GROSSETO. All’Asl sud est è arrivata la prima richiesta per accedere al suicidio assistito, reso possibile dalla legge regionale approvata lo scorso 11 febbraio. Scegliere il suicidio assistito non è semplice, ma per chi non vuole affrontare una malattia irreversibile e incurabile è l’unico modo per porre fine alle proprie sofferenze.
La legge regionale sul fine vita dà la possibilità di garantire la libera scelta alle persone che soffrono di una malattia incurabile. La norma regionale segue le indicazioni di due sentenze della Corte costituzionale, la 135/2024 e la 242/2019, che aprono la strada al diritto sul fine vita. La prima spiega la necessità di una normativa proprio sulle modalità e invita il Parlamento a colmare il vuoto normativo, la seconda, invece, spiega quando si può accedere al fine vita.
La legge sul suicidio assistito si limita a dare le modalità non espresse dalle sentenze: il diritto non era praticabile, per diversi motivi, come la mancanza del personale sanitario, per la difficoltà di reperire il farmaco oppure per trovare lo strumento di autosomministrazione.
«L’Asl Sudest ha già una procedura da seguire in questi casi, che si fonda sul diritto concesso delle due sentenze della Corte costituzionale – dice Pasquale Macrì, direttore del dipartimento di medicina legale e tutela dei diritti in sanità – L’adesione è volontaria per il personale medico ed è un servizio gratuito che pagherà la Regione».
Come funziona la legge
La norma prevede che il paziente abbia determinate caratteristiche da rispettare: la capacità di poter prendere delle decisioni in autonomia e libere, l’irreversibilità della malattia, deve reputare intollerabili le sofferenze fisiche o psicologiche causate dalla malattia e la dipendenza da trattamenti di sostegno vitale. Quest’ultimo non è essenziale per poter accedere al suicidio assistito.
Una volta che la persona ha dimostrato di avere tutti i requisiti dovrà fare una richiesta alla commissione e al comitato etico locale dell’Asl, che deve valutare e verificare la domanda e fornire una risposta entro 30 giorni. Se l’esito sarà positivo l’Asl comunicherà al paziente cosa dovrà fare e non ci sono spese per i trattamenti, perché se vengono pagate dalla Regione.
«Quando ragioniamo su temi etici come questo è necessario un grande rispetto e questa legge ci dà una soluzione tecnica a un diritto per un limitato numero di soggetti sofferenti – dice Macrì – La Regione ha stanziato 30mila euro per i costi della procedura. Abbiamo già istituito un comitato etico e appena la legge sarà pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione toscana, Burt, adegueremo la nostra procedura».
In questo caso non è prevista l’obiezione di coscienza. «L’adesione dei vari medici è volontaria e gli obiettori di coscienza sono previsti solo nel caso dell’aborto – dice Macrì – Rispetteremo anche tutti i professionisti che non se la sentiranno di partecipare e troveremo il personale necessario, che non sarà retribuito per questo servizio in particolare».
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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