GROSSETO. Una tempesta in un bicchier d’acqua: Emanuela Maccarani, l’allenatrice della Nazionale di ginnastica ritmica, al centro di un processo mediatico innescato dalle dichiarazioni di alcune sue ex atlete di “abuso psicologico”, è arrivato alla conclusione, con il Tribunale dello sport che ha decisamente depotenziato le accuse.
La storia
La Procura federale della Federginnastica aveva infatti deciso di deferire Emanuela Maccarani, e la sua assistente Olga Tishina, dopo la chiusura delle indagini del 29 dicembre 2022. Alla Maccarani e alla Tishina veniva contestato l’articolo 2 del regolamento di Giustizia e Disciplina, in relazione all’art.7 del Codice Etico FGI e all’art.2 del Codice di Comportamento Sportivo del Coni: per aver sottoposto fino all’estate 2020 le atlete a «metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, con pressioni psicologiche e provocando in alcune ginnaste della Nazionale l’insorgere di disturbi alimentari e psicologici». Le denunce di abusi psicologici erano state promosse da Nina Corradini e Anna Basta.
A Follonica dunque un respiro di sollievo: al pala Golfo infatti, da anni, le Farfalle della ginnastica ritmica preparano i vari campionati Mondiali e Europei, e la vicenda aveva lasciato tutti stupefatti, considerando la conoscenza diretta con i protagonisti.
Le decisioni del Tribunale sportivo
L’allenatrice Emanuela Maccarani è stata dunque solo ammonita e la sua assistente Olga Tishina addirittura assolta. Questa la decisione del Tribunale federale nazionale della ginnastica per le due professioniste a processo sportivo, con il collegio del tribunale federale che si è riservato 10 giorni di tempo per la pubblicazione delle motivazioni.
Già le parole del procuratore generale della ginnastica, Michele Rossetti in difesa dell’ex allenatrice delle farfalle azzurre, erano state sorprendenti: «Condannate Emanuela Maccarani per eccesso di affetto» – aveva detto. «Riteniamo invece ci sia prova negli atti di un profilo di colpa a carico di Maccarani, quello di eccesso di affetto nei confronti di Anna Basta, che ha cercato di recuperarla, rendendola performante con l’obiettivo di portarla alle Olimpiadi, determinando invece un disagio che non mettiamo in dubbio». Proprio Anna Basta, una delle sue due grandi accusatrici, la numero uno delle ginnaste, la Maccarani poteva – «dirle di andare a casa» e lasciare lo sport, ma in modo colposo e certamente non intenzionale ha «peccato di affetto».
La richiesta dell’ammonizione per Maccarani
La Procura federale nelle sue dichiarazioni aveva sottolineato che – «La sanzione dell’ammonizione per Maccarani consiste in una nota di sollecito scritto ad essere più attenta in futuro», e che – «Quello che ci siamo chiesti è stato: è possibile che nell’ambito di questo centro si svolgano delle azioni vessatorie finalizzate a ottenere una medaglia in più? – proseguiva Rossetti nelle sue conclusioni – La risposta che mi sembra di poter affermare è che non siano emerse prove sufficienti che da parte della Maccarani ci siano stati comportamenti tali finalizzati alla vittoria». Per Tishina invece, la richiesta di assoluzione è «per non aver commesso il fatto».
La possibilità del ricorso
La difesa dell’allenatrice delle Farfalle chiedeva l’assoluzione totale perché secondo l’avvocato Avilio Presutti a Desio, dove era stato commesso l’abuso secondo le atlete, il clima era «familiare», mentre alla «Maccarani spetterebbe una medaglia per non aver abbandonato Anna Basta».
Emanuela Maccarani può ora fare ricorso alla Corte federale d’appello per chiedere di togliere anche l’ammonizione. Anche se bisogna aspettare le motivazioni della sentenza. La Maccarani ha ribadito di – «sentirsi la coscienza a posto» e ha descritto questi undici mesi «dolorosi e difficili».i». Aggiungendo che ora le resterà comunque «la ferita» di quanto accaduto.
Quadro probatorio fortemente ridimensionato
Nell’udienza conclusiva l’avvocata Livia Rossi, procuratrice del Coni aggiunta allo staff della Federginnastica, che rappresentava l’accusa contro l’allenatrice e la sua assistente Olga Tishina – aveva esordito dicendo che «dalle indagini e audizioni svolte, il quadro probatorio esce fortemente ridimensionato». Una dichiarazione che “annullava” di fatto le accuse. E aveva aggiunto: «La ginnastica ritmica è uno sport che ha bisogno della massima abnegazione, di requisiti di natura fisica, e tra questi c’è anche il peso del corpo» con una «capacità di reggere lo stress elevato da parte delle atlete»; e da parte delle allenatrici l’attitudine «a sapere gestire queste problematiche». «Le atlete che hanno denunciato la Maccarani – secondo quanto dichiarato dall’avvocata Livia Rossi – l’hanno fatto parecchio tempo dopo aver lasciato la loro attività e di questo ne dobbiamo tenere conto. Corradini non è mai stata allenata da Maccarani e non ricorda particolari vessazioni a parte alcune frasi e all’atto concreto non è stata capace di raccontare di atti vessatori limitandosi a citare “un clima pesante” senza evidenziare comportamenti».
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Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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