GROSSETO. «I primi a essere informati sono stati quelli della cooperativa Mediterranea servizi che lavoravano a più stretto contatto con gli ospiti della Rsa Pizzetti. C’è stato anche un tavolo con i sindacati. Noi, siamo rimasti evidentemente fuori».
Così inizia il suo racconto, Daniela De Iacob, lavoratrice della cooperativa Cis (Cooperativa italiana servizi) che opera in subappalto nella struttura della Rsa Pizzetti, dalla quale i pazienti sono stati trasferiti e ben poco di altro è rimasto ancora da fare per loro.
«Nessuno si è preoccupato se altre cooperative lavorassero dentro la struttura – dice – Dentro però ce ne lavorano altre, non c’era solo la Mediterranea. Si parla di cooperative che si occupano di pulizie, sicurezza, lavanderia e guardaroba».
Dal racconto della signora Daniela, emerge una dolorosa amarezza per non essere stata considerata. Così come altre sue colleghe delle altre cooperative di servizi. «Non si tratta solo di me, ovviamente – precisa Daniela – le persone impiegate nelle cooperative sono 11: 2 si occupano della lavanderia e del guardaroba, 5 di pulizie e 4 di sicurezza. Col cambio di destinazione, sia io che loro, non sappiamo più che sorte ci aspetta».
«Mai nessuno ha parlato di noi, come fossimo dei fantasmi – racconta – La parrucchiera e l’estetista, Luana e Letizia, sono già fuori dai giochi, in quanto non c’è proprio possibilità di re-impiego, neanche minimo per loro, nella nuova struttura di via Genova. A noi la notizia ci è piovuta addosso, non capiamo il perché di questa fretta».
Un preavviso mai ricevuto
Dal racconto di Daniela, emerge che i lavoratori della Mediterranea sono venuti a sapere del destino della Rsa il 24 dicembre e la sua cooperativa ha avuto la comunicazione solo il 17 febbraio, quando gli è stato detto che gli sarebbero stati modificate le condizioni di lavoro, mentre il 18 è stato l’ultimo giorno in cui gli ospiti erano ancora presenti alla Rsa Pizzetti prima del trasferimento.
«Adesso la biancheria inviata alla struttura viene rimandata indietro intonsa e alcuni si recano sul luogo di lavoro, non avendo ben chiaro cosa li aspetterà», racconta Daniela, alla quale mancavano soli 2 anni alla pensione, e continua a manifestare profondo rammarico: «So che l’appalto alla cooperativa si doveva concludere nel 2025, non adesso. Io al momento lavoro 12 ore, solo per espletare il lavoro che riguarda la struttura di Scansano. Prima il contratto era di 38 ore settimanali. Se anche questo mese la mia busta paga sarà dello stesso importo degli altri, è perché attingono a permessi, straordinari e ferie per liquidarmela. Mi risulta che Fabrizio Boldrini avesse detto che ci sono altre 9 cooperative disponibili ad assorbire gli “esodati” della Rsa, ma io e la mia cooperativa non ne sappiamo ancora nulla»
Chi come Daniela dopo 21 anni rischierebbe di rimanere senza lavoro, non sta quindi vedendo alcuna alternativa per poter trovare un re-impiego analogo. «Per non parlare di quelli che hanno sottoscritto mutui – precisa – o hanno famiglia a carico, loro come faranno?».
«I lavoratori, non delle cooperative alle quali faccio riferimento, andati alla nuova casa di via Genova, mi hanno riferito di aver ricevuto ben altre condizioni contrattuali rispetto all’indeterminato col quale lavoravano prima – aggiunge – Hanno detto di avere un contratto di 6 mesi, di cui 3 mesi di prova e 3 mesi a tempo determinato, perdendo tutto quanto acquisito in precedenza, come se iniziassero da capo. Dopo i 6 mesi però, nessuna certezza di rinnovo».
Sindacati non pervenuti
Per Daniela, profondamente delusa dal suo sindacato, la CGIL non si è battuta abbastanza. Non riconoscendo ai lavoratori andati alla Rsa un contratto analogo, e non considerando né lei né le sue colleghe.
«Nel mio settore si sono defilati – precisa Daniela – zero risposte dalla Filcam. Completamente inesistenti e irraggiungibili. Dopo 21 anni, mi viene da stracciarla la tessera della Cgil. A 2 anni dalla pensione mi dispiace molto di quello che sto vedendo e non potevo stare zitta, quello che avevo nello stomaco, lo volevo dire. Parlando con il responsabile delle pulizie, oltretutto, mi ha confessato che non sanno come li sistemeranno. Forse licenziando quelli a tempo determinato, tenendo solo quelli a tempo indeterminato che andranno a rimpiazzarli».
«Mi chiedo perché – si domanda Daniela – non ci è stato comunicato prima che non ci sarebbe più stato bisogno di noi in conseguenza a queste scelte sulla Rsa. Perché le cooperative come la mia sono state avvertite solo nei primi mesi del 2022? Boldrini non era a conoscenza che nella struttura ci fossero anche altre cooperative?»
La risposta di Boldrini
Il presidente del CoeSo Società della salute, Fabrizio Boldrini, non sapeva che ci fossero altre cooperative che lavoravano nella struttura. E lo è rimasto ancora di più del fatto che i sindacati non le abbiano dato una mano per cercare altre cooperative dove prestare servizio nella nostra zona. «Per il caso specifico e per le sue colleghe, credo si tratti di cooperative che avevano appalto con la Asl e non direttamente ed esclusivamente con la struttura dell’Rsa Pizzetti che è in chiusura – dice – Ne conosco quindi poco anche le caratteristiche di chi operava al Pizzetti».
Forse anche per questa loro natura non hanno ricevuto lo stesso trattamento che ha avuto la cooperativa Mediterranea.
«Quando sarà aperta Casa Mora, i dipendenti delle cooperative che al momento non sono stati richiamati, potranno avere una chance di lavoro – dice ancora Boldrini – Se la donna fosse stata dipendente dell’Asl, il processo per il reimpiego sarebbe stato differente. Ma lavorava per una cooperativa e mi stupisco che non sia supportata a ritrovare una collocazione. Sono disponibile a a parlare con la lavoratrice, indicandole le cooperative che sul nostro territorio si sono rese disponibili per il reimpiego dei lavoratori, così da venire incontro alle esigenze della signora Daniela e delle sue colleghe».
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Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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