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La Maremma piange Filippo Andretta

Figura di spicco della sanità, socialista di razza, allenatore di calcio: aveva 79 anni. Si era sentito male pochi giorni fa mentre era in vacanza all’isola del Giglio
Filippo Andretta
Filippo Andretta

GROSSETO. Il suo nome ha rappresentato, per decenni, la sanità grossetana. Ma è anche stato legato a lungo ai campi di calcio della provincia, a quello della Castiglionese, a quello dell’Albinia, a quello di tante altre squadre che ha allenato. E soprattutto, ha rappresentato la parte sana della politica, quella del Psi del quale è stato uno dei maggiori rappresentanti. 

Filippo Andretta aveva 79 anni compiuti lo scorso maggio: se n’è andato all’improvviso, giovedì 24 agosto, all’ospedale Misericordia di Grosseto dov’era stato ricoverato sabato 19 agosto. 

Soccorso all’isola del Giglio dove aveva avuto un malore, le sue condizioni sembravano in via di miglioramento quando è successa la tragedia. 

Una vita dedicata alla sanità

Funzionario e dirigente storico dell’Asl di Grosseto. Filippo Andretta è stato il protagonista assoluto di tutti i cambiamenti che la sanità maremmana ha attraversato nei decenni. Nonostante fosse già in pensione quando è stata creata “l’aslona”, ne ha sempre seguito le vicende anche all’interno del Partito socialista, del quale è stato una figura di spicco non soltanto in ambito provinciale, ma anche regionale. 

All’interno dell’Asl, Andretta si è occupato a lungo dell’Ufficio relazioni con il pubblico e della comunicazione dell’azienda sanitaria, prima di essere nominato direttore del personale.

Ruolo, questo, che lo ha portato a firmare i contratti dei più grandi medici che hanno lavorato a Grosseto, come il mago della robotica Piercristoforo Giulianotti o l’oculista Vincenzo Sarnicola

Schietto, diretto, senza peli sulla lingua: Andretta era apprezzato proprio per questo suo modo d’essere che non lasciava spazio a fraintendimenti. 

Il socialista innamorato della Juventus

C’era il lavoro all’Asl, c’era la passione per la politica, c’era l’amore per la sua famiglia, per i figli Chiara e Raffaele, per le nipotine e c’era anche la sua grandissima passione per il calcio, che lo aveva accompagnato fin da ragazzo. 

Diversi anni fa Andretta aveva dovuto superare, insieme ai suoi figli, la perdita dell’amatissima moglie Laura Goracci. E i campi di calcio, lo avevano aiutato a guardare avanti, insieme all’amore di Chiara e di Raffaele. 

Lo chiamavano “il sergente di ferro” per il suo modo di allenare: un modo che lo aveva fatto amare, a dispetto della definizione, dai tantissimi calciatori che aveva tirato su. 

A destra, insieme alla squadra che ha giocato la partita del cuore di Marco Nucci

Quando era arrivato il momento di appendere le scarpe con i tacchetti al chiodo, Andretta, tifosissimo juventino, aveva scelto di mettersi a disposizione del calcio provinciale, dov’era stato allenatore della Castiglionese negli anni Novanta, dell’Albinia e di molte altre squadre.

Dopo la morte di Marco Nucci, capitano storico della Castiglionese, Andretta aveva contribuito a portare avanti la tradizione della Partita del cuore dedicata al calciatore scomparso. 

I funerali

Autore

  • Francesca Gori

    Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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