GROSSETO. Venerdì 22 marzo, in occasione della “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, l’omaggio a Paolo Borsellino alla presenza della nipote del magistrato siciliano
Era il 1° marzo del 2017 quando, con voto unanime, la Camera dei Deputati approvava la legge che istituiva la giornata dedicata al ricordo ed al valore civile di coloro che hanno perso la vita a causa della criminalità organizzata. Più di mille vite stroncate a partire da quella di Giuseppe Montalbano, medico e patriota prima vittima di mafia riconosciuta in Italia assassinato il 3 marzo del 1861 a Santa Margherita Belice.
La nipote di Borsellino ospite a Grosseto
Il capoluogo maremmano, anche quest’anno, raccoglie quel testimone attraverso un evento in programma alle 17 presso la Fondazione il Sole dalla sezione “Carla Nespolo” dell’Anpi, in collaborazione con Libera, il Movimento delle Agende Rosse “Peppino Impastato”, Working Class Hero OdV ed ARCI insieme a Roberta Gatani, nipote del giudice Paolo Borsellino che, subito dopo la Strage di Capaci in cui persero la vita l’amico e collega Giovanni Falcone, la moglie e gli agenti della scorta, scosse le coscienze ricordando a tutti come «la lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità».
Roberta Gatani è direttrice della “Casa di Paolo” che ha la propria sede nella vecchia farmacia di famiglia, nel cuore del quartiere palermitano della Kalsa, un luogo dove Borsellino rimane presente grazie ai volontari che si battono per offrire ai giovani un futuro migliore.
L’eredità dello zio per ispirare le generazioni future
Roberta Gatani dedica il suo impegno a affinché l’eredità dello zio non vada disperso e continui, anzi, ad ispirare le nuove generazioni verso un futuro migliore. Un impegno che l’ha motivata anche a scrivere un libro che è incentrato sull’arco temporale che va dal 23 maggio al 19 luglio del 1992, i 57 giorni che separano i drammatici attentati verso Giovanni Falcone, la Strage di Capaci, e Paolo Borsellino, assassinato nella Strage di via d’Amelio nel cuore di Palermo.
«In quei giorni — spiega l’autrice — occorre cercare le risposte. Ho provato a mostrare l’umanità di un uomo consapevole di essere il prossimo bersaglio. Che sapeva di avere poco tempo, prendendo lo stesso la decisione di continuare il suo lavoro da uomo al servizio dello Stato. Dopo la Strage di Capaci è cambiato qualcosa nella testa delle persone, e la mafia è diventata un problema che riguardava chiunque, anche i semplici cittadini. Paolo ha avuto la fortuna di vedere questo risveglio delle coscienze e per i 57 giorni successivi ha sentito come la gente facesse il tifo per i magistrati. Ma è fondamentale che la memoria si trasformi in impegno quotidiano».
L’incontro con Roberta Gatani sarà arricchito dal dialogo con Daniela Castiglione dell’Anpi, Simone Ferretti di Arci, Elio Irudal di Agende Rosse, Michael Alexander Calì di Working Class Hero e Roberta Giorgi di Libera. Appuntamento a partire dalle 17 di venerdì 22 marzo alla Fondazione il Sole in viale Uranio 40 a Grosseto.
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