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Lo scivolone del presidente sulla grammatica. E il silenzio del sindaco

Consigliere o consigliera? Scontro acceso in consiglio a Follonica. Ma dietro c’è ben altro. Pecorini: «Sindaco muto, doveva intervenire lui»
Alberto Aloisi durante il suo intervento in consiglio comunale
Alberto Aloisi durante il suo intervento in consiglio comunale, accanto a lui il sindaco Matteo Buoncristiani

FOLLONICA. Lo scontro è nato sulla grammatica. Ma dietro alla grammatica c’è ben altro. Succede nell’agitato consiglio comunale di Follonica convocato d’urgenza martedì 24, per la nomina del collegio dei revisori.

Nomina che era saltata cinque giorni prima perché un franco tiratore della maggioranza aveva annullato la scheda, nascondendosi dietro al voto segreto, scrivendoci sopra “Anche meno.

Poi, non c’è voluto molto va detto, quel franco tiratore è stato individuato e ben redarguito, così al secondo tentativo la nomina è andata in porto.

Ma nel consiglio comunale, convocato d’urgenza, i toni si sono alzati. E neppure poco. Il consiglio è stato sospeso d’imperio dal presidente Aloisi, poi ha ripreso dopo pochi istanti e ancora sospeso, facendo in fretta e furia una conferenza dei capigruppo.

Questione di regole e di metodo. Perché in un consiglio di urgenza dovrebbero essere messe all’ordine del giorno le comunicazioni, sia del sindaco, che degli assessori, che dei consiglieri. E nella prima convocazione non c’erano.

Ne è nato un acceso dibattito fra il presidente stesso, Alberto Aloisi e la consigliera Francesca Stella del Pd. La voce si è alzata. Il presidente l’ha chiamata più volte consigliere e non consigliera. Lei ha ribattuto, lui ha insistito. Questione di grammatica, certo, il femminile si usa in italiano, ma anche questione di voler ribadire la propria autorità.

Stella si è sentita prevaricata, c’è voluto l’intervento del capogruppo Andrea Pecorini per riportare la calma.

Pecorini: «Stupito dal silenzio del sindaco»

Andrea Pecorini ha chiesto di abbassare i toni. Ma non per la grammatica, che pure ha un suo peso, ma per la dignità di un consiglio comunale che va in diretta su YouTube, l’estratto dello screzio lo vedete in questo articolo e che tutti i cittadini possono vedere e rivedere.

«Ho chiesto di abbassare i toni perché non era un bello spettacolo – dice Pecorini – le istituzioni cittadine non stavano dando il meglio di sé, mettiamola così. Per questo il segretario del Pd ha scritto un comunicato. Ma una cosa in più vorrei dirla…».

Ci dica.

«Mi ha colpito il silenzio del sindaco Matteo Buoncristiani. Mi ha stupito il mutismo del primo cittadino. Doveva essere lui, dall’alto della sua autorità, a interrompere quella battaglia vocale, farsi sentire, riprendere in mano la situazione. Sono questi i momenti in cui un sindaco deve far valere il proprio peso. Invece nulla, è rimasto zitto e seduto».

«Accanto al sindaco, poi, si pone il problema del presidente del consiglio comunale. Lo dice la carica stessa, non è il presidente della maggioranza, ma il presidente di tutti i consiglieri. E come tale deve comportarsi, tutelando tutti e consentendo a tutti di esporre fino in fondo la propria opinione».

Il comunicato del segretario del Pd: «Rivendichiamo il linguaggio di genere»

Questo il comunicato del segretario provinciale del Pd.

«Non è difficile: in italiano non esiste la forma neutra, un nome è maschile o femminile e non si scappa. Dottore o dottoressa, scrittore o scrittrice, bambino o bambina. Una regola semplice, codificata dall’Accademia della Crusca e in ogni vocabolario e manuale di grammatica. Basta consultare gli scritti di Cecilia Robustelli, Giuseppe Patota o Vera Gheno (sono 3 linguisti, ndr)».

«E invece no, la destra – questa brutta destra che nega diritti ed è dura coi deboli e prona coi forti – in barba ai linguisti ha cancellato dal suo alfabeto la A e la E quando si tratta di questioni di genere».

«Ne sa qualcosa Francesca Stella, consigliera di opposizione e vicepresidentessa del consiglio comunale di Follonica, apostrofata ieri diverse volte come consigliere “per me è consigliere… re” urlato più volte con la giugulare palpitante per lo sforzo vocale – da Alberto Aloisi, presidente del consiglio comunale».

«Poco importa la questione in discussione – una proposta da mettere o non mettere in votazione – importa invece, e tanto, la pretesa di cancellare la differenza di genere dal linguaggio istituzionale. Ha cominciato la – per noi è la presidente del consiglio Giorgia Meloni che orgogliosamente rivendica il suo essere il premier».

«Gli altri la seguono a ruota liberando evidentemente istinti repressi per anni nel finto adeguarsi al politicamente corretto: gli uomini, a conferma di una gigantesca questione culturale e di un irrisolto retaggio patriarcale; ma anche le donne il che è ancor più grave».

«Ma non sorprendete perché se sono soprattutto le donne di destra a minacciare la libertà della donna di decidere del proprio corpo, è conseguente (normale no, normale proprio non si può dire) che si vivano al maschile. Cancellando quelle due vocali si vorrebbero cancellare anni di emancipazione e liberazione, come se si potesse tornare indietro di decenni per negare diritti acquisiti e conquiste culturali».

«Noi no, noi del Partito Democratico rivendichiamo l’uso del corretto linguaggio di genere a seconda che ci si trovi di fronte ad un uomo o a una donna. Quindi: consigliera, sindaca, ministra, senatrice. E via dicendo. Non è difficile».

«A Francesca Stella va la nostra solidarietà, ad Alberto Aloisi – per altro eletto nelle liste di Forza Italia e Italia Viva che così si accoda alla peggior destra – la nostra condanna e, per il prossimo Natale, un manuale di grammatica. Un ripasso non fa male. E rassicuriamo tutti: ad ogni intervento correggeremo sempre chiunque usi il maschile per una donna, rileggeremo ogni atto e verbale perché sia corretto anche il linguaggio scritto. Non permetteremo che si torni indietro».

Autore

  • Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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