel “linguaggio” della protezione civile significa “vigilanza” (l’allerta vera e propria si segnala con il codice arancione).
E per contro come si sia creata una cellula temporalesca così potente e fulminea che ha colpito solo la città del golfo, mentre sono rimaste escluse tutte le zone limitrofe.
Fenomeni estremi da cui bisogna imparare a difendersi, ma che lasciano aperto più di un interrogativo
La parola all’esperto
Tutte riflessioni e domande che sono state condivise con chi della meteorologia ha fatto un mestiere: il dottor Marco Biagioli, tecnico meteorologo Ampro (Associazione Meteo Professionisti) di Meteo Siena24 e collaboratore di Radarmeteo di Padova.
Biagioli è uno dei tecnici meteorologici certificati d’Italia ed è anche il responsabile per la raccolta di informazioni meteorologiche, della loro organizzazione, del funzionamento e della manutenzione di strumentazione meteo e di reti osservative.
Il codice giallo non esclude fenomeni estremi
Intanto Biagioli sgombra il campo dal primo dei dubbi: l’allerta gialla, la più bassa allerta nella scala dei valori che segnalano pericoli derivati dal meteo, non è quella come si crede che esclude eventi importanti. Segnala, infatti, una un’elevata incertezza previsionale e una probabilità non elevata di fenomeni intensi ma non li esclude a priori.
“Specie nella prima parte dell’autunno l’evoluzione meteorologica è particolarmente rapida – spiega Biagioli – e quindi spesso non è facile prevedere al dettaglio cosa accadrà anche poche ore prima di un evento simile”.
“L’allerta arancione e quella rossa seguono una percentuale di probabilità più alta di fenomeni intensi e una diffusione più ampia degli stessi”.
Rispettare il territorio e costruire meglio
Secondo Biagioli “sarebbe importante informare correttamente i cittadini, far capire che non tutto è catalogabile e identificabile con una sigla, gli attori che determinano un fenomeno sono moltissimi – spiega – e pochi sono rilevabili con precisione”.
Certamente, il consumo di suolo o la deviazione di torrenti, le costruzioni che non tengono conto della vicinanza ai punti sensibili di un territorio fanno sì che questi eventi peggiorino gli effetti della loro azione. Quindi, per il futuro, dovremo pensare a una diversa qualità dell’antropizzazione.
Dunque, l’uomo ha solo un mezzo sicuro per rendere meno gravi i danni che arrivano dalle situazioni meteorologiche: la prevenzione.
Nel frattempo un’altra perturbazione sta per arrivare da nord, riportando l’autunno alle proprie caratteristiche stagionali.
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Il turismo e l'accoglienza sono nel dna familiare, ma scrivere è l'essenza di me stessa. La penna mi ha accompagnato in ogni fase e continua a farlo ovunque ce ne sia la possibilità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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