FOLLONICA. Follonica celebra la sua storia artistica e culturale, legata alla produzione dei manufatti in ghisa con una mostra. Dal 24 marzo al 30 giugno, le sale della Fonderia 1, area ex Ilva, ospiteranno la mostra “La Fabbrica del Bello. La manifattura di Follonica e la cultura artistica nella Toscana granducale“, promossa e organizzata dal Comune di Follonica e inserita nel progetto “Terre degli Uffizi”, ideato e realizzato da Le Gallerie degli Uffizi e Fondazione Cr Firenze all’interno delle rispettive iniziative “Uffizi Diffusi” e “Piccoli Grandi Musei”.
L’esposizione mette al centro il “sogno” di Leopoldo II di Lorena di creare in Maremma una mani-fattura artistica e produttiva basata sulla ghisa. Un materiale “nuovo”, figlio della rivoluzione industriale, protagonista in Europa delle architetture più audaci e che il granduca Leopoldo elegge come “materia prima” della Toscana. Sceglie Follonica come sede produttiva, in continuità̀ con quella “politica del ferro” medicea che già̀ aveva unito in questa parte di Toscana l’enorme ricchezza metallifera dell’Elba con l’abbondanza di aree boschive e la fitta rete idrografica, dando vita alla Magona.
La ghisa di Follonica incanta Firenze
Nei grandi spazi della Fonderia 1, edificio tra i più rappresentativi dello stabilimento ottocentesco, sarà in scena il dialogo tra l’apparato produttivo follonichese e il contesto artistico, e politico, fiorentino, da cui tutto nasce. “La Fabbrica del Bello” intende infatti esporre l’idea di fabbrica come luogo di ricerca artistica e produttiva, come lo era Follonica negli anni della massima attività delle fonderie granducali, sottolineando come la sperimentazione avviata fosse perfettamente aderente al dibattito, nazionale e internazionale, del momento.
Per la prima volta all’interno dell’ex Ilva saranno esposti disegni, progetti, ma anche pitture, sculture e fusioni provenienti dal Fondo Manetti dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, dall’Archivio di Stato di Firenze, dal Museo Stibbert, dalla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti e da varie altre realtà – tra cui numerose collezioni private – che permettono di ricostruire il percorso di nascita e crescita artistica della città. L’arte è la prima protagonista, con l’opera di Lorenzo Nen-cini, che ben rappresenta il dibattito artistico tra “bello ideale” e “bello naturale” che permea l’Accademia fiorentina (anch’essa figlia di una riforma granducale): il San Giovanni Battista, marmo realizzato per la chiesa di San Leopoldo. Attorno, gli attori del dibattito: Pietro Benvenuti, Giuseppe Bezzuoli, Enrico Pollastrini, Lorenzo Bartolini con opere pittoriche e scultoree che ben rappresen-tano lo spirito del tempo.
Tutti i protagonisti del bello
Il “bello” connota anche la manifattura di Follonica, narrata attraverso le figure chiave della sua nascita e del suo sviluppo: l’ingegnere Alessandro Manetti e l’architetto Carlo Reishammer (autori della chiesa di San Leopoldo), l’urbanista Francesco Leoni (ideatore del complesso produttivo e del piano della città), gli artisti Leopoldo Arcangeli e Amedeo Meraviglia (responsabili della Scuola di disegno e ornato di Follonica, elemento essenziale del progetto fondativo leopoldino). In mostra gli oggetti più rappresentativi della produzione follonichese in ghisa: elementi di decoro, parti architettoniche, opere d’arte nate per la riproduzione seriale, come la “Madonna Ilvania”; esposti inoltre i disegni originali del progetto architettonico della chiesa di San Leopoldo.
«Inauguriamo con questa mostra assai spettacolare – dice il presidente di Fondazione CR Firenze Bernabò Bocca – la quarta stagione del progetto “Terre degli Uffizi”. Come è stato fino ad ora con grande apprezzamento da parte dei visitatori, avremmo piacere che fosse anche questa una nuova occasione per stimolare nei giovani una coscienza diffusa e condivisa della storia e della cultura del luogo in cui essi vivono. Crediamo anche di avere ottemperato ad uno dei compiti della no-stra Fondazione: favorire, ove è possibile, la creazione di reti territoriali capaci di promuovere interventi di conservazione programmata in una visione di lungo periodo. E, soprattutto, aiutare le nuove generazioni ad essere sempre più consapevoli dell’identità di un Paese straordinario e unico, plasmato da culture, tradizioni e geografie diverse e lontane».
Un’occasione per scoprire Follonica e la sua produzione
«La mostra “La Fabbrica del Bello. La manifattura di Follonica e la cultura artistica nella Toscana Granducale” arricchisce il sistema di ricerche sul processo di fondazione e sulle origini della città di Follonica – commenta il sindaco Andrea Benini – Nell’inverno 2022 sono iniziati i primi incontri con il professor Carlo Sisi, presidente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, affinché si potesse strutturare un progetto scientifico di alto respiro che ricollegasse Follonica al capoluogo toscano. Da quelle prime battute, e in concomitanza con la pubblicazione celebrativa del centenario della nascita del Comune, sono emerse questioni significative e importanti che dimostrano quanta visione, lungi-miranza e modernità questa città e il suo governo abbiano espresso nell’Ottocento. Da lì è nato il progetto della mostra, andando così a collocare Follonica tra le prime località Toscane che celebrano i 200 anni dell’insediamento del Granduca Leopoldo II di Lorena. Terre degli Uffizi – conclude Benini – ha il merito di delocalizzare il turismo e di accendere i riflettori su una realtà peculiare come quella di Follonica, mettendo in evidenza i profondi legami fra la nostra città e Firenze».
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