GROSSETO. Aveva bisogno di soldi. Una cifra contenuta, tremila euro. Ma non trovava nessun istituto di credito e nessuna finanziaria disposta a concederglielo. «Lavoro come operaio stagionale e ottenere un prestito è impossibile, senza un contratto a tempo indeterminato. Ho guardato su Internet ma quella è stata la scelta peggiore che potessi fare».
La voce dell’uomo oggi è un po’ più distesa. Da pochi giorni la sua lunga vicenda giudiziaria si è chiusa con l’ultima assoluzione. In mezzo diverse archiviazioni e remissioni di querela. «Questo grazie all’avvocata Iris Milano – dice – che è stata eccezionale. Se non ci fosse stata lei al mio fianco, tutto questo non sarebbe stato possibile. Mi sono dovuto difendere da innocente per un reato che non avevo commesso. Anzi, del quale sono stato vittima io». Un reato odioso, quello di truffa.
Chiede un prestito e finisce in un incubo
Operaio, 61 anni, con il bisogno di superare una piccola difficoltà economica. Su Facebook, la possibilità di ottenere quei 3.000 euro sembrava davvero alla portata di un clic. «Ho cominciato a parlare via Messenger con questa donna che mi ha spiegato come accedere al finanziamento – dice – Mi ha detto che avrei dovuto inviarle una carta Postepay, che l’avrebbe ricaricata con la cifra richiesta e che poi me l’avrebbe rimandata».
Il sessantunenne è quindi andato alle Poste, si è intestato la carta e l’ha spedita all’indirizzo che gli era stato fornito. «Ma i soldi indietro non mi sono mai arrivati – dice ancora l’uomo – In compenso, mi sono cominciati ad arrivare avvisi di garanzia da mezz’Italia».
È stato un vero e proprio incubo quello nel quale è sprofondato l’uomo. «Mi convocavano i carabinieri in caserma per notificarmi gli avvisi di garanzia – dice – Arrivavano da ogni parte d’Italia». Il primo, nel gennaio del 2023.
«Subito dopo sono andato a bloccare la carta – aggiunge – e a sporgere denuncia alla polizia. Credevo di aver risolto, ma non è stato così».
Truffato, lo indagano per truffa in mezz’Italia
Le persone che hanno sporto denuncia nei confronti del sessantunenne erano persone che avevano subito una truffa. Messa a segno probabilmente dalla stessa donna che aveva truffato anche l’operaio.
In tutte le denunce che i carabinieri hanno notificato al 61enne era sempre riportata la stessa carta Postepay. Quella con il numero intestato al malcapitato. «Alla fine – dice – grazie all’avvocata Milano quest’incubo è finito. Ma per più di un anno ho dovuto subire sequestri, indagini e tutto quello che ne consegue. È stato un incubo».
L’uomo ancora non ha avuto indietro il suo cellulare e il suo telefono che sono stati sequestrati dai carabinieri nell’ambito delle indagini. «È stato faticoso ma finalmente questa brutta vicenda si è conclusa – dice ancora – L’ho voluta raccontare per mettere in guardia le altre persone. Io sono stato forte, ho cercato di non fare pesare nulla alle persone che ho vicine. Ma è stato difficile, perché anche le persone che mi conoscevano, quando mi hanno sequestrato il cellulare e il pc, ad esempio, hanno dubitato. Io dicevo a tutti: le risposte arriveranno con il tempo. Alla fine avevo ragione, sono arrivate».
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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