MAGLIANO IN TOSCANA. Gualtiero Cecchettini ha rivoluzionato la sua vita nel 1983: a 35 anni ha deciso che si sarebbe trasferito in Australia con i figli e la moglie, si è rimboccato le maniche e ha iniziato a lavorare sodo per trasferirsi dall’altra parte del mondo. All’epoca, negli anni ’80, era difficile trasferirsi in Australia: le modalità di accesso erano molto ridotte e richiedevano un gran quantitativo di investimenti o richieste particolari.
A questo punto Gualtiero, nato a Magliano in Toscana, ha deciso di mettersi a lavorare per potersi trasferire. Così in 5 anni è riuscito ad avere abbastanza per investire in Australia. «È stato uno choc culturale, sono passato dalla campagna maremmana a gli incontri di lavoro nei grattacieli immensi di Sidney – dice l’uomo – Ogni sei mesi dovevo però rientrare in Italia. I miei 35 anni in Australia hanno avuto alti meravigliosi e bassi devastanti».
Da Magliano vola in Australia
Gualtiero nel 1983 ha deciso di fare un viaggio di tre settimane in Australia e lì si è innamorato del continente. La meraviglia della natura, dei paesaggi e, soprattutto, del modo di vivere e della leggerezza. E in quei giorni ha deciso che avrebbe tentato la fortuna dall’altra parte del mondo.
«Io vengo dal niente, ho vissuto in campagna, con le galline, le mucche e i maiali e quindi per realizzare il mio sogno non mi era rimasto che rimboccarmi le maniche – dice – E questo è quello che ho fatto, ho lavorato sodo per 5 anni fino a che non ho avuto una somma che mi permettesse di emigrare in Australia, una volta arrivato ho fondato la mia azienda, che si occupa tutt’oggi di costruzione di pannelli in cemento armato».
«In Italia ero un installatore di telefoni e televisioni, quindi mi sono trovato ad affrontare un campo a me sconosciuto – continua – Ho lavorato sodo, con vittorie e sconfitte. Credo che la cosa migliore dell’Australia sia che permette di ricostruirsi dopo un fallimento. Io lo so bene, ne ho avuti tre, fra cui uno nel 2008 dopo il crollo della banca statunitense Lehman Brothers».
Durante quei fallimenti Gualtiero ha vissuti un inferno, erano momenti di ansia e paura, che però sono passati regalandogli un po’ di serenità. «Avevo paura di andare a letto e svegliarmi il giorno dopo, perché sapevo che mi avrebbero aspettato momenti difficili e complicati. Ma poi quelle ore passavano e sapevo che sarebbe arrivato un periodo migliore – dice – Ora alle redini dell’impresa ci sono tre dei miei figli, mentre uno ha deciso di mettersi in proprio e tutti loro se la stanno cavando molto bene».
Il ritorno in Italia
La cosa che l’imprenditore ha più amato dell’Australia è la fluidità dell’economia. «Fino l’epidemia da Covid-19 l’Australia era il paese migliore del mondo: qualcuno poteva trasferirsi lì e costruirsi da zero e ancora oggi è così, solo che è più difficile – dice Gualtiero – E questo è grazie alla fluidità, perché parliamo di uno Stato nato su flussi migratori e d’investimenti che hanno fatto la differenza e permettevano di avere una seconda possibilità: io ho avuto tre fallimenti e me la sono sempre cavata. Ma credo che oggi il Paese abbia attuato delle direttive troppo radicali, che rendono un po’ più difficile rialzarsi».
Gualtiero a maggio del 2024 ha deciso di tornare in Italia per dedicarsi ai suoi hobby e alle sue passioni. «Sono tornato in Italia anche se è stato difficile lasciare la mia famiglia, nel tempo si è allargata molto e sono circa 30 persone – dice l’imprenditore – Insomma fra figli, nipoti e pronipoti sono molti, ma mi vengono a trovare spesso e io vado circa due volte all’anno».
In Italia Gualtiero passa le giornate ad inventare delle macchine che potrebbero essere utili nel settore delle costruzioni. « In anni complicati e difficili l’Australia mi ha permesso di fallire e ricostruirmi, quindi non è stato proprio tutto una pacchia – dice – E ora mi godo il tempo libero e i miei hobby: mi piace creare delle macchine per il cemento e per spianare il terreno».
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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