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Le sculture calate in mare nella Casa dei pesci

Le opere scolpite da cinque giovani artisti emergenti impediscono la pesca a strascico sottocosta e creano un habitat naturale per la fauna ittica. In cantiere l’idea di mettere online tutta l’installazione
Casa dei pesci
Alcune delle sculture calate in mare
ORBETELLO. Sono state calate in mare nella mattina di martedì 27 giugno. Le opere scolpite da cinque giovani artisti emergenti arricchiranno il museo sommerso della Casa dei pesci.
 
La prima è stata “Frammenti di luce“: due grandi occhi rivolti verso la costa. Poi è stata la volta del “Grande tuffo“, seguito dal “Sogno del pescatore“, poi dall’ “Inseguimento profondo” e infine è stato posato il “Nautilus“.
 
Gli artisti, Anna Torre, Claudia Zanaga, Ege Kolcu, Masha Paunovic, e Wimar Van Ommen sotto il coordinamento artistico di Giorgio Butini, sono arrivati in Maremma a marzo e hanno lavorato sino a maggio all’ombra di un oliveto, nella zona dell’Osa. Un simposio d’arte, una sorta di scuola scultorea come quelle dei tempi antichi, dove confrontarsi e crescere insieme, arricchendo se stessi e il territorio.
 
Sale così a 24 il numero delle sculture sommerse che fanno parte del museo sottomarino di Talamone nato grazie all’intuizione del pescatore Paolo Fanciulli. Un progetto che cura e protegge la natura con il bello e con l’arte.
 

L’arte contro la pesca a strascico sottocosta

Il progetto della Casa dei pesci prevede la messa a mare di blocchi che impediscono la pesca a strascico sottocosta e creano un habitat naturale per la fauna ittica. L’intento è quello di favorire il ripristino ambientale, tutelare e salvaguardare le praterie di posidonia della zona di Talamone.
 
Le opere sono state calate nello specchio d’acqua antistante il Bagno delle donne, aduna profondità che ne rende facile la visita anche a chi non è un sub esperto.
 

La casa dei pesci sul web

Questo però non è l’atto finale del progetto della Casa dei pesci.
 
L’associazione, diretta da Giovanni Contardi, insieme a Letizia Marsili e Loriano Valentini, vuole aumentare la fruibilità del proprio museo da parte del grande pubblico, superando le limitazioni che ne danno una visione completa solo a subacquei specializzati. «Per questo – dice l’associazione – abbiamo già sviluppato un progetto per l’illuminazione notturna delle opere con lampade alimentate a energia solare, e la ripresa video delle stesse opere con web-cam così da consentire, tramite il proprio sito internet, una visita virtuale al museo in ogni stagione dell’anno e in ogni ora del giorno».
 
Questo progetto vuole avere una valenza anche naturalista: potrebbe consentire a studiosi e appassionati di seguire l’evoluzione della flora e della fauna intorno alle sculture, nel corso del tempo.
«Con l’occasione va sottolineata la grande sensibilità manifestata dalle pubbliche istituzioni – conclude il presidente Contardi – Regione Toscana, Comune di Orbetello e Guardia costiera nei confronti di un progetto che vuole tutelare la natura e l’ambiente di questo splendido angolo d’Italia».

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