FIRENZE. Si è tenuto venerdì scorso, al Palazzo degli Affari, il secondo appuntamento con L’Altra Toscana, che ha chiuso la settimana delle Anteprime di Toscana 2023. La kermesse del vino, dedicata alla presentazione delle nuove annate in commercio, si è svolta dall’11 al 17 febbraio e proprio il suo ultimo giorno è stato dedicato alle zone di produzione meno blasonate, ma che regalano vini di altissima qualità.
I protagonisti
C’erano ben 12 consorzi di tutela e tutte le nuove annate dei rispettivi vini Dop e Igp, a disposizione di esperti e giornalisti di settore. La provincia di Grosseto era presente con i consorzi delle denominazioni Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese. Insieme a Carmignano e Barco Reale, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Orcia, Suvereto e Val di Cornia, Terre di Casole, Terre di Pisa, Toscana, Valdarno di Sopra. 12 realtà molto diverse tra loro ma pronte a far riconoscere la loro qualità, territori più nascosti in cui primeggia la viticoltura biologica e in cui molte aziende coltivano la vite da secoli, secondo una lunga tradizione.
«Siamo molto soddisfatti di questa seconda edizione de L’Altra Toscana, che quest’anno, ha portato in degustazione oltre 330 etichette. Giornalisti e operatori del settore hanno potuto entrare in contatto con 12 diversi consorzi di tutela, due in più rispetto allo scorso anno, e si sono dimostrati particolarmente ricettivi ed entusiasti di fronte all’alta qualità dei vini e alle chicche proposte dai nostri produttori. L’Altra Toscana è diventata in soli due anni uno degli appuntamenti più apprezzati delle Anteprime, un meritato riconoscimento verso i nostri territori meno conosciuti ma dalle enormi potenzialità», spiega Francesco Mazzei alla guida dell’associazione L’Altra Toscana e presidente del consorzio tutela vini della Maremma Toscana.
È ancora il Vermentino a raccogliere consensi
«Durante questa giornata ho avuto il piacere di condurre due degustazioni particolarmente interessanti», racconta Gabriele Gorelli, Master of Wine che ha guidato le masterclass. «Una dedicata ai bianchi toscani con un titolo provocatorio: Dreaming of a White Tuscany, che è stata utile non solo per approfondire vini identitari come il Vermentino, Ansonica e Trebbiano ma anche per scoprire i territori che questi vini li producono. La seconda degustazione è stata invece dedicata ai Supertuscan, con nove vini iconici a base di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot: tre varietà tra le più impiantate in Italia e al mondo, ma direi anche inconfondibilmente toscane».
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