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L’addio di Quistelli: «Qui non si può fare calcio»

Il direttore sportivo dell’Us Grosseto si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Non prenderò nemmeno un euro, ma certi personaggi non hanno le basi per stare nel mondo del calcio»
Quistelli (a destra) alla presentazione del Grosseto
Umberto Quistelli alla presentazione del Grosseto

GROSSETO. «L’Unione sportiva Grosseto 1912 comunica di aver risolto consensualmente ogni rapporto contrattuale con il direttore sportivo Umberto Quistelli. La società, nel ringraziare Umberto Quistelli per l’ottimo lavoro svolto, gli augura i migliori successi professionali».

Secondo divorzio in 24 ore

Sono le 11.45 di domenica 28 agosto quando la notizia piomba in città come un temporale estivo. Di quelli con tuoni e fulmini, imprevisto, nemmeno lontanamente ipotizzato. Ventiquattro ore prima Quistelli aveva presenziato alla conferenza stampa dove Riccardo Cretella annunciava un distacco, ancora coperto da mistero, dalla maglia biancorossa.

Molto curiosa la vicinanza tra l’annuncio della ennesima rottura in società, tra cui va annoverata anche quella di De Vito passato all’Imolese, e la lunga telefonata di pochi minuti prima con alcuni esponenti della tifoseria, che raccontano un’altra verità aprendo di fatto scenari completamente opposti da quelli ufficiali. Talmente diversi da indurre a una ricerca più profonda sui due fronti lontani mille miglia.

È la segreteria del telefono di Quistelli a rispondere alla chiamata. Passano due minuti e l’ex direttore sportivo richiama. «Vado alla Salernitana, vado in serie A – inizia Quistelli – mi dispiace per la città ma qui non si può fare calcio. Non ci sono risorse economiche idonee per proseguire il mercato, poi certi personaggi non hanno le basi elementari per stare nel mondo del calcio».

Il giallo del contratto non depositato

I sassolini toccano il pavimento come massi precipitati dalla cima della montagna, travolgono, spianano. «Ho lavorato in tutti questi mesi con appartenenza e dedizione – prosegue Quistelli – per poi scoprire che il mio contratto non era stato depositato in Lega. Me ne vado consapevole di non ricevere nemmeno un euro. Saluto la città di Grosseto con molto affetto». Fine della telefonata.

Cosa resta? Macerie, su cui danzano quei fantasmi allontanati sempre con fastidio, con un gesto di mano come per allontanare la mosca fastidiosa. Una mano che adesso è ferma nell’attesa della ennesima smentita societaria, della nuova crociata contro tutti, della successive difesa ad oltranza. Questa volta, comunque, servirà molto altro per cancellare i sospetti diventati tangibili.

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  • Collaboratore di MaremmaOggi. Ho viaggiato sulla carta stampata, ho parlato alla radio e alla televisione. Ora ho la fortuna e il privilegio di scrivere online su maremmaoggi.net. Come lavagna uso il cielo. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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