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Legambiente: «L’autostrada Tirrenica non s’ha da fare»

L’associazione ambientalista chiede a Governo e Regione di mettersi al lavoro per completare l’arteria, trasformandola in una superstrada sicura e pubblica
Un tratto dell'Aurelia nella zona di Albinia
Un tratto dell’Aurelia nella zona di Albinia

GROSSETO. Prosegue il dibattito sul Corridoio tirrenico, riacceso dopo un lungo periodo in cui le vicende dell’asse stradale tra Rosignano, per la precisione San Pietro in Palazzi, in provincia di Livorno, e Tarquinia erano cadute nel dimenticatoio. A dar fuoco alla miccia, il deputato toscano di FdI, Giovanni Donzelli, secondo il quale l’asse si farà e sarà un’autostrada secondo la vecchia idea di Altero Matteoli. Parole che hanno scatenato le reazioni della politica e delle associazioni.

L’ultimo intervento, quello del presidente della Camera di commercio della Maremma e del Tirreno, Riccardo Breda, contrario al progetto di un’autostrada. E che ha ricordato l’impegno preso solo pochi giorni fa dal presidente della Regione, Eugenio Giani, in occasione dell’incontro in Camera di Commercio che metteva a disposizione 100 milioni di euro per la realizzazione del tratto da Ansedonia al confine con il Lazio.

Ora è la volta di Legambiente, che da sempre si oppone a un tracciato autostradale, ritendendo più che valido il progetto di adeguamento dell’attuale superstrada.

L’unico progetto percorribile è l’adeguamento dell’Aurelia

«Parole con toni da campagna elettorale», viene bollato il discorso di Donzelli, pronunciato durante l’iniziativa “Italia vincente” al Tuscany Hall di Firenze, da Angelo Gentili, componente della segreteria nazionale di Legambiente, e Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana. «E che hanno messo in allarme le comunità locali, ancora una volta di fronte a dichiarazioni surreali sul futuro del territorio che va da Tarquinia a San Pietro in Palazzi

«Le parole del deputato Donzelli si riferiscono a un’epoca che non c’è più. L’ipotesi di un’autostrada in Maremma è tramontata ormai da tempo, grazie al grande lavoro messo in campo dal fronte del “No” sui territori coinvolti. A oggi, l’unica opzione percorribile è quella dell’adeguamento dell’Aurelia. Un intervento quanto mai urgente, considerando l’altissima incidentalità di una lingua d’asfalto già di per sé pericolosa e, negli ultimi anni, totalmente abbandonata al proprio destino», riprendono Gentili e Ferruzza.

Governo e Regione lavorino insieme nella stessa direzione

Poi l’appello di Legambiente a Meloni e Giani affinché si siedano a un tavolo e lavorino di concerto verso l’unica soluzione percorribile, stanziando le risorse necessarie.

«Ormai da anni, come associazione chiediamo che vengano aperti i cantieri, a partire dai tratti più pericolosi come quello di Capalbio in cui, peraltro, ha perso la vita il senatore Altero Matteoli, a cui Donzelli vorrebbe intitolare la fantomatica autostrada. Non c’è più margine per i proclami. Serve piuttosto dedicare tempo, energie e risorse affinché i cantieri partano velocemente.

A questo proposito, chiediamo al governo Meloni di agire in questo senso e alla Regione Toscana di adoperarsi nella medesima direzione. Gli automobilisti non hanno bisogno di tira e molla utili solo a strappare qualche voto in più. Servono serietà e impegni concreti nella giusta direzione. La strada è ormai (in tutti i sensi) tracciata. Siamo all’ultimo miglio. Si stanzino definitivamente le risorse e si metta fine a una questione che ci trasciniamo da troppi decenni», concludono Gentili e Ferruzza.


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