SANTA FIORA. Il modello Santa Fiora funziona. Nel tempo è nato un nuovo sistema economico che comprende una serie di servizi molto interessanti, volti ad incrementare l’economia del territorio ed a favorire imprese e cittadini.
Abbiamo parlato con una delle artefici di questo interessante progetto, Sacha Naldi. Che è anche presidente intercomunale per i comuni dell’Amiata grossetano della Confesercenti.
Tre donne che scommettono sull’Amiata
«La nostra – spiega Sacha – è un’azienda che ha sede nel comune di Santa Fiora, è una piccola realtà composta da tre donne (oltre a lei ci sono Serena e Claudia, ndr). Ci armiamo ogni giorno di amore e di sorriso, perché abbiamo avuto l’onore di scegliere un lavoro che amiamo, coniugando il piacere di cucinare e quello di accogliere».
Sacha, Serena e Claudia si occupano di vari aspetti, di fatto sono quattro diverse attività.
«Facciamo catering per l’organizzazione di eventi e matrimoni, abbiamo un piccolo ristorante che si chiama “Bistrot fatt’ammano” (scritto proprio così, ndr). Inoltre un’altra attività si suddivide in ulteriori servizi come l’ospitalità diffusa, abbiamo proprio la reception e, infine, abbiamo la bottega dei “ciacciai”».
Cosa è la bottega dei “ciacciai”?
«Innanzitutto il nome deriva proprio dal nome dei cittadini di Santa Fiora, che si possono chiamare santafioresi o, appunto, “ciacciai”. Diciamo che in loro onore abbiamo chiamato così la nostra bottega».
«Questa attività ha ricevuto un importante riconoscimento dalla Regione Toscana come “Emporio di comunità“. Da regolamento si devono vendere solo prodotti di prima necessità come farine, olio, vino pasta ed altro, ma anche offrire determinati servizi come il pagamento delle bollette o la spedizione dei pacchi. Attraverso questa attività, cerchiamo di valorizzare l’economia locale attraverso la vendita di prodotti tipici del territorio delle piccole aziende locali».
«Dallo scorso anno la bottega dei ciacciai, ha anche un’interfaccia online per l’e-commerce che si chiama “La spesa in Toscana” per la vendita non solo in Italia ma anche negli altri paesi.
«Con questo progetto attraverso un bando della Regione Toscana chiamato “Innovazione” abbiamo ricevuto una menzione d’onore. Il bando raccoglieva molti progetti di vari ambiti anche molto importanti come quelli medici. Il nostro lavoro è stato apprezzato in quanto una piccola realtà in crescita, per il fatto che siamo donne, e che siamo riuscite ad autoprodurci il sito e attraverso la formazione poter utilizzare tutti i sistemi informatici».
L’accoglienza diffusa come viene organizzata?
«Per l’accoglienza diffusa, in pratica sono state recuperate delle case altrimenti abbandonate e riqualificate per destinarle all’accoglienza. Si trattava di seconde case o case ricevute in eredità. Noi le gestiamo cercando di offrire anche altri servizi per rendere più piacevole la permanenza qui a San Fiora. Diamo infatti anche informazioni a carattere turistico per conoscere meglio il Monte Amiata e i vari paesi, con le varie iniziative ed eventi e le cose da visitare per poter passare una piacevole vacanza».
Come possiamo legger dal sito: Santa Fiora Ospitalità diffusa promuove l’ospitalità turistica privata a Santa Fiora e sul Monte Amiata. Rappresenta la volontà di mettere a reddito un patrimonio di seconde case che rappresentano un valore di legame col territorio, con la gente e le sue tradizioni.
«L’ospitalità diffusa apre le porte a chi, oltre a trovare un posto dove trascorrere una vacanza, vuole incontrare una comunità, e non essere un ospite, ma uno di noi!»
Perché scegliere l’ospitalità diffusa?
• Per vivere la libertà di un’esperienza autentica
• Per essere parte di una comunità
• Per guardare la vita da un’altra prospettiva
• Per scoprire la bellezza della Toscana più vera
Una realtà di pochi: si pensa a riportare nei paesi le nuove generazioni
«Purtroppo siamo rimasti veramente in pochi a vivere e lavorare in questi luoghi, occorrerebbe riportare qui le nuove generazioni per far sviluppare davvero l’economia. Anche le amministrazioni negli ultimi tempi stanno pensando a progetti in questo senso per rilanciare un generale sviluppo».
Autore
-
Collaboratrice di MaremmaOggi.Quando alle scuole elementari la maestra dava i titoli per il tema io sceglievo sempre “la storia inventata”. La penna scorreva veloce sul foglio ad intrecciare aneddoti divertenti con protagonisti davvero curiosi. Oggi mi divido tra il giornalismo cosiddetto serio e le mie storie per bambini. Amo gli animali, vivo con 5 di loro... uno però ha due gambe. Non mi prendo troppo sul serio e non sono permalosa, ma pretendo da tutti educazione e rispetto, altrimenti correrete il rischio di vedere il drago che è in me, vi ricordate Grisù? Per me un mito! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli