Lucio Corsi: il petit Bowie di Vetulonia a Sanremo | MaremmaOggi Skip to content

Lucio Corsi: il petit Bowie di Vetulonia a Sanremo

Conto alla rovescia per il festival della canzone italiana: sul palco sfiderà i concorrenti con la canzone “Volevo essere un duro”, nella serata della cover duetterà con Topo Gigio
Lucio Corsi con Topo Gigio

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Capelli lunghi e liscissimi, abiti dal gusto vintage e accento marcato di chi non vuol nascondere le proprie origini. La stampa d’Oltralpe lo ha definito “un petit Bowie made in Tuscany“. Lucio Corsi sarà a Sanremo con la canzone “Volevo essere un duro” e nella serata della cover duetterà con Topo Gigio

Vetulonia, il ristorante di famiglia e il rock

Lucio Corsi è nato nel 1993 a Grosseto ed è cresciuto a Velutonia in un ambiente creativo, con la madre pittrice e il padre operatore tv e artigiano. Tutto fin da subito ha ruotato attorno al ristorante di famiglia a Macchiascandona, aperto dalla nonna nel 1960. La musica è fin da bambino la sua più grande passione (galeotta fu la visione del film The Blues Brothers) e la sua cifra stilistica è decisamente riconoscibile: estetica fuori dal tempo, suoni che mescolano cantautorato e rock anni Settanta, testi visionari, naïve, spesso surreali. 

Vetulonia è il luogo in cui è cresciuto e nel quale è tornato recentemente, dopo alcuni anni passati a Milano. «Vetulonia è un posto da Far West – ha raccontato al Sole 24 Ore – Bello anche perché vuoto. Vuoto di cose, di opportunità, infatti i giovani scappano, anch’io sono fuggito, a Milano, ma sono poi tornato, perché mi piace il silenzio che c’è qua, i panorami, l’assenza di confusione».

Una carriera lunga 10 anni

La svolta per Lucio Corsi arriva nel 2015 quando incontra Francesco Bianconi e condivide con lui i primi palchi. Poi nel 2017 la prima grande occasione: Corsi apre i concerti dei Baustelle nel tour de L’amore e la violenza. Poi le collaborazioni con Federico Dragogna, chitarrista dei Ministri, e con Brunori Sas. Nel 2020 è ospite fisso de L’Assedio di Daria Bignardi e nel 2024 recita in Vita da Carlo 3 al fianco di Verdone

“Volevo essere un duro”

La canzone che Corsi porta a Sanremo è stata scritta un anno e mezzo fa. «Parla di quanto il mondo ci vorrebbe infallibili, con la solidità dei sassi e la perfezione dei fiori – racconta il cantautore maremmano – senza dirci però che tutti i fiori sono appesi a un filo. Parla (ammesso che questa canzone abbia una bocca) del fatto che sia normale diventare altro rispetto a ciò che si sognava». 
 
Canzone, quella del cantautore di Vetulonia, che ha incassato anche il benestare dell’Accademia della Crusca che come ogni anno, ha analizzato i testi dei concorrenti al festival. 
 
Lorenzo Coveri, professore ordinario di Linguistica italiana all’Università di Genova, ha scritto di Volevo essere un duro «il testo più fresco e uno dei più divertenti, di tutta la kermesse: l’attacco è fulminante» e sul «contrasto autoironico tra sogno e realtà si innescano invenzioni linguistiche spesso irresistibili».
Lucio Corsi con la sua chitarra
Lucio Corsi con la sua chitarra

Il testo della canzone

Volevo essere un duro
di L. Corsi – T. Ottomano
Ed. Sugarmusic/Picicca Management

Volevo essere un duro
Che non gli importa del futuro
Un robot
Un lottatore di sumo
Uno spaccino in fuga da un cane lupo
Alla stazione di Bolo
Una gallina dalle uova d’oro
Però non sono nessuno
Non sono nato con la faccia da duro
Ho anche paura del buio
Se faccio a botte le prendo
Così mi truccano gli occhi di nero
Ma non ho mai perso tempo
È lui che mi ha lasciato indietro
Vivere la vita
È un gioco da ragazzi
Me lo diceva mamma ed io
Cadevo giù dagli alberi
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhiali
Volevo essere un duro
Che non gli importa del futuro no
Un robot
Medaglia d’oro di sputo
Lo scippatore che t’aspetta nel buio
Il Re di Porta Portese
La gazza ladra che ti ruba la fede
Vivere la vita
È un gioco da ragazzi
Me lo diceva mamma ed io
Cadevo giù dagli alberi
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhiali
Volevo essere un duro
Però non sono nessuno
Cintura bianca di Judo
Invece che una stella uno starnuto
I girasoli con gli occhiali mi hanno detto
“Stai attento alla luce”
E che le lune senza buche
Sono fregature
Perché in fondo è inutile fuggire
Dalle tue paure
Vivere la vita è un gioco da ragazzi
Io
Io volevo essere un duro
Però non sono nessuno
Non sono altro che Lucio
Non sono altro che Lucio

 

Anche i topi possono volare

Per la serata delle cover Lucio Corsi ha scelto un ospite molto particolare: Topo Gigio. «Anche i topi possono volare. Sono lieto di annunciarvi che al festival di Sanremo nella serata delle cover duetterò con il mio amico Topo Gigio sulle note (e le correnti) di Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno», ha scritto il cantautore toscano.

«Topo Gigio mi ha insegnato come non diventare una marionetta, mi ha insegnato come fare a tagliare i fili di chi ti vorrebbe far muovere a suo piacimento», ha aggiunto Lucio Corsi. «Inoltre Topo Gigio esordì in televisione nel 1959 proprio con la voce di Modugno, in qualche modo è come se incontrasse nuovamente la sua canzone. VolareNel blu dipinto di blu, è la canzone delle canzoni poiché l’elemento della musica è l’aria. L’hanno cantata tutti, da Paul Mccartney a Bowie fino a Troisi in “non ci resta che piangere”. Insomma, penso che un sogno così non ritorni mai più».

Il futuro in tante date

Dopo il festival di Sanremo il cantautore non si ferma un attimo: l’uscita del nuovo album è prevista per marzo, mentre ad aprile sarà impegnato in un club tour che lo porterà a Bologna (il 13/04, all’Estragon), a Venaria Reale (il 15/04, al Teatro Concordia), a Firenze (il 16/04, al Teatro Cartiere Carrara), a Roma (il 18/04, all’Atlantico), a Napoli (il 23/04, alla Casa della Musica), a Padova (il 28/04, all’Hall) e a Milano (i 29/04, all’Alcatraz). 

 

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