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Liberata la foce del Cervia. 3 ore di lavoro, ma 2 mesi per i permessi

Il fosso Cervia è tornato navigabile garantendo l’uscita delle barche della Protemare, ma servono leggi più snelle e procedure semplificate
La foce del Cervia invasa dalle alghe
La foce del Cervia invasa dalle alghe

FOLLONICA. Le segnalazioni sull’opportunità dei lavori di dragaggio nella foce del fosso Cervia nel mese di luglio trovano finalmente una risposta, ora che il circolo nautico Protemare che gestisce il piccolo approdo da quasi trent’anni, ha ufficializzato il percorso burocratico che ha ritardato i lavori.

Il presidente Baiocco spiega cosa è successo

«Finalmente nei giorni scorsi è stata rimossa la barra di sabbia che ostruiva il passaggio delle imbarcazioni» spiega il presidente Gianni Baiocco.

A dire il vero è il secondo intervento fatto al Cervia, poiché lo scorso autunno le fortissime mareggiate avevano già richiesto l’intervento della draga per rimuovere l’enorme accumulo di posidonia oceanica che ne aveva chiuso completamente la foce.

In quel caso la durata dell’iter autorizzativo fu di oltre quattro mesi e solo un caso fortuito riuscì a sbrogliare la matassa delle autorizzazioni.

Ma a volte il diavolo ci mette lo zampino e dopo poche settimane altre forti mareggiate hanno accumulato un banco di sabbia alla foce: niente di paragonabile al precedente accumulo di posidonia, solo 40 – 50 cm di spessore per pochi metri di lunghezza, ma sufficiente ad impedire il transito dei natanti soprattutto con la bassa marea.

Servono indicazioni e procedure più semplici

«Per rimuovere questo piccolo accumulo – spiega il presidente Baiocco -, ci sono volute meno di tre ore di lavoro, ma quasi due mesi di tempo per completare l’intero iter autorizzativo:  progetto, analisi e richiesta autorizzazioni».

«Il punto dolente, va detto con chiarezza, non sempre sta nella lentezza degli uffici, anzi; se siamo infatti riusciti a liberare la foce entro la metà di luglio lo dobbiamo alla collaborazione, la rapidità e la disponibilità dei dirigenti e dei funzionari del Genio Civile e del Comune di Follonica che hanno capito le nostre difficoltà».

«Il problema invece sta negli iter burocratici complessi e farraginosi a volte scollegati dalla realtà, che richiedono tempo, procedure, analisi e progetti anche per problemi di piccola entità. Il paradosso che si crea è che per movimentare poche decine di metri cubi di sedimenti si deve avviare la medesima procedura utilizzata per spostarne diverse migliaia». 

«È necessario quindi snellire questi processi – conclude il presidente Baiocco – e renderli facilmente gestibili, stabilendo delle procedure chiare e semplici, ma soprattutto proporzionate alle reali esigenze; diversamente, nel breve periodo, la vita dei piccoli approdi e della piccola nautica di valenza sociale nella nostra regione, tra alti costi e iter burocratici impossibili, sarà sempre più difficile e per qualche realtà si può delineare la definitiva chiusura con conseguente perdita di posti di lavoro».

 

Autore

  • Chiara Pierini

    Collaboratrice di MaremmaOggi. Il turismo e l'accoglienza sono nel dna familiare, ma scrivere è l'essenza di me stessa. La penna mi ha accompagnato in ogni fase e continua a farlo ovunque ce ne sia la possibilità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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