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Le vecchie vele da surf rinascono nelle borse di Chiara

Ecco “Papanga Handmade”: dalle mani d’oro e dalla fantasia di Chiara Longhi, il marchio che dona una seconda vita a materiali inusuali trasformati in accessori unici – La fotogallery
Chiara Longhi e una delle sue creazioni Papanga Handmade
Chiara longhi e una delle sue creazioni

GROSSETO. Può il neoprene di una muta da sub diventare un elegante pochette per la sera? E una vela da surf trasformarsi in un portacellulare, un portaspicci, una pratica shopper? Uno scampolo di stoffa in un sottovaso da fiori?  Sì se passa dalle abili mani di Chiara Longhi che con il marchio “Papanga Handmade” produce linee di oggetti personalizzati e unici, tutti diversi e tutti ugualmente originali.

Una storia nata alla fine del 2020 e che porta la firma del secondo lockdown. L’inattività forzata ha dato modo a Chiara di dare spazio alla sua creatività e alla sua straordinaria manualità, per impiegare nel miglior modo possibile il tempo libero, calato come una scure sul suo lavoro principale di istruttrice di crossfit e personal trainer. 

Da Bergamo a Grosseto, innamorata della Maremma

44 anni, di origine bergamasca, Chiara è arrivata a Grosseto nel 2008 in vacanza, per rilassarsi e praticare kite, surf da onda e altri sport acquatici. È stato subito amore. Il sole, il mare, il vento, la magia della Maremma, le lunghe estati che si protraggono fino a ottobre sono diventate irrinunciabili e ha deciso di trasferirsi. Sportiva di razza e fisico statuario, ha praticato a lungo ginnastica ritmica e altre discipline, trasformando la sua passione per lo sport in un lavoro. 

Per molti anni ha fatto con successo l’istruttrice di crossfit e la personal trainer in una palestra della città, poi è arrivato il Covid. Il primo e il secondo lockdown hanno colpito duramente proprio le palestre, tra le ultime attività a riaprire e a ritrovare una normalità. Da un giorno all’altro Chiara si è ritrovata a casa e con tanto libero a disposizione.

Una macchina da cucire mai usata e vecchie vele da surf

«Ho sempre avuto passione per le attività manuali che mi consentivano di dare sfogo alla mia fantasia – racconta Chiara – tanto che avevo comprato una macchina da cucire. In realtà subito dimenticata in garage perché non avevo mai il tempo di usarla. Ho deciso di ripartire da lì, da autodidatta imparando con i tutorial che si trovano on line.

Poi piano piano ho acquisito manualità, ho smesso di seguire i tutorial e ho iniziato a fare da sola. Non potendo uscire a comprare la stoffa, usavo quello che avevo in casa. Di vecchie vele da surf ce n’erano in abbondanza e ho pensato di riciclarle, producendo un po’ di tutto: borse, portaoggetti, portamonete e portatessere, zainetti.

Visto che i risultati erano eccellenti e il tessuto delle vele cominciava a scarseggiare, sono passata agli altri materiali che avevo a disposizione in casa. Ho usato una vecchia tenda da doccia, abiti dismessi, vecchi asciugamani di tessuto, tende, fino a quando non ho avuto la possibilità di uscire, comprare scampoli di stoffa e trasformarli in quello che mi veniva in mente, cucendo anche su richiesta di amiche e amici».

La lingua dei Maori all’origine del marchio

In breve è nato anche il marchio: Papanga, con l’aggiunta della parola Handmade. «Il nome deriva dalla lingua maori che significa “pezzo di stoffa”, in omaggio al materiale che uso. Per il logo ho immaginato e disegnato un polpo, che con i suoi otto tentacoli è per me il simbolo della manualità, ho fatto fare il timbro che utilizzo per stampare il logo su cartoncini riciclati e attaccarlo agli oggetti che produco», riprende.

Il logo Papanga handmade
Il logo Papanga handmade

Piano piano il lavoro si è evoluto, Chiara ha iniziato a utilizzare altri materiali come il neoprene e a produrre altri accessori: fasce per i capelli, cerchietti, cestini per il pane, tovagliette americane, fino ai creazioni con la tecnica del macramè.

Grazie ai social e al passaparola, si è fatta conoscere, producendo anche borse o altri oggetti su commissione. Successivamente ha cominciato a partecipare come hobbista ai mercatini, dove espone con successo le sue creazioni.

A ciascuno la propria Papanga

Chiara è un vulcano di idee, ma deve essere ispirata dalla stoffa o dagli altri materiali che usa. «Compro solo gli scampoli che stimolano la mi creatività e chi mi fanno immaginare l’accessorio che produrrò. Deve piacermi e accendere una lampadina. Allora lo prendo. Per questo ogni pezzo è unico, anche se mi viene richiesto con precise caratteristiche. Insomma, ognuno deve avere la propria Papanga e non deve essercene un’altra uguale», dice.

Una borsa Papanga
Una borsa Papanga

Ora che la pandemia è alle spalle, Chiara ha ripreso anche a lavorare come istruttrice e personal trainer, a praticare gli sport al mare e all’aria aperta che l’hanno portata e fatta rimanere in Maremma. Ma l’esperienza del marchio Papanga Handmade continua. Basta dare un’occhiata ai suoi profili Facebook e Instagram o a questa fotogallery…

 

Autore

  • Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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