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Le idee dell’architetto per fare bella la città

Dell’urbanismo tattico e delle “buone pratiche”: l’architetto Davide Fantini si è divertito a immaginare una Senzuno diversa: «Durante i lavori si può provare a modificare le scelte e guardare in modo nuovo all’idea di città»
I lavori in corso a Senzuno e a destra lo scarabocchio tattico di David Fantini

FOLLONICA. Uno scarabocchio, per pensare e raccontare il futuro della città, che arriva dall’archistar David Fantini.

Lo scarabocchio sotto non è un progetto: è una suggestione sulle “buone pratiche” a disposizione nel panorama della governance, per rigenerare un luogo, non solo dal punto di vista materico, ma sociale ed economico.

L’urbanismo tattico, ormai molto diffuso, prevede installazioni temporanee (anche di qualche giorno) dove con poco (un po’ di vernice, qualche vaso e qualche arredo) l’amministrazione testa le potenzialità di uno spazio pubblico, facendolo riappropriare ai cittadini.

Gli oggetti, velocemente installati, sono poi rimossi ed utilizzati in altri luoghi, in modo dinamico e giocoso.

Dove funziona, poi si sedimentano opere strutturate, definitive: dove non funziona si smonta e si passa oltre.

“Isole economiche e verdi” di questo tipo permettono di narrare un’altra città, favorendo il commercio, eliminando il rumore, incentivando i bambini a giocare in strada, permettendo di toccare con mano la qualità degli spazi senza auto.

Aree verdi e pedonali 

Senza l’offerta (aree pedonali, ciclabili, fresche, decorose e fruibili a tutti – vedi chi si muove con difficoltà, chi usa un passeggino, chi porta bambini piccoli in giro, ecc.) non nasce la domanda.

Se la risposta è l’automobile (con tutti i disagi che essa comporta) una città non può dirsi appetibile, né per i residenti né per i turisti, né, soprattutto, per i nostri figli e nipoti, che ormai girano il mondo e verificano la differenza della qualità della vita in città così ripensate.

Le città con “reputazione”, ossia quelle che non usano più i modelli anni ‘70 del secolo scorso, possono ancora competere sul mercato del turismo: le altre, come i dati dimostrano, vanno verso un declino sociale ed economico inevitabile.

La “tecnica di governo della città” deve essere concreta, ma anche visionaria, perché senza visione, senza conoscenza delle possibilità, non si sta fermi ma si va indietro, mentre gli altri avanzano: una città che utilizza modelli superati decade, perde risorse, perde residenti, perde economia, diventa un luogo senza identità e riconoscibilità.

Spero che la politikḗ sia di nuovo innovativa e visionaria, con un approccio direi olistico, basata sulla conoscenza e l’utilizzo delle “buone pratiche”.

 

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