CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Si chiamava Doumbia Moussa, il 36enne annegato domenica 21 luglio nel Bruna. Era originario di Danané, in Costa d’Avorio, dove aveva perso il padre generale dell’esercito, ucciso durante la guerra civile.
Dalla guerra, Doumbia era scappato. In Italia aveva cominciato a ricostruire la sua vita. Tutti lo chiamavano Ben e tutti, avevano cominciato a volergli bene. Perché ogni mattina, quando arrivava al lavoro, portava con sé due cose: la voglia di fare e il sogno di tornare nel suo Paese, dove da poco era riuscito ad acquistare un magazzino dove aprire la sua attività.
Scappato dalla guerra
Doumbia, arrivato in Italia tempo fa, per un periodo aveva vissuto a Livorno. Non era riuscito a trovare un’occupazione stabile e così, sei anni fa, una mattina era salito sul treno ed era arrivato a Grosseto.
Aveva trovato subito lavoro in uno sfasciacarrozze in città. Ogni mattina, da Livorno, saliva sul treno e arrivava a Grosseto. Finito il suo turno di lavoro, risaliva in treno e tornava a casa.
Per qualche tempo la sua vita era stata questa, finché il suo datore di lavoro gli aveva trovato un appartamento in città. In questo modo, Ben aveva cominciato a risparmiare i soldi del viaggio. Lo stipendio, lo utilizzava per due cose soltanto: per vivere e per mettere via i soldi per realizzare il suo sogno. Quello di aprire un’officina nel suo Paese d’origine.
Un’officina a Danané per tornare dalla sua famiglia
Il suo obiettivo era quello di tornare dalla sua famiglia, a Danané, da dove era scappato. Negli ultimi sei anni passati a Grosseto, Doumbia non era mai tornato nel suo Paese.
Preferiva restare qua e risparmiare i soldi per aprire la sua attività in Costa d’Avorio, evitando la spesa per il viaggio. In questo modo, era riuscito a mettere via i soldi che aveva utilizzato per acquistare il fondo nel quale avrebbe poi aperto la sua officina.
Il suo sogno, giorno dopo giorno, stava prendendo forma. Da quando aveva cominciato a lavorare nell’officina meccanica, Ben era diventato sempre più bravo a maneggiare i pezzi di ricambio, a smontare i motori, a svolgere tutte le mansioni che un bravo artigiano deve saper fare.
Tra due anni, era stata la sua previsione, avrebbe avuto soldi a sufficienza per realizzare il suo sogno e tornare nel suo Paese.
Il sogno infranto di Doumbia
Un sogno che si è tragicamente infranto domenica 21 luglio, quando, nel primo pomeriggio, i soccorritori arrivati con non poche difficoltà sul Bruna, al Bozzone, lo hanno trovato morto.
La sua compagna, quando si è accorta che Ben aveva avuto probabilmente un malore in acqua, ha chiamato il 118. Il 36enne, che sapeva nuotare bene, era annegato in un punto dove l’acqua raggiunge a malapena un metro di altezza.
La salma è stata portata all’obitorio.
Una tragedia, quella della morte del 36enne, che ha lasciato tutte le persone che lo conoscevano senza fiato. E che ha spento per sempre quel sogno, cullato fin da quando aveva lasciato il suo paese in guerra per costruire un futuro migliore per sé e per i suoi familiari.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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