PORTO SANTO STEFANO. Ogni anno, all’alba della domenica di Pasqua, Porto Santo Stefano si sveglia non solo con la luce del giorno, ma con quella della fede più autentica. La processione del Cristo Risorto, che non è soltanto un evento religioso: è il battito stesso del paese, il cuore vivo di una comunità che si ritrova compatta lungo le sue strade, portando sulle spalle e nel cuore la propria identità.
Un rito che unisce passato e presente
La statua del Cristo, portata a braccia dalla Chiesa di Santo Stefano Protomartire, dai confratelli e seguita da centinaia di fedeli, attraversa le vie del borgo, tra case in pietra, scorci sul mare e balconi fioriti. È un cammino pieno di emozioni, che lega le generazioni, che racconta la storia del paese con il passo lento e solenne della devozione.
Ogni passo è un ricordo, ogni sguardo una preghiera. Fino al momento che tutti aspettano, che tutti vivono indistintamente come un momento sacro, pieno di significati, tra fede, mare e comunità in un tutt’uno. Quando la statua del Cristo viene issata e benedice.
Il saluto che abbraccia il mare
Il momento più intenso, quando la processione arriva al porto sotto alla capitaneria, le barche ondeggiano leggere, in silenzio, la statua del Cristo viene sollevata verso l’orizzonte, tre volte, come un gesto di saluto.
Non solo un simbolo: ma l’abbraccio di Cristo alla sua gente. Le sirene delle imbarcazioni si alzano in un coro struggente, un richiamo tra cielo, terra e mare. È un tributo a chi è partito e non è tornato, ai marinai perduti, ai padri, fratelli, figli che il mare ha custodito per sempre. È un momento che trafigge i cuori, spezza l’anima. Una benedizione che consola, una carezza per le anime di un popolo che dal mare ha ricevuto tutto: vita, lavoro, dolore, amore.
Una comunità che si riconosce
La forza di questa processione sta nella sua capacità di tenere viva la memoria e al tempo stesso di rinnovarla. Ogni anno, lo stesso gesto si ripete, ma ogni volta è diverso, perché diverso è il cuore di chi partecipa.
Eppure, l’essenza resta: una comunità che si riconosce, che cammina insieme, che si affida a qualcosa di più grande. Il Cristo Risorto che attraversa il paese è simbolo di speranza, di rinascita.
È la luce che vince le ombre, il legame invisibile ma fortissimo tra chi è presente e chi è lontano. Pasqua a Porto Santo Stefano è più di una tradizione. Non è solo folklore. Non è solo religione. È una dichiarazione d’amore alla propria terra, alla propria storia, al proprio mare.
È un grido silenzioso che dice: «Noi ci siamo, insieme, anche nel dolore, anche nella speranza». E così, anno dopo anno, quella statua portata in alto diventa lo specchio dell’anima santostefanese: forte, devota, salda come la roccia, ma piena di cuore, come il mare che la circonda.
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Redattore di MaremmaOggi. Per me scrivere è uno strumento di verità, di bellezza, è di liberta, un mezzo per esprimere ciò che altrimenti rimarrebbe inespresso. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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