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I vicoli in pietra che incantarono Mario Luzi

Tra storia, cultura, arte, natura e paesaggi mozzafiato, Semproniano è “l’Amiata che non ti aspetti”
Una vista del borgo di Semproniano

SEMPRONIANO. Poco più di mille anime e un piccolo borgo, arroccato sulle pendici dell’Amiata, in Maremma. In quel fianco meno conosciuto che guarda verso sud, lontano dai tradizionali circuiti turistici e per questo ancora più suggestivo.

Paese natale della famiglia di Mario Luzi, Semproniano fu scelto dal grande poeta del ‘900 come buen retiro. Incantato dai suoi vicoli e dalla bellezza dei suoi paesaggi, ne è stato anche cittadino onorario.

Ricco di testimonianze storiche, architettoniche, artistiche, culturali, ma anche naturali e geologiche, il borgo conserva molti edifici del XII e XIII secolo, alcuni dei quali di inestimabile valore: le mura, i resti di fortificazione e la Rocca

A questi si aggiungono il Museo mineralogico, che racchiude una ricca e preziosa collezione dei minerali presenti nel territorio dell’Amiata e non solo, e le Soste della Memoria, esposizioni permanenti di cultura materiale contadina, dedicate al vino, all’olio e al legno e agli strumenti di lavoro.

Ecco allora una guida sulle cose da fare e da vedere a Semproniano, dai monumenti alle aree espositive, alle bellezze naturalistiche

La chiesa di Santa Croce

La Chiesa di santa Croce

La chiesa di Santa Croce

Splendido edificio sacro del XII secolo, realizzato in travertino locale, a forma di rettangolo non uniforme. La tipologia della costruzione tradisce epoche diverse.

All’interno, mostra un semplice aspetto romanico, con le pareti a fasce alternate bianche e nere. Elementi di un certo interesse sono le due acquasantiere in travertino.

Nel presbiterio, sopraelevato di un gradino dal pavimento della navata e delimitato da una balaustra in ferro, addossato al muro di destra, si trova l’altare della Madonna Addolorata, mentre al centro è ammirabile l’altare del Santissimo Crocifisso la cui festa si celebra il 3 maggio.

La Pieve di San Vincenzo e Anastasio

Chiesa San Vincenzo e Anastasio
La Pieve di San Vincenzo e Anastasio

È una Chiesa in stile tardoromanico con elementi gotici, proprio in mezzo al paese. L’esterno si presenta, interamente in pietra locale (travertino). All’interno sono conservati elementi decorativi come il Pievano e il mostro dei Vignacci che, secondo la leggenda infestava la zona e fu ucciso per mano dello stesso pievano.

Le cinque finestre, due circolare e tre rettangolari, accolgono altrettante vetrate istoriate, uscite dalle botteghe di arte di Siena. Gli altari e la balaustra sono in travertino, così come l’acquasantiera e la vasca battesimale. Le sei tele dipinte, attribuite a pittori conterranei ignoti, sono state tutte restaurate recentemente.

La Rocca Aldobrandesca

Rocca Aldobrandesca semproniano
I resti della Rocca Aldobrandesca

Sorge sulla sommità del borgo, davanti alla chiesa di Santa Croce. Della fortificazione medievale, rimangono solo alcuni ruderi con le mura, la base quadrangolare dell’antica rocca e una torre attigua. Una fila di cipressi segna il perimetro della rocca, rendendola immediatamente riconoscibile dall’esterno del centro abitato.

Il complesso venne edificato a partire dalla metà del IX secolo, in posizione dominante a difesa dell’insediamento di Semproniano e come punto per gli avvistamenti verso i territori circostanti. Nel 1410, con la conquista dei Senesi, la fortificazione venne abbandonata.

L’Oratorio di san Rocco

È un piccolo edificio, isolato, all’incrocio della strada provinciale della Follonata, eretto, con ogni probabilità negli ultimi decenni del XV secolo, come sembrerebbe rilevare lo stile rinascimentale del grande arco sulla facciata.

L’interno presenta un arco al centro, che sorregge le travature, e due finestrine romaniche sui muri laterali. Sul fondo, un arco tamponato tradisce l’esistenza di un’abside andata perduta. Al centro del pavimento in cotto spicca il grande sarcofago in travertino. Di grande interesse è anche la bella cancellata che chiude l’arco rinascimentale.

Il Museo mineralogico

Una sala espositiva del Museo Mineralogico
Una sala espositiva del Museo Mineralogico

Sull’Amiata, il Museo mineralogico di Semproniano è l’unico esempio museale interamente dedicato alla mineralogia. Inaugurato il 4 Agosto 2007, nasce dalla volontà di un gruppo di privati che hanno promosso la creazione di uno spazio dedicato ai minerali.

La collezione è composta di un consistente numero di pezzi molto rari e di grande valore. Gran parte dei minerali esposti e quelli che costituiscono la “sistematica” installata negli appositi cassetti sono di provenienza nazionale e locale.

Il Museo è composto da tre sale espositive, i minerali sono classificati per aree geografiche di provenienza con pannelli informativi.

Le soste della memoria

Una "sosta della memoria"Una “sosta della memoria”

L’idea è nata dall’impegno e dalla volontà dell’associazione La Piazzoletta di Semproniano: ovvero, raccontare e promuovere il territorio dal punto di vista agricolo-produttivo, storico e culturale. Ogni sosta è dedicata a un prodotto della biodiversità e a specifiche attività produttive del territorio.

Esposizioni di oggetti e attrezzi usati per l’olivicoltura, la viticoltura e la lavorazione del legno, molti dei quali rimasti invariati nel corso del tempo e per questo motivo simboli temporali della nostra cultura rurale, sociale e contadina.

L’Olivone di Semproniano

L'olivone con il tronco carbonizzato che si erge al centro dei nuovi virgulti
L’olivone con il tronco carbonizzato che si erge al centro dei nuovi virgulti

Quella dell’Olivone è una storia a parte: un albero di olivo plurimillenario noto in passato per la sua eccezionale altezza – 21 metri – e per la sua incalcolabile longevità.

Per raccogliere le sue olive, occorrevano tre piani di scale e si dice che i raccoglitori arrampicati tra le sue fronde, non scendessero nemmeno per il pranzo ma rimanessero a mangiare accomodati sui suoi grandi rami.

Durante una notte di maggio nel 1998, alcuni vandali incendiarono la pianta monumentale, versando benzina nella parte interna del tronco appicciando il fuoco dalle radici.

Un atto deplorevole, che tuttavia non uccise la pianta che, dalle sue radici ha prodotto tanti polloni che sono stati reimpiantati. È la natura che risponde con la sua forza alla stupidità degli umani.

Anche solo per questo, merita una visita e una sosta.

 

 

Autore

  • Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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