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La salma di Pietro torna a casa

I familiari del sottotenente di vascello morto a 26 anni durante una gita in gommone con la fidanzata sono volati subito in Sardegna, la Procura non ha disposto l’autopsia. Il ricordo dei colleghi
A sinistra, il gommone e a destra Pietro Stipa con la muta da palombaro

GROSSETO. La salma di Pietro Stipa, il sottotenente di vascello morto nel tragico incidente avvenuto nelle prime ore di sabato 15 giugno alla Maddalena, rientrerà a casa lunedì 17 giugno

La Procura non ha disposto l’autopsia e il nullaosta è già arrivato. I familiari del giovane, sono arrivati sabato in Sardegna dove hanno trovato il supporto della Marina Militare che lunedì si occuperà del rientro del corpo del palombaro. 

La fidanzata dimessa dall’ospedale

La tragedia è avvenuta nelle prime ore di sabato 15 giugno quando Pietro, che da tempo viveva alla Maddalena, dove si trova una base della Marina militare. Il ventiseienne originario della Maremma era uscito in piena notte con il gommone. 

Lo scoglio contro il quale è finito il gommone di Pietro Stipa

Con lui c’era la sua fidanzata ventenne. Al timone del gommone c’era Pietro: il natante è finito contro gli scogli e il ragazzo è stato sbalzato via. Ha sbattuto la testa violentemente, prima di sparire in mare. Lo hanno ritrovato dopo un’ora e mezzo i suoi colleghi. Probabilmente, Stipa è morto sul colpo.

La sua fidanzata, soccorsa e portata all’ospedale con una distorsione cervicale, è stata dimessa domenica 16 giugno. 

Il dolore dei colleghi della Marina

La notizia della morte di Pietro Stipa ha spezzato il cuore a tutti quelli che lo avevano conosciuto. E ai suoi colleghi, ragazzi che come lui avevano deciso di intraprendere la carriera militare in Marina. 

Pietro era un palombaro esperto. A ricordarlo è uno dei suoi compagni di corso, ancora sotto choc per il terribile incidente che lo ha portato via all’amore di chiunque lo abbia conosciuto. «Ieri notte ci ha lasciati un ragazzo enorme – scrive l’amico – Pietro era un ragazzo speciale, sempre solare e con una voglia di vivere talmente forte che riusciva a contagiare chi gli stava attorno. Era intelligente, altruista, forte e preparato in ogni situazione… chi lo conosce bene sa di cosa sto parlando».

Sono state tante le sfide che i colleghi di corso di Pietro hanno affrontato insieme al ventiseienne. «Abbiamo superato molte sfide e situazioni difficili e l’unico segreto che ci ha permesso di affrontare queste difficoltà è stata la solida unione del gruppo – scrive ancora – Solo grazie all’aiuto collettivo di ognuno di noi abbiamo potuto superare prove come quelle passate, quando c’era qualcuno indietro ci si voltava sempre per allungare il braccio e darsi la mano e tu, assieme all’altro nostro ufficiale Davide, eravate sempre i primi a farlo». 
Il legame che si crea tra militari, tra ragazzi che condividono esperienze come quelle che avevano portato Pietro dalla Maremma alla Sardegna sono indissolubili. «La tua famiglia, i tuoi cari e i tuoi amici, i tuoi Frà di corso, i tuoi istruttori, i tuoi colleghi, non ti dimenticheranno mai – scrive ancora l’amico – Ciao uomo di mare, ti auguriamo di trovare sempre fondali calmi e cristallini. Ti verremo a trovare in fondo al mare con le nostre immersioni». 

 

Autore

  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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